Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Black Mark
Anno: 
1994
Line-Up: 

- Dan Swano - Voce, Chitarra, Basso, Tastiera, Batteria
- Andreas Axelsson - Chitarra, Voce
- Anders Lindberg - Basso
- Benny Larsson - Batteria
- Sami Nerberg - Chitarra

Tracklist: 

1. Twilight
2. Of Darksome Origin
3. Blood Colored
4. Silent
5. Black Tears
6. Elegy
7. Velvet Dreams
8. Enter Chaos
9. Sinner and Sadness
10. Songs of Sirens

Edge of Sanity

Purgatory Afterglow

Purgatory Afterglow, quarto full-lenght degli Edge of Sanity, storica band del death svedese, viene rilasciato nel 1994 e, in un modo o nell'altro,incarna il disco che, dopo la saga Crimson, li rappresenta maggiormente.
Si tratta di un album molto particolare, evidenziato da un'atmosfera ripresa direttamente dallo swedish sound degli Entombed di Left Hand Path, e da una composizione formalmente indefinibile, non tanto per la sua complessità, bensì per la capacità con cui Dan Swano è riuscito a creare un prodotto estremamente vario, una sorta di fusione tra atmosfera metal e strutture rock, un concentrato di decadentismo e rabbia strumentale espresso attraverso arrangiamenti minimali ma possenti.

Twilight, primo vero capolavoro del disco, ci immerge direttamente nell'atmosfera criptica e gelida disegnata da Swano con la solita classe realizzativa: chiari sono i riferimenti al neo-prog inglese (in primis quei Marillion amati alla follia Swano) che si insinua nella composizione mediante tastiere atmosferiche e fugaci che coincidono anche con i migliori momenti della canzone, ovvero l'intro, melanconica e riflessiva, e il più insano soliloquio a metà brano, risolto dall'imponente ingresso delle chitarre e del growl, sempre più oscuro, di Swano.
La seguente Of Darksome Origin fa però dimenticare subito la percepibile ricercatezza della opener, inabbisandosi in un mood diabolico e oscuro: inconfondibili le chitarre stile Entombed, come del resto anche le influenze puramente più black (esasperate dallo scream di Axelsson) e quel senso di oscuro drammatismo che in questo caso sfiora vette di assoluto epicismo, tanto che l'inizio stesso della canzone rimarrà uno dei migliori momenti dell'intero disco.

Si passa poi a Blood Colored che proietta la composizione verso nuovi lidi espressivi, richiamando principalmente le radici hard rock e AOR a cui Swano si è dimostrato sin troppo affezionato nel tempo. Ma laddove il brano risulta essere fin troppo stantio e privo di una vera e propria carica melodica, Black Tears e Silent fanno ingresso innalzando vertiginosamente il livello melodico e atmosferico del disco, imponendosi allo stesso tempo come due tra gli episodi più convincenti di Purgatory Afterglow. Nonostante questo, l'apice del disco si tocca con Velvet Dreams e i suoi toni malinconici ma al contempo rabbiosi, tragici e crudeli: una canzone che offre brividi in successione, grazie anche alle splendide liriche scritte e magistralmente interpretate da Swano.

Purgatory Afterglow è un disco dal quale non si può prescindere nel momento in cui si cerca di conoscere sino in fondo la discografia e, più in generale, l'estetica compositiva e la ricerca stilistica degli Edge Of Sanity: emblema di uno stile sempre più rinnovato e ricercato, oltre che di un melodismo che nelle successive release acquisterà in bellezza ma non in potenza, Purgatory Afterglow è uno dei lavori più ambigui dell'intero panorama metal svedese, proprio per la sua grande capacità di spaziare tra generi e atmosfere disparate con un'eleganza e una naturalezza da tramandare ai posteri.
Bellissimo.


Dedicato da Swano alla memoria di Kurt Cobain.

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