Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Gabriele Bartolini
Etichetta: 
Matador
Anno: 
2009
Line-Up: 

-Thurston Moore - Voce in 2, 3, 4, 7, 9, 10; chitarra
-Kim Gordon - Voce in 1, 2, 3, 5, 6, 7, 8, 12; chitarra
-Lee Ranaldo - Voce in 2, 3, 4, 5, 7, 10, 11 ;Chitarra
-Steve Shelley - Batteria
-Mark Ibold - Basso

Tracklist: 

01. Sacred Trickster

02. Anti-Orgasm

03. Leaky Lifeboat ( for Gregory Corso)

04. Antenna

05. What We Know

06. Calming the Snake

07. Poison Arrow

08. Malibu Gas Station

09. Thunderclap for Bobby Pyn

10. No Way

11. Walking Blue

12. Massage the History

Sonic Youth

The Eternal

The Eternal, inciso nel 2009, segna un importante tappa per il quartetto americano di New York, essendo l' album con cui si presentano alla nuova etichetta, la famosissima Matador records, lasciando così la altrettanto storica Geffen dopo ben ventidue anni. Anni più o meno dorati, dove la stessa major si è comportata benissimo con i Sonic Youth, condividendone le glorie del periodo pre-grunge ma “sopportando” anche il successivo periodo fatto di dischi sperimentali, per poi tornare a beneficiare negli anni duemila con le derive folk di Murray Street, il nervosismo cupo post 11 Settembre di Sonic Nurse e l' indie/rock quadrato, schematico e ben dosato di Rather Ripped.

Il seguente The Eternal invece appare come un immaginifico sunto di quanto prodotto fino a quel momento, magari con un minimo ricordo degli esordi, meno marcato oppure inesistente. In particolare, è come se dopo l' ultimo periodo a cui prima accennavo, i quattro avessero deciso di illustrare il loro personalissimo curriculum vitae al mondo mainstream ( quello dai soldoni facili), con cui inevitabilmente avrebbero dovuto fare i conti, anche solo per essere entrati in un catalogo come quello della Matador. Vitale per la sua importanza è poi il ritorno alle tre chitarre, considerando che si assiste all' innesto dell' ex componente dei Pavement Mark Ibold, il cui basso si dimostrerà prezioso nella sua incisività abrasiva. Un altro curioso cambiamento da annotare riguarda la registrazione e la resa degli strumenti stessi. Nonostante la volontà, come detto, di riportare in auge pietre miliari del rumore quali Daydream Nation e Dirty, la band mostra un sound chiaro, per niente rarefatto o graffiato ma nel pieno della sua incisività. Le ritmiche dettate dalle chitarre, sulla quale la parte di recording punta molto, guidano The Eternal su canoni perfettamente consoni ai Sonic Youth, e dal canto loro gli americani non indugiano sugli allori, immergendosi in compendi avanguardisti di matrice rock che rappresentano senza ombra di dubbio una libidine per l' ascoltatore, in primis per i fan. Ma il vero trucco sta nella falsa arrendevolezza. Se c'è una cosa che i Sonic Youth vogliono dimostrare con questo nuovo full-lenght, è proprio quella di sapere e volere suonare, dopo circa trent' anni, del buono e sano rock. Che sarà pur derivativo ( per quanto poco possa donare questo termine) da album precedenti, ma rimane, detto allo scadere di quasi un' ora di musica, sempre del buon rock.

Le prime quattro tracce aiutano a delineare in modo esaustivo quelle che saranno le melodie del disco. Sacred Trickster è puro american indie interpretato in maniera veloce, punk, in piena zona Goo; Anti-Orgasm invece, è una vera e propria scheggia impazzita della durata di sei minuti, funambolica nelle sue carambole chitarristiche fatte esplodere in ricordo dell' attrice tedesca Uschi Obermaier. Leaky Lifeboat ( for Gregory Corso) fa il palio con Thunderclap for Bobby Pyn, imbastendo un garage rock piuttosto distorto nel primo caso, mentre la seconda traccia appare come un disegno stilizzato della furiosa 100 %. Antenna è un tappeto ricco di derive stilistiche riprese dai lavori più nuovi, risultando una perfetta miscela di Sonic Nurse, in particolare. What We Know alza il volume prodigandosi in sfuriate di alternative rock, mentre Poison Arrow e Malibu Gas Station sono suonate con un tiro pazzesco e davvero insolito. In chiusura, prima del colossale outro, troviamo una No Way che riprende alcuni passi da Dinosaur Jr. e Walkin Blue, che sembra quasi divertirsi nel folk-rock amplificato con la limpidezza di chitarre e basso mentre il timbro usato per il testo ( uno dei migliori del disco) è molto simile a quello che verrà poi usato dallo stesso Moore per il suo disco solista, Demolished Thoughts. Massage the History infine è una suite completa, perfetta sia nell' intimità acustica che nell' incedere melodico che sembra provenire direttamente da Washing Machine.

The Eternal si è dimostrato essere un degno riepilogo di vent' anni di storia ( e anche qualcosa più) della band sonica, compito non facile se pensiamo alle moltitudini di suoni intrapresi nel frattempo. Particolarmente in palla e carichi di verve creativa, i Sonic Youth si rinnovano con questo lavoro alla ricerca di un sound mai così particolarmente fresco e ben delineabile. Buoni poi i soliti pezzi, incluse vere e proprie dimostrazioni di forza, abbacinanti per l' imponenza con cui si ereggono alla protezione di uno stile inconfondibile. Che bello essere eterni.

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