Si parte appunto con i Bierbillys ed il loro coinvolgente mix di Psychobilly e Rockabilly. Il gruppo è composto da ben sei elementi, di cui quattro primari e due percussionisti aggiunti, uno dei quali, comunque, fa parte della band in pianta stabile. I Bierbillys, trascinati dal proprio leader, si contraddistinguono subito per la grande carica sprigionata sul palco, carica che coinvolge anche molti dei presenti. Il combo propone una dozzina di canzoni alternando pezzi propri, fra cui Sugar Baby e Shake Hands (disponibili per l’ascolto sul MySpace del gruppo), a classici di sempre, come le immortali Blitzkrieg Bop (The Ramones) e I Love Rock ‘N’ Roll (Joan Jett). Trova spazio anche un brano, dedicato a Maradona ed ai suoi noti vizi, durante il quale Pomo Belushi e compagni lanciano addosso al pubblico, tra le risate generali, bustine piene di “cocaina” fatta in casa! Il feeling tra i membri del gruppo è incredibile e consente loro di trascinare un pubblico piuttosto numeroso, nonostante alcuni problemi tecnici risolti ridendo e scherzando. L’unica pecca della performance è forse la sua eccessiva durata, la quale, vista specialmente la poca varietà sonora, rischia di annoiare chi non stravede per il genere. Comunque sia, i Bierbillys si rivelano all’altezza del compito a loro affidato e concludono tra gli applausi la propria esibizione.
E’ poi il momento dei Tijuana Bibles e dei loro classici costumi. Proprio in queste settimane è stato pubblicato Party Rockers, terzo full lenght del gruppo, che ha comunque inciso anche diversi singoli ed EP, spesso utilizzando come formato il buon vecchio vinile. Inutile specificare però, come sia la dimensione live quella in cui i Tijuana Bibles si destreggiano al meglio. Il loro sound, un misto di Garage Rock, Surf, Punk e Rock ‘N’ Roll, acquisisce corposità dal vivo, convincendo molto di più rispetto a quanto effettivamente accada su disco. Dal punto di vista scenico sono The Crippler (chitarra - voce) e Super Destructor (batteria - voce) a trascinare i propri compagni, i quali, invece, sembrano concentrarsi maggiormente sull’aspetto tecnico. In formazione vi è anche una ragazza, La Chupacabra, la quale, oltre ad occuparsi delle tastiere, suona di tanto in tanto pure la tromba, dando così vigore ai pezzi dei Tijuana Bibles. Al contrario, non convincono del tutto i brani che la vedono protagonista dietro al microfono, dove senza dubbio The Crippler rimane il migliore. Si inizia con Sex Caliente, Jaguar Man e Death Ratte, tutte estratte dall’ultimo Party Rockers, così come Bad Seeds, che però venne scritta originariamente dai Beat Happening. Party Rockers, comunque, viene riproposto interamente questa sera, lasciando spazio ai vecchi classici soltanto nel finale. Nella scaletta non mancano comunque le splendide Mexican Courage (da Fists Of Fury), Rock & Roll Fighting, Gorilla Stomp, It's Gamera! e Tijuana Bibles Theme (tutte estratte dall’ottimo Apartment Wrestling). Prima di lasciare con onore il palcoscenico, The Crippler combatte scherzosamente con un Pomo Belushi davvero scatenato, grazie soprattutto ai fiumi di alcool che scorrono questa sera. Il pubblico gradisce e chiede ancora una volta il bis, ma il tempo è tiranno e per oggi deve bastare.
E’ stata veramente una grandissima serata, all’insegna della buona musica e del divertimento più sfrenato. I Bierbillys, nonostante un’esibizione forse prolissa, hanno dato il meglio, consegnando ai Tijuana Bibles un pubblico già caldo da intrattenere. Niente da ridire invece sui cinque canadesi, sicuramente la grande sorpresa di questo lunedì sera. E’ quasi incredibile come la Poison For Souls, nel giro di un mese, per ben tre volte abbia portato al Bunker dei gruppi eccezionali, garantendo sempre un’organizzazione impeccabile. Complimenti quindi al Bunker ed alla sua crew!
Report - Jacopo “Beelzebub” Prada
Foto - Elena “Venom” Fava