Saxon
15/04/2007 - Live Club - Trezzo d'Adda (MI)
Inossidabili ma, soprattutto, sempre freschi e mai dediti alla nostalgia sembrano essere gli highlander inglesi della NWOBHM Saxon, e non solo grazie a dischi sempre di alto livello; il live è il loro punto di forza ed al Live Club di Trezzo d'Adda (MI) domenica 15 Aprile si è potuto notarlo. Supportati da un gruppo emergente, gli Hellfueled, una realtà composta da super-star del metal internazionale (una sorta di all-star band) i Masterplan, i cinque inglesi hanno dimostrato ancora una volta, classe, energia, carisma come solo i grandi del metal riescono a proporre.




Aprono gli svedesi Hellfueled, un quartetto dedito ad un robusto e possente heavy-rock con qualche incursione di classic-metal americano. La scaletta s'incentra sul loro disco di prossima uscita, Memories In Black e va detto subito che suoni, esecuzione e presenza scenica danno ulteriore nerbo ad un songwriting sobrio e sanguigno, dove il chitarrista mostra quanto Zack Wilde e Black Label Society (e quindi ultimo Ozzy Osbourne) abbiano avuto peso nell'economia della formazione scandinava. Poco più di mezzora a loro disposizione, ma questa manciata di minuti è sufficiente a pezzi come Rewinding Time e Warzone, cantante da un singer robusto e ruvido di voce, ma anche tecnicamente impeccabile, di lasciare il segno nel cuore (e nelle orecchie) di molti presenti. Bell'esordio.
Nati come una sorta di progetto solista dell'ex-Helloween Roland Grapow, i Masterplan giunti alla quarta release (considerando anche l'EP Lost And Gone) MK I, sono a tutti gli effetti una band con una propria identità, che non si rispecchia solo nel talento dell'ax-man tedesco, ma anche dei due nuovi (e fenomenali) arrivati Mike Di Meo (superba la sua voce nei Riot) e Mike Terrana, uno dei più spettacolari, talentuosi ed onnipresenti batteristi della scena metal. Quello che, però, rende l'esibizione dei Masterplan speciale, tanto da essere laddirittura leggermente superiore a quella che seguirà, vale a dire lo show degli headliner Saxon, non è solo la tecnica e la personalità dei grandi musicisti sul palco: ma le canzoni. Sì, canzoni, perchè i Masterplan, che si muovono tra metal melodico (classic-U.S. e speed europeo) e quell'impronta progressive tutta particolare che avevano formazioni come Ark (guarda caso, Jorn Lande fu scelto come primo singer per il five-piece) e Mind Odissey, scrivono grandi pezzi, che hano un'anima, una forza e sanno trascinare il pubblico, grazie anche alla stupenda voce di Mike DiMeo: Phoenix Rising, I'm Gonna Win e Tale Me Over, sono infatti gli estratti dal nuovo lavoro che infiammano l'audience, così come i numeri da giocoliere dietro il drumkit di Terrana (un suo stupendo assolo di batteria mette k.o. un Live Club ormai gremito). Il bassista Eckert ed il tastierista Mackenrott appaiono un po' defilati, ma sono quantomai fondamentali per quella coesione che rende incredibile lo show della formazione di origini tedesche, che si produce in pezzi dei precedenti lavori, come Into Arena e Spirit Never Dies, che mettono il luce quel feeling e quella compattezza che promuove i Masterplan al rango di band superiore, ricca di carattere (e l'exploit in italiano di DiMeo che si produce in un 'Testa di Ciuccio' 'Figlio di mignotta' è indice del clima che regna nella band). Energia, classe e talento: i Masterplan con questo show hanno ormai spiccato il volo.

Ci sono cose che ti fanno sentire a casa, specie nei momenti di confusione: e non solo perchè danno sicurezza e certezze, ma perchè sai che sapranno mostrarti anche cose nuove, con uno stile a te famigliare: questi sono i Saxon 2007. Sempre in forma, sempre con la voglia di dare energia, regalare brani che sono inni ma anche crearne di nuovi che siano segnati dal loro trade-mark ma non per questo ripetitivi o avulsi dal mondo che li circonda. Così, dopo l'uscita nel 2006 di Inner Sanctum, la band britannica si lancia in questo tour, dove al Live Club di Trezzo d'Adda sfodera artigli levigati dall'esperienza ed appuntiti da un songwriting sempre all'altezza del loro nome. Bifford mostra una voce granitica, tagliente ed impeccabile, che regge, sul piano fisico e qualitativo, tutta la durata del concerto, costellato da pezzi dei dischi più recenti come Killing Ground, Inner Sanctum, Dogs Of War e gli anthem per eccellenza del combo britannico. Va deto, però, che veri inni come Wheels Of Steel, Crusader, Heavy Metal Thunder, Never Surrender e Princess Of The Night sono carichi di energia come sempre, ma resi freschi da un drum-work tellurico, quello di Nigle Glockner, forse 'il batterista' dei Saxon, vista la sua militanza nella maggior parte degli album. Nigel è devastante con la doppia cassa, nelle parti veloci, quanto incisivo, essenziale e preciso nei quattro quarti più semplici, che sono resi più granitici, però, dalle chitarre di Quinn e Scarrat, il primo componente storico della band, il secondo ormai integratissimo visti i dieci anni di militanza. Il sound roccioso delle loro chitarre dona ai pezzi più datati quella spinta ed impatto che fanno capire quanto queste track siano ancora attuali, come, ad esempio, la possente Requiem da Solid Ball Of Rock. E Biff è sempre lui, 'lo zio' della NWOBHM, che fino all'ultimo lancia acuti secchi con la sua voce affilata e calda allo stesso tempo, front-man impareggiabile che riesce a far esaltare un locale gremito ad ogni sua parola. 1 ora e 45 minuti (ma forse anche qualcosa di più), di assoluto hard-rock and metal di quelli classici. Una band per la quale c'è poco da dire....perchè lei stessa ha ancora, molto da dire. Per il resto...keep on rockin'!

Andrea "Vash_Delapore" Evolti

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