Raconteurs
08/07/2008 - Spaziale/Emersione Festival - Torino
Già alle 20.30 l’atmosfera sotto al palco dello spaziale Festival si fa tesa, il pubblico non vede l’ora di ascoltare e poter finalmente toccare con vista e orecchie, le gesta eroiche dei Raconteurs e della loro star interna, nonché vero e proprio “protetto” di Keith Richards, Jack White.




Alle 21.00 salgono sul palco i Vampire Weekend, intenti a presentare la loro ultima (e prima) fatica.
Hanno un buon impatto sul pubblico, la gente canticchia o balla e anche gli arrangiamenti sono molto apprezzati, molto diversi dal disco “freddo” e in certi casi ripetitivo, risultano caldi e coinvolgenti.
“I Vampiri” (come vengono apostrofati dalla maggior parte dei fans presenti nel pubblico) continuano a suonare per un’oretta buona, fino circa alle 22.00. Alla fine dello show però il pubblico sembra stufarsi, alcuni guardano l’orologio e altri invece osservano il movimento all’interno del backstage. Di certo I Vampire Weekend dimostrano una buona conoscenza  musicale, ma risultano ancora un po’ lontani dalla perfezione, del resto sono universitari che si sono presentati sul palco con camicia bianca e faccia ancora “ troppo” pulita, è necessario dare loro del tempo per migliorare!

Successivamente salgono sul palco diversi roadie per l’ultima ispezione  agli  strumenti. Caratteristica inquietante che accomunava queste assurde figure era il vestiario, un completo tra il verde e il grigio e un cappello con piuma annessa. Per quanto mi riguarda, la scelta mi ha un po’ inquietato. Questa precisione ossessiva, quasi patologica, voluta quasi sicuramente da Jack White, avrebbe attirato molte critiche se lo show non fosse andato a buon fine. Fortunatamente tutte le miei incertezze vennero smentite.
I Raconteurs salgono sul palco senza troppo timore. Prendono in mano gli strumenti e il suono è davvero potente. Fin da subito dimostrano una padronanza della tecnica sconvolgente. Ovviamente è Jack White a tirare le redini del gruppo. Ruba spesso il microfono (e la chitarra) a Brendan Benson  e si ingegna suonando diversi strumenti, come la tastiera per esempio, rivelando le sue doti “mica male” da polistrumentista. La figura di White come Leader però non risulta una pecca, non rischia di diventare l’unico componente del gruppo in una formazione che potrebbe prendere il nome di Jack White+ Raconteurs; Infatti, vince la compattezza e anche se è Jack a suonare i grandi assoli e a decidere la fine dei brani,la visione d’unione risulta centrale e irrinunciabile.
Il gruppo con alle spalle due album, diversamente seducenti, si concentra sulla tracklist del secondo, cioè del bellissimo Consolers of the Lonely e poi alcuni pezzi del primo lp  Broken boy Soldier  tra cui Steady As She Goes, Level, Blue Veins e Hands.
 Il pubblico è in delirio; La forza dei Raconteurs è proprio questa infatti, la setlist da loro proposta è perfetta, ne’ troppo invadente e aggressiva ne’ troppo stanca,ha la caratteristica peculiare di non avere ( o quasi) cadute di tono, ma solamente vibrante energia da regalare senza troppo impegno al pubblico contento.
Per tutta la durata del concerto, i Raconteurs hanno saputo aggredire, graffiare e incatenare il pubblico a loro piacimento. Ma ben poco hanno da condividere con i gruppi molto in voga di questi tempi, che dicono di appartenere a qualche scena indie ma sono senz’ anima, senza spinta morale e personale, ma soprattutto senza tecnica. Il gruppo in questione non è perciò da considerarsi come il progetto estivo del cantante dei White Stripes, ma bensì come proposta riuscita senza cedimenti e incertezze ,una puntata vincente e superba.
E vedere lì, le dita di Jack White che improvvisano senza sosta fan pensare che il rock ‘n’ roll sia davvero ancora vivo.

Mariella Lazzarin

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