Le Orme
10/06/2006 - Palasport - Trento
Serata dedicata al Progressive made in Italy al Palasport di Borgo Valsugana, piccolo paese in provincia di Trento. Le Orme, storica formazione Rock italiana, hanno infatti festeggiato i quarant’anni di attività con uno show lunghissimo, intrattenendo il pubblico fra successi del passato e canzoni più recenti. Per RockLine.it c’erano Elena Fava e Jacopo Prada…




Borgo Valsugana è un piccolo paese di circa seimilacinquecento anime, ma può vantare una posizione geografica strategica ed un’associazione culturale formata da ragazzi davvero in gamba, la Notabene. Quest’ultima, dopo aver organizzato i concerti di Premiata Forneria Marconi, Modena City Ramblers, Piero Pelù e molti altri ancora, ha avuto la brillante idea di portare in Valsugana Le Orme, complesso Prog Rock di Marghera con qualcosa come quarant’anni di carriera alle spalle. Facilmente raggiungibile sia dal Trentino che dal Veneto, il Palasport di Borgo si rivela una location interessante per eventi come questo, sempre però se si ha a disposizione un’automobile. L’alternativa sarebbe il treno, ma il problema degli orari persiste e ciò non consente ai più giovani di presenziare ai vari concerti.

Durante il viaggio sono frasi spiritose e battute a dimostrare lo scetticismo nei confronti di una band che pare ormai arrivata al capolinea, vista specialmente l’età di Aldo Tagliapietra e Michi Dei Rossi, unici due membri originali rimasti attualmente in formazione. L’atmosfera all’interno del palazzetto è surreale: il pubblico, di poco inferiore al migliaio di persone, è interamente seduto e l’età media degli spettatori si aggira intorno ai cinquant’anni. Come se non bastasse, improvvisamente salta la corrente e si teme il peggio. Fortunatamente, dopo pochissimi minuti tutto torna alla normalità e finalmente si può iniziare, sorprendentemente senza alcun ritardo. Senti L'Estate Che Torna e Mita Mita lasciano gran parte del pubblico stupefatto. Le Orme non sono certo quelli di quarant’anni fa, ma la grinta e la classe bastano per travolgere ed emozionare i presenti. I due pezzi, risalenti addirittura al 1969, scaldano gli animi, mentre quelli successivi, estratti da Collage, ovvero la titletrack e Sguardo Verso Il Cielo, rappresentano uno dei punti più alti toccati durante la serata. Si prosegue con l’emozionante esecuzione di Gioco Di Bimba, nella quale è possibile apprezzare un effetto di luci davvero suggestivo. Tecnicamente parlando, le canzoni di Felona E Sorona, disco d’oro nel 1972, mostrano una band in grande spolvero, una band che all’uscita dell’album in questione era indubbiamente sulla cresta dell’onda.

La carriera del combo veneto proseguì poi in fase discendente, come è facile intuire dal concerto stesso, il quale raggiunge nella parte centrale livelli molto bassi, come dichiara lo stesso Tagliapietra poco prima dell’esecuzione di Marinai, banalissimo pezzo portato dai Le Orme niente meno che al Festival Di Sanremo. Nel finale si ritorna al Progressive con le canzoni di Elementi e L’Infinito, rispettivamente del 2001 e 2004. Difficile reggere tre ore di concerto, specialmente quando si ha una certa età; appare quindi normale un calo a livello di prestazione scenica sul finire dello show, in modo particolare di Michi Dei Rossi, il quale aveva speso fin troppe energie nell’arco della serata giocando a fare il ragazzo di un tempo. Si spengono i riflettori, ma il meglio deve ancora arrivare: da brividi infatti è la conclusiva Cemento Armato, grande classico del complesso veneziano suonato in modo quasi divino. Il pubblico è in delirio: tutti in piedi a cantare, ad applaudire, a rendere omaggio ad uno dei gruppi più significativi della scena Prog italiana, Le Orme.

Tre ore di concerto, una miriade di pezzi proposti, fra cui pure i singoli Sera e Canzone D’Amore, per un concerto a dir poco incredibile. Per Aldo Tagliapietra e Michi Dei Rossi il tempo non sembra essere passato ed ottimi sono stati anche Michele Bon, capace di esaltare il pubblico con i suoi assoli di tastiera, e Andrea Bassato, musicista composto ma tecnicamente impeccabile, sia con il pianoforte che con il violino. Eccellenti le luci, capaci di dare un tocco di fascino in più all’atmosfera, mentre si poteva fare di meglio per quanto riguarda i suoni, comunque discreti e mai fastidiosi. I prezzi, sia all’entrata che al bar, sono stati tutto sommato economici e l’organizzazione pressoché perfetta. Niente da aggiungere; si è trattato di un evento storico, interessante ed allo stesso tempo avvincente.


Report e foto - Elena “Venom” Fava e Jacopo "Beelzebub" Prada

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