Hell On Earth
27/09/2007 - MusicDrome - Milano
Giunto ormai alla sua terza edizione, l’Hell On Earth Tour ritorna anche quest’anno in Italia, e più precisamente all’ex Transilvania Live di Milano, ora chiamato Musicdrome. Headliner della kermesse itinerante sono gli statunitensi Walls Of Jericho, ma, come vedremo, a livello di gruppi non mancano certo i grandi nomi…



Dopo due anni in Emilia Romagna (Bologna prima, Pinarella Di Cervia poi) sotto Hellfire Booking, l’Hell On Earth Tour approda a Milano per volere della Live, agenzia che ha organizzato la tappa italiana di quest’edizione. In concomitanza con il minifestival dalle tinte Metalcore, sempre a Milano avrebbe dovuto arrivare anche una band americana che secondo alcuni (non il sottoscritto, ci tengo a precisarlo) si avvicina al genere caratteristico dell’Hell On Earth Tour. Ecco quindi la decisione di aggiungere alla scaletta, già nutrita fra l’altro, altri tre complessi: i tanto osannati DevilDriver ed i loro compagni di tour: God Forbid e The Sorrow. Si tratta di una mossa astuta, ideata per avvicinare un numero maggiore di persone all’evento. Già, perché in questo Hell On Earth Tour 2007 non c’è molto di nuovo: per i Walls Of Jericho è la quarta data italiana nel giro di un anno, gli All Shall Perish accompagnarono a marzo Caliban e Bleeding Through proprio qui al Musicdrome ed i Fear My Thoughts erano a gennaio a Bolzano di supporto ai Kataklysm. Tutti gruppi già visti, e apprezzati, dal sottoscritto. E allora perché assistere all’edizione 2007 dell’Hell On Earth Tour 2007. Innanzitutto per i Freya di Karl Buechner (ex Earth Crisis), alla loro prima data italiana di sempre. In secondo luogo per comprendere il reale valore dei Born From Pain, band che su disco raramente delude le aspettative. Con l’aggiunta dei DevilDriver si aggregano poi alla kermesse anche i The Sorrow, descritti dalla stampa tedesca come degli autentici fenomeni e quindi potenziali artefici di un ottimo show.

Appena arrivato al locale, però, iniziano i colpi di scena: un cartello scritto a mano e completamente inzuppato dalla pioggia battente avvisa che i concerti di DevilDriver e God Forbid sono stati cancellati. Il motivo? Problemi con la polizia doganale svizzera. Per molti è il panico. Fra gli spettatori c’è infatti chi ha macinato chilometri su chilometri per poter assistere unicamente alla performance del gruppo di Dez Fafara. C’è anche chi dice di voler tornare a casa, qualcuno lo fa per davvero. Personalmente mi ha fatto enorme piacere leggere la notizia, dal momento che ritenevo DevilDriver e God Forbid le formazioni meno interessanti della serata, tuttavia non nego che il disappunto provato da molti appassionati accorsi qui sia più che condivisibile. Su internet, fino all’orario di apertura, non ci sono notizie ufficiali e le linee telefoniche risultano costantemente occupate. Qualcuno pensa addirittura sia uno scherzo. Invece è tutto vero: a parlarci dell’accaduto è Erick Edward, chitarrista dei Freya, il quale ci racconta che le due band hanno tentato di occultare del merchandise al passaggio di frontiera fra Svizzera ed Italia. La polizia ha però trovato il materiale nascosto e ha posto come condizione per l’attraversamento del confine il pagamento di una multa. I due gruppi hanno invece deciso, per non pagare la somma, di tornare indietro ed entrare in Italia tramite l’Austria. La conseguenza? I rispettivi concerti annullati. Il giorno dopo l’accaduto è comparso un comunicato ufficiale sul sito della Roadrunner Records (casa discografica dei DevilDriver), dove però non vi era alcun riferimento all’occultamento della merce da parte del gruppo. Di chi fidarsi? A voi la decisione. A causa dei due annullamenti, comunque, saltano tutti gli orari e soltanto verso le cinque è concessa l’entrata nel locale.

I primi a salire sul palco sono i The Sorrow, ovvero gli unici supersiti del tour dei DevilDriver. Il combo austriaco, forte del successo ottenuto dal debutto Blessings From A Blackened Sky, si presenta piuttosto carico, ma finisce con il perdersi strada facendo. Il percorso vero la maturità è ancora lunghissimo per Mätze e soci. D’altronde, non basta un album d’esordio tutto sommato valido per poter condividere il palco con mostri sacri quali Born From Pain e Walls Of Jericho. A brani tirati e coinvolgenti (l’introduttiva Elegy, From This Life, Far Beyond The Days Of Grace, tanto per fare dei nomi) non corrisponde infatti un’adeguata presenza scenica, né tanto meno una preparazione ideale per affrontare un simile impegno. E’ semplicemente incredibile che, mentre un membro della band sia intento ad introdurre il pezzo o a scambiare qualche battuta con il pubblico, gli altri attacchino con il brano successivo. I quattro austriaci sentono la tensione e lo si nota in maniera evidente dal primo all’ultimo pezzo. Purtroppo il pubblico italiano non aiuta il gruppo e si rivela ancora una volta troppo freddo con i gruppi meno quotati. Peccato, perché le parti cantante e l’accenno a Pursuit Of Vikings degli Amon Amarth non erano neanche tanto male…

Si cambia totalmente registro stilistico con i From A Second Story Window, stravangate band statunitense attiva dal non troppo lontano 2003. Il combo, formato da cinque elementi, dimostra una certa esperienza in materia di concerti dal vivo, esattamente al contrario dei The Sorrow. Il bassista Joe Sudrovi, per esempio, indossa una simpatica maschera per tutto l’arco dello show, mentre il frontman e cantante Will Jackson sembra uscito direttamente da un manicomio tanta è la sua carica adrenalinica sul palco del Muscidrome. Il sound dei From A Second Story Window è riconducibile ad un Deathcore intriso di elementi Noise e del tutto schizofrenico. Una proposta, insomma, non adatta a chiunque. Tuttavia, l’accoglienza riservata ai cinque dal pubblico presente è veramente sbalorditiva, a dimostrazione del fatto che la mezzora scarsa di pura rabbia sonora è stata apprezzata da molti.

E’ finalmente il turno dei Freya, gruppo nato dalle ceneri dei leggendari Earth Crisis, padrini dell’Hardcore nordamericano nel corso del decennio passato. Dopo il reunion tour di giugno, Karl Buechner torna dunque a battere il suolo europeo, stavolta per promuovere il suo nuovo ed entusiasmante progetto. Non sono in molti, fra i presenti, a conoscere il passato del singer di Syracuse, ma ciò non deve sorprendere visto che il pubblico è composto perlopiù da agguerriti metal kids. Nonostante questo, sono in molti ad applaudire il combo nordamericano, presentatosi sul palco (abbastanza inspiegabilmente a dire il vero) con un solo chitarrista. Il sound purtroppo ne risente, specialmente per quanto riguarda la sua componente Metal. Di conseguenza le differenze fra la band on stage ed i vecchi Earth Crisis si fanno sempre più lievi, merito anche di un Karl Buechner assolutamente scatenato. Il suo cantato non è dei più aggressivi (durante il periodo degli Earth Crisis era frequente l’uso di un growling ben più violento in sede live), tuttavia è proprio il singer a rendere veramente unica la performance del combo. Vengono proposti brani estratti dal validissimo Lift The Curse (uscito ad inizio anno su Victory Records), così come pezzi più datati (Struggle To Survive e la cover dei Black Flag Spray Paint The Wall su tutti). Threads Of Life, Suffer Not One e Lift The Curse sono quasi irriconoscibili rispetto alle versioni in studio, le quali avevano un impronta prettamente Metalcore. Il pubblico gradisce ugualmente e Karl lo ringrazia applaudendolo al termine di ogni singolo brano. Dopo circa mezz’ora di intenso fervore il concerto volge al termine, lasciando un pizzico di amaro in bocca per via del troppo poco tempo riservato ai Freya. Anche se per solo mezz’ora, comunque, è sembrato davvero di rivedere sul palco gli Earth Crisis. Una sensazione, credetemi, assolutamente piacevole.

Seguono i Fear My Thoughts, gruppo germanico attivo fin dal 1998. Nonostante i diversi album pubblicati, la band è passata alla ribalta solo quest’anno grazie a Vulcanus, valutato da molti come uno dei lavori più interessanti del 2007 in materia di Metalcore. Come detto, è la seconda volta nel giro di pochi mesi che i Fear My Thoughts giungono nel nostro Paese: la prima occasione fu il tour a supporto dei canadesi Kataklysm, tour che fece tappa in quel di Bolzano a gennaio. Rispetto al concerto altoatesino, il gruppo teutonico vede la presenza del proprio singer dietro al microfono, e non di un semplice sostituto come nel caso della precedente performance. Sia tecnicamente che dal punto di vista scenico la qualità ne guadagna davvero tantissimo. Nonostante il buon lavoro svolto dal sostituto a gennaio, infatti, Martin Fischer dà sicuramente più vigore alla serata, conferendo al tempo stesso maggiore sicurezza nei compagni di formazione. I suoni, però, sono tutt’altro che perfetti e penalizzano in larga misura i cinque tedeschi, costretti addirittura ad interrompere la propria performance per risolvere alcuni problemi tecnici dell’amplificazione. Lo show termina poi con l’esecuzione della trascinante Gates To Nowhere, la quale risente ancora dei grattacapi legati al suono.

Altra vecchia conoscenza milanese sono gli All Shall Perish, ennesima band a salire sul palco del Musicdrome. Il complesso capitanato dall’estroverso singer Eddie Hermida, ha già avuto modo di suonare in Italia nel 2007, proprio qui a Milano durante la data del Darkness Over Europe Tour. Quella volta, insieme a I Killed The Prom Queen, Bleeding Through e Caliban, i californiani avevano messo in scena un concerto di tutto rispetto, risultando fra l’altro i più violenti della serata. Le coordinate stilistiche non sono variate di una virgola rispetto al precedente live show, anche se la band appare meno convinta di sé stessa ed in alcune circostanze compie qualche sbavatura di troppo. Il cantato di Eddie è davvero aggressivo, ma a lungo andare perde intensità e con esso il concerto in sé. Questa è perlomeno l’impressione di chi ha già avuto la possibilità di vedere gli All Shall Perish dal vivo, in circostanze non troppo diverse, ma con esiti piuttosto differenti.

Penultimo gruppo ad esibirsi stasera sono gli olandesi Born From Pain, privi di un proprio singer dal marzo di quest’anno. A sostituire il dipartito Che Snelting durante l’Hell On Earth Tour 2007 c’è però un ospite d’eccezione: Scott Vogel, vocalist dei Terror nonché frontman dalla grinta straordinaria. E’ lui il vero protagonista del concerto: salta da una parte all’altra del palco con un impeto pazzesco, incita il pubblico a scatenarsi e, sebbene non offra una prova tecnicamente perfetta, interpreta alla grande i brani firmati Born From Pain. Purtroppo la setlist non offre alcuna cover dei Terror, ma d’altronde era abbastanza prevedibile visto il suo ruolo di semplice sostituto. In linea generale i Born From Pain non deludono le attese, proponendo un sound a cavallo fra Hardcore e Thrash Metal. Alla lunga le sonorità si rivelano piuttosto monotone, tuttavia non si tratta certamente della prima performance ad evidenziare un difetto di questo tipo. E’ piuttosto il locale milanese a penalizzare la band, impedendo a Scott di avere un contatto ancor più diretto con il pubblico. Lo stesso problema che, ahimè, influenzerà negativamente la performance del gruppo successivo, ovvero gli attesissimi Walls Of Jericho.

Capitanati dalla bella e tenace Candace Kucsulain, i Walls Of Jericho rivestono stasera il ruolo di headliner. Avendo già visto i cinque statunitensi all’opera quest’estate, so per certo che lo show di Milano non rende affatto giustizia al gruppo di Detroit. Questo non tanto per colpa della povera Candace e dei suoi compagni, quanto invece a causa delle carenze logistiche dell’ex Transilvania Live. Probabilmente fra i peggiori locali milanesi, il “nuovo” Musicdrome dovrà lavorare moltissimo per riconquistare la fiducia dei tanti appassionati rimasti amaramente delusi dalla struttura e da tecnici del suono della venue. Tornando a parlare del concerto, i Walls Of Jericho investono il pubblico grazie ad un muro di suono potente e massiccio, sovrastato dal growling micidiale della singer nordamericana. I brani proposti nel corso della serata sono per la maggior parte estratti di With Devils Amongst Us All, come del resto da un anno a questa parte. Un pizzico di coraggio in più nella stesura della setlist non farebbe certo male, anche perché chi conosce la band statunitense sa bene che esistono pezzi più datati ed ugualmente validi. Nel finale spazio alla classica Revival Never Goes Out Of Style, proposta come unico bis della serata.

Lasciando il Musicdrome viene spontaneo domandarsi che ne sarà di questo locale, situato in una zona relativamente scomoda da raggiungere e dotato di attrezzature raramente all’altezza della situazione. Se ci si aggiunge un’organizzazione approssimativa la frittata è servita: purtroppo la data italiana dell’Hell On Earth Tour 2007 non verrà ricordata da tutti positivamente. Perché? Scelta dei gruppi discutibile, posizioni nella line up altrettanto contestabile (perché mai far suonare gli All Shall Perish dopo Freya e Fear My Thoughts?) cancellazioni dell’ultimo minuto, locale quasi vergognoso e, bisogna ammetterlo, anche parecchia sfortuna. Per appassionati accorsi da tutta Italia, scusate, ma non è poco. All’anno prossimo comunque, sperando in una cornice ben diversa rispetto a quella di quest’edizione.

Report - Jacopo “Beelzebub” Prada

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