Gotthard
22/10/2005 - Transilvania Live - Milano

Seconda volta in Italia per i Gotthard, a poco tempo di distanza dalla grande esibizione in quel del Tradate Iron Fest. Ancora un'altra strepitosa performance da parte della band svizzera, che prima del concerto rilascia un'intervista a RockLine.it, parlando sia dell'esibizione che seguirà, sia dell'ultima pubblicazione Lipservice



Arriviamo alle ore 21 precise al Transilvania di via Paravia a Milano e con nostro profondo rammarico scopriamo che i Wine Spirit, act di supporto della serata, hanno preferito non esibirsi e purtroppo non ci è stato dato sapere i motivi di tale scelta… peccato perchè per la band di casa nostra sarebbe stata un’ottima vetrina, ma ne prendiamo atto ed attendiamo impazienti gli headliner.
Questa è stata l’unica nota stonata di una serata all’insegna del class rock, nella quale gli svizzeri hanno dato il meglio sia come professionalità sia dal punto di vista prettamente musicale.
La voglia di vedere dal vivo Leoni (chitarra) e compagni è alle stelle, e lo si percepisce dalla numerosissima folla che ben presto riempirà il locale: le stime parlano di seicento persone, e non si fatica a crederlo.
Alle ventidue si alza il telone rappresentante la cover dell’ultima fatica discografica (Lipservice) e finalmente si comincia : All We Are è la prima song che viene eseguita subito seguita da Dream On; questi due brani sono ottime song veloci e coinvolgenti, perfette per aprire il live-set, dato che riescono nell’intento di fare entrare gli astanti nella giusta atmosfera festaiola che aleggerà per tutta la serata. Per la band si tratta infatti di una festa che celebra il loro arrivo in terra italica dopo diversi anni di assenza.
Questo fatto lo si comprende da come i musicisti o risultano coinvolti, dalla grinta che ci mettono e da quanto si divertono ed hanno voglia di far divertire.
Prosegendo con il set si arriva ad Hush, cover dei Deep Purple, ma anche il singolo che li lanciò ai tempi del loro primo omonimo album; si torna in seguito a Lipservice (l’ultimo CD, che qui viene abbondantemente saccheggiato) con la struggente ballata I’ve Seen The Angel Cry, dove Steve Lee dimostra, se mai servisse, quanto la sua voce sia calda e che cantante incredibile sia. La band non è da meno però, e non perde tempo per mostrarlo nella successiva Top Of The World; durante l’secuzione del pezzo l’impianto luci salta, ma i nostri non si fermano e nel buio totale eseguono perfettamente sino alla fine la song. Sembrava tutto perfetto sino ad ora, ma questo piccolo imprevisto è servito unicamente a dar maggior lustro ad un combo compatto e di grandissimo valore. Ormai è fatta:i Gotthard hanno coinvolto e rapito l’attenzione di chiunque e da ora in avanti sarà un susseguirsi di emozioni e brividi al ritmo del loro hard blues.
Il live set comprende estratti da tutti i dischi, con logicamente un occhio di super riguardo per l’ultimo Lipservice, ma personalmente il momento clou della serata è iniziato con la sfida tra Leo e Freddy, i due chitarristi, che anticipava Fist In Your Face per poi proseguire con la datata e magnifica Firedance, ormai immancabile nel bill di ogni loro concerto.
Siamo ormai giunti alla conclusione con Cupid’s Arrow, e la blueseggiante Mountain Mama estratta da Dial Hard, uno dei loro migliori lavori, seguita dalla magnifica Mighty Quinn.
I Gotthard salutano felici del successo riscosso e lasciano un pubblico mai soddisfatto che li richiama a gran voce sul palco… quindi via con i bis: arriva Heaven, forse la loro più bella ballata, seguita a ruota da Lift-U-Up e dall’ultimo singolo Anytime Anywhere, la quale ha il compito di chiudere il concerto.
In realtà non è ancora finita: dopo varie acclamazioni e tanto affetto nei loro confronti i Gotthard ricambiano con un graditissimo regalo ed un omaggio a chi l’hard rock l’ha inventato, con l’esecuzione di Immigrant Song dei Led Zeppelin.
Ora è davvero finita, e senza remora possiamo affermare di aver assistito ad uno dei più bei concerti di questo 2005, anno che, ne siamo certi, ci regalerà ancora molte notti all’insegna della musica più bella del mondo.
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