Editors, The
28/03/2008 - Alcatraz - Milano
Ritorna in Italia la realtà Editors per due serate all’insegna della spontaneità sonora e della sensibilità compositiva. La data del 28 Marzo all’Alcatraz di Milano ha fatto registrare l’inaspettato sold-out da parte della band britannica del momento, che ha garantito un’ora e mezza di musica matura e consapevole.




Il locale gremito di fans di tutte le estrazioni musicali (dai Dark agli Emo, dai giovanissimi agli adulti) rappresenta il simbolo della magia legata agli Editors, unica band britannica capace di vendere un milione e mezzo di copie dal 2005 pur rimanendo sotto il contratto dell’indipendente Kitchenware Records. Il successo di An End Has A Start si è avvertito fin da subito in un Alcatraz pronto ad accogliere i quattro di Birmingham e desideroso di accostarsi anche al gruppo spalla, i newyorkesi Mobius Band, con il loro Indie elettronico carico di Shoegaze e Funk. Presentando i pezzi del coinvolgente The Loving Sounds Of Static (2005) e del nuovo discreto Heaven, la Mobius Band ha saputo esibire un gusto che si è ben accostato alla tipologia della serata, dai toni caldi e distesi: se a questo si aggiunge la notevole sicurezza dimostrata dai componenti della band dal punto di vista tecnico, nonostante la scarsa esperienza live, si comprende quale sia stato il valore di un’esibizione d’apertura breve ma intensa.

Dopo circa mezz’ora dalla conclusione della Mobius Band, è toccato agli stessi Editors far entrare il pubblico nel vivo della serata con le loro canzoni deliziose e posate, tratte dagli unici due album realizzati finora, The Back Room e An End Has A Start.
Camera, brano di avvio, non tradisce le aspettative, pur rimanendo decisamente in ombra rispetto all’esplosione di carica raffigurata dalla seconda An End Has A Start. Da subito Tom Smith culla gli spettatori con la sua voce accogliente e profonda, piena e melodica, dando sfoggio anche di tutte le sue doti da musicista: dalla tastiera ricca di effetti alla chitarra elettrica, dal malinconico pianoforte alla riflessiva chitarra acustica.
Il punto di forza degli Editors è quello di saper conciliare tradizioni timbriche diverse, strizzando un occhio alla Wave degli anni Ottanta per le dense linee di basso e volgendosi verso la dimensione Indie attuale; l’approccio vocale tenuto da Tom Smith e il contesto descritto dalle chitarre vellutate conferisce l’evidente patina inglese che ha accompagnato formazioni come Radiohead e Coldplay, garantendo un’elevata freschezza di composizione.
La scaletta del quartetto ha valorizzato ciascuno di questi lati della band, variando dalle aperture  sonore di Lights, Bullets, All Sparks e della meravigliosa Escape The Nest alle ritmiche trascinanti di Blood e Fingers In The Factories fino al momento riflessivo di The Weight Of The World e Push Your Head Towards The Air.
Accolta con entusiasmo dal pubblico anche la cover dell’eterna Lullaby dei maestri Cure, a cui gli Editors si sentono parecchio legati per l’influenza: di certo la voce di Tom Smith non conserva il tono di quella del suo omonimo Robert, ma la cover è parsa comunque ben riuscita nel suo complesso.
Dopo l’uscita di scena, l’encore ha regalato ai presenti i singoli The Racing Rats e Smokers Outside The Hospital Doors, ennesime conferme della sensibilità degli Editors, in grado di percorrere diversi filoni stilistici senza mai risultare scontati o banali.

Non rimane pertanto che ringraziare la romana DNA Concerti per aver concesso la possibilità a ben 5000 fans italiani di poter ammirare dal vivo (tra le due date di Milano e Rimini) un quartetto fuori dal comune, affascinante nelle ritmiche, soffice nella chitarra, delicato nel pianoforte ed onirico nel registro vocale.
E se a molti la musica degli Editors parrà un revival Post Punk dal sapore commerciale, il contratto semplice sotto la Kitchenware Records fugherà ogni dubbio riguardo ad eventuali operazioni economiche sotto splendidi album come The Back Room e An End Has A Start.

Edoardo Baldini

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