Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Alessandro Mattedi
Etichetta: 
Subsound Records
Anno: 
2007
Tracklist: 


1. Introspectshow
2. Cowboys
3. Our Last Day in the Desert
4. Allure
5. Viremia
6. It Concerns You
7. The Traveller
8. 2cerebrate
9. Shaking Black Picture
10. Uncatchable
11. Newropathy
12. Out of Sight
13. The Death of a Man Called Icarus

Zeroin

The Death of a Man Called Icarus

Gli Zeroin sono un giovane gruppo alternative rock/metal di Modena. La loro musica si fa notare per le influenze principalmente da gruppi come i Deftones, i Faith No More anni '90, i Bush, i Soundgarden, i Ministry ecc, ma loro si dimostrano molto aperti e ricchi di interessamenti ad ampio raggio, citando ottimi gruppi diversissimi come Portishead, Depeche Mode, Tool, Radiohead, Cure fra le loro preferenze. Potremmo aggiungere secondariamente anche altri gruppi, come ad esempio i Dredg più duri.Essenzialmente in ogni caso il loro full-lenght The Death of a Man Called Icarus (uscito dopo l'omonimo demo e Sophisticated, entrambi autoprodotti) si stabilisce su coordinate le cui radici si aggrappano al periodo post-grunge, connotati industrial metal, sporadicamente qualcosa di nu metal (ma alla lontana), il tutto abbinandovi diversi spunti elettronici di contorno e fraseggi melodici oscuri che speziano il tutto, seppur non troppo in primo piano (sarebbe stato interessante approfondirli maggiormente e più spesso). In generale insomma in loro si condensano varie tendenze del rock alternativo più pesante degli ultimi quindici/venti anni.

Nonostante molti spunti intriganti messi in banco dal gruppo e diverse canzoni che scorrono godibilmente, a penalizzare la proposta sono però tre fattori: la registrazione tendenzialmente di qualità medio/bassa (appare strano perché è stato masterizzato a New York); il cantante Manuel Ciccarelli, le cui linee vocali si dimostrano abbastanza piatte e poco versatili, oltre che marcate da un accento che spesso stona con le sonorità del disco; il songwriting, che forse mette un po' troppa carne al fuoco, rendendo così il disco ancora disomogeneo e altalenante nella personalità che deve ancora essere ben focalizzata.
Insomma, gli Zeroin hanno molto potenziale e del talento ma si dimostrano ancora acerbi, necessitando quindi di maggiore consolidamento delle proprie capacità: in alcuni casi appaiono ancora troppo derivativi (ma non sono riciclatori), in altri trovano la giusta combinazione compositiva ma lasciano un'impressione di incompletezza, come se mancasse ancora un piccolo passo da compiere per loro che però deve essere ancora fatto - in questi casi diviene automatico ipotizzare che il tempo consentirà loro di rielaborare meglio le proprie idee di qui, rifinire le composizioni e fare maggior "labor limae" di là.

La metallica Introspectshow mostra subito un'incalzante miscela di riff corrosivi e sincopati, mentre piccoli spruzzi di elettronica di sottofondo incupiscono l'atmosfera. La voce di Manuel Ciccarelli non è particolarmente brillante, mostra un accento che si rivela poco adatto a queste sonorità oltre che non intonatissimo, e se l'intento della label (lodabile), che ha un buon piano di distribuzione estera, è di far conoscere in quanti più ambienti possibile il gruppo, tuttavia pprobabilmente per un ascoltatore straniero (in particolare anglo-sassone), abituato a differenti linee vocali, il cantante modenese risulterebbe addirittura mal digeribile.Curiosa la seconda traccia, Cowboys, perché si tratta di una cover dei Portishead. Completamente trasfigurata, la sua nuova veste è ben diversa dall'originale, molto meno caustica e spettrale, più corposa ma al contempo catchy. Complessivamente ha sia tratti positivi (densa e melodica) che negativi (gli arrangiamenti non sono ancora bene a fuoco e la canzone appare ancora un po' grezza).Addentrandoci nell'album, Our Last Day in the Desert è una spedita colonna sonora per un viaggio ad alta velocità trascinante e adrenalinico, anche se un po' ripetitivo, in uno dei punti più vicini al metal del disco; mentre Allure è una ballata malinconica ed evocativa, sulla scia dei Katatonia di inizio decennio. Cupi riff post-grunge abbinati ad aperture melodiche più placide caratterizzano invece Viremia, uno dei brani più deftonesiani fino a questo momento. Ad essere ricordati sono invece gli ultimi Korn in It Concerns You, acida ma molto catchy, maggiormente industrial-oriented in diversi spunti e potenzialmente uno dei brani più efficaci dal vivo del disco. La canzone però sa un po' troppo di già sentito e scorre senza troppo lasciare il segno. The Traveller nuota nuovamente in coordinate maggiormente vicine ai precedenti brani, pregievole nelle atmosfere ma, se per quanto già accennato all'inizio la voce di Manuel non colpisce, arrivati a questo punto sembra inadatta, se non nel ritornello dove riesce ad inserirsi bene sopra il muro sonoro di chitarre di sostegno alla melodia. Questo fattore continua a notarsi nella cupa ma incalzante 2cerebrate, un po' meno in Shaking Black Picture (con refrain fra il post-grunge e il "sabbathiano", riff più industriali e spunti funk nel basso); è un punto sul quale gli Zeroin dovrebbero focalizzarsi in futuro per migliorare la resa delle canzoni. Acquisendo maggiore esperienza e maturità, comunque, probabilmente il vocalist riuscirà a fare in modo che risulti più inquadrato nei brani ed espressivo.Passiamo ora ad Uncatchable, una parentesi acustica tinta di effettistica di sottofondo, dal sapore molto americano come sonorità. Al contrario, Newropathy torna a mettere in mostra riff distorti ed una batteria cadenzata, giocando molto anche su synth abbastanza semplici ma inquietanti, ma incentrandosi principalmente sul riffing. Anche Out of Sight si fa notare per i riff, energici ed intensi, amalgamati in atmosfere quasi eteree, dal retrogusto un pizzico mesto. La titletrack conclude il disco con una chitarra acustica ruvida ma melodica, adagiata su di un apparato effettistico tenue che accompagna arpeggi ed accordi. Ci sono buoni spunti, ma forse è un po' ripetitiva infine.

Insomma, il disco ha del potenziale ma che non viene ancora espresso bene a dovere. Considerando però che sono ancora giovani, ci si può aspettare un seguito più maturo dove gli Zeroin si mostreranno più solidi e sicuri, dosando maggiormente le proprie influenze e sfruttando con più scioltezza i propri mezzi. Discreta prova per ora, ma vedremo in futuro cosa ci riserveranno gli emiliani

 

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