Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Iacopo Fonte
Genere: 
Etichetta: 
4AD
Anno: 
1983
Line-Up: 

:
- Anja Huwe – voce
- Manuela Rickers – chitarra
- Wolfgang Ellerbrok – basso
- Fiona Sangster – tastiera
- Peter Bellendir – batteria

Tracklist: 

:
1. Qual
2. Geheimnis
3. Young Man
4. In Der Nacht
5. Orient
6. Hand In Hand
7. Kaempfen
8. Danthem
9. Boomerang
10. Stummes Kind
11. Qual (12” Remix)
12. Zeit
13. Sehnsucht

Xmal Deutschland

Fetisch

Anime celate degli anni ’80, gli Xmal Deutschland costituirono uno dei capitoli più significativi della wave oscura e in particolare di quella diramazione del dark che prediligeva atmosfere sfumate, miste a ritmi tribali opprimenti. La band di Amburgo sorge esattamente nel 1980, grazie alla vocalist, emblema del combo tedesco, Anja Huwe; grazie alle sue linee vocali cupe e dissonanti, gli Xmal Deutschland riescono rapidamente a crearsi un seguito nella seconda città più grande della Germania – allora Germania-Ovest – dove le sonorità inglesi wave stavano attecchendo con una rapidità impressionante, insieme a una pericolosa assuefazione a quel life style post-punk che cominciava già a falciare centinaia di vite. L’ondata di note che creavano emarginazione, disagio, disintegrazione, influenzò tantissimo anche la band della Huwe che indirizzò il proprio sound nel solco della feconda tradizione londinese siouxsiana. Dopo aver registrato la prima volta la goth track capolavoro Incubus Succubus nel 1982 ed aver spedito un demo tape alla 4AD di Ivo Watts-Russell, ecco finalmente giungere anche un contratto pesante. Così la band espone il segnale lavori in corso e nel giro di un anno è pronta per la pubblicazione del full-lenght d’esordio, Fetisch (1983). Subito a un primo ascolto, il popolo oscuro comprese di avere a che fare con degli artisti dai grandi numeri: Anja Huwe avrebbe potuto perfettamente doppiare il talento di Siouxsie, conferendo oltretutto un tocco di raffinata acidità, quanto mai piacevole. La ricetta degli Xmal Deutschland perciò si presentò per lo meno appetitosa per il pubblico europeo, resa poi ancora più attraente da una resa live davvero potente, che stupì molto il team della label londinese.

Mentre la critica cominciava già a parlare di tribalismo bianco made in Germany, la formazione, nata praticamente tutta al femminile (nell'album tre donne su cinque), riceveva ondate di consenso nelle varie date di presentazione del disco – tra cui memorabile fu una delle serate del The Venue’s showcases della 4AD -. Una musica isterica e graffiante era il corrispondente sonoro di quel desiderio pazzo e sfrenato d’evasione che attanagliava gran parte del loro seguito. A tal proposito i battiti da tachicardia dell’underground wave britannico, in stile Killing Joke, si scioglievano in soluzioni vocali siouxsiane, più sfrontate e aggressive. Un tocco germanico differenziava certamente i brani sfornati in Fetisch dalle produzioni inglesi; complice è poi una produzione lirica in lingua madre, atta a intensificare l’atmosfera di attrito che già abbondantemente pervade tracce come Geheimnis, Orient. Da una parte la produzione è ancora offuscata e grezza, ricca di immagini e flash suburbani (In Der Nacht); dall’altra il mood si carica ulteriormente di cupezza e oppressione, rendendo quasi invivibile i cinquanta minuti  d’esordio, con la danza di morte di Hand In Hand, con l’arcigno incedere della batteria di Kaempfen o con l’ansiolitica e delirante Sehnsucht – parte dell’aggiunto Qual EP -. Urla feroci, proprio come quelle dei tanto in voga, all’epoca, film splatter, si mischiano a schizzi narcotici e primitivi di tastiera.
Da un lato quindi si assiste a una dimostrazione perfetta dei canoni ormai acquisiti della darkwave, dall’altro emergono come dei lampi a ciel sereno elementi che anticipano l’elettro-goth di Clan Of Xymox – bellissimo esempio è Stummes Kind, brano che rievoca in un certo qual modo gli esperimenti d’avanguardia dei The Creatures -. Infine con Fetisch, gli Xmal Deutschland si preparano a conquistare i palchi mondiali con Tocsin, album immediatamente successivo, che porterà a piena maturazione il sound tribale e inquietante della band di Anja Huwe.

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