Voto: 
7.3 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Black Widow Records
Anno: 
2004
Line-Up: 

- Lucio Calegari - chitarra acustica ed elettrica, voce, tamburello, footswitches

- Paolo "Apollo" Negri - Hammond, Mellotron, Moog, pianoforte

- J.C. - voce solista

- Andrea Concarotti - batteria

- Enrico Garilli - basso




Tracklist: 



1. From the purple Skies (06:08)

2. The Elephant Stone (06.33)

3. Drifting (07.40)

4. Across the Sunrise (08:53)

5. Forever My Queen (02.56)

6. Rising Above (07.03)

7. Queen of Violet (06:19)

8. Space Child (09:08)

9. Gypsy (05.22)

10. Return to Uranus (18:14)

Wicked Minds

From the Purple Skies

Giunge quasi dal nulla questo From the Purple Skies dei piacentini Wicked Minds, band che nel presente ripropone sonorità legate al passato, spaziando tra l’Hard Rock dei Deep Purple e altre tendenze Psichedelico/Progressive in pieno stile Uriah Heep.
E’ raro trovare una realtà così originale nel panorama odierno e quest’album prodotto dalla Black Widow Records ne è la testimonianza più viva: il gruppo si presenta provvisto di una spiccata facilità nel song-writing, soprattutto per quanto riguarda il registro degli organi, strumenti portanti della musica dei Wicked Minds.
Sorprende anche la lunghezza del lavoro, ben 80 minuti di puro Rock sperimentale, nonostante siano state inserite due cover che non stonano con il contesto dell’opera, ma dimostrano anche le radici stilistiche del quintetto emiliano.

Tendenze alla Deep Purple e spunti alla Hendrix di notevole spessore sono già ricercabili nella title-track, From the Purple Skies, bel brano dall’atmosfera settantiana generata dai temi di organo e dotata di un ritmo assai coinvolgente. Nulla di originale ovviamente, ma un’ottima prova di maturità musicale da parte della band; dalla breve introduzione si passa velocemente ad una fase ritmica che perdura per tutta la lunghezza del pezzo, ben strutturato e largamente influenzato da cadenze alla Rainbow o Uriah Heep. Si rimane sorpresi dalla freschezza del song-writing complesso e mai scontato: se The Elephant Stone può costituire un episodio non particolarmente appassionante, Drifting spiazza con il suo avvio eccezionale e inatteso, molto Progressivo e connesso alla tradizione italiana dei Le Orme, Banco del Mutuo Soccorso e Il Balletto di Bronzo. Drifting è una ballata di enorme spessore, in cui un’ampia gamma di strumenti musicali, tra cui fiati, fa assumere un aspetto nuovo al cd, più riflessivo e ricercato.
Anche la monumentale Across the Sunrise non delude le aspettative, rimanendo chiusa in un baratro oscuro progressivo, in cui gli organi disegnano, insieme alle chitarre, splendidi riff carichi di improvvisazione mista ad emozioni; splendida poi è Space Child, completamente immersa nel sound dei Camel di Moonmadness e altrettanto convincenti sono le due covers Forever my Queen (Pentagram) e Gypsy (Uriah Heep), ben interpretate ed eseguite.

Insomma From the Purple Skies è un album all’insegna dell’Hammond e del Melltron, un capitolo oscuro, impetuoso e trascinante allo stesso tempo: la Psichedelia e il Progressive più cupo si ritrovano come ai vecchi tempi, descrivendo aloni magici e scontati solo in rari casi.
In conclusione rappresenta una buona prova che dovrà essere confermata in futuro da nuove pubblicazioni più sperimentali e più personali, ma che già ora dimostra le capacità compositive in possesso del quintetto nostrano.

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