Voto: 
7.6 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Indie Recordings
Anno: 
2011
Line-Up: 

Sture Dingsøyr - Vocals, Guitar
Stian "Strom" Bakketeig - Guitar
Jarle "Hváll" Kvåle - Bass
Jørn "Steingrim" Holen - Drums

Tracklist: 


1. Arche 06:44 
2. The Blood Eagle 03:56 
3. Wolverine Bastards 04:27 
4. The Sound of the River 04:42 
5. Fire on the Mountain 05:08 
6. The Others and the Look 10:29 
7. Slave 03:54 
8. Welcome to the Asylum 03:22 
9. Then We Die 05:54

Vreid

V

Nati dalle ceneri dei Windir nel 2004, i Norvegesi Vreid sono sicuramente tra le realtà di spicco della moderna scena black metal. Autori di quattro album in passato, i Nostri nel 2011 danno alle stampe questo nuovo V, uscita che ancora una volta conferma la loro bravura quando si tratta di melodic black metal, uno stile ormai abbastanza utilizzato oggigiorno e che necessita di buone idee per risultare sempre piacevole all’ascolto. 

Il taglio epic/thrash di Arche ci dà il suo benvenuto: i riffs sono possenti, taglienti grazie ad una produzione cristallina e sempre con un occhio alla melodia durante le brevi velocizzazioni. Evidentissime le influenze rivestite dagli Immortal di fine anni 90, anche per quanto riguarda lo screaming animalesco ma mai eccessivo di Sture. La struttura è varia e la lunga durata della canzone (ed in generale della composizioni su questo album) ci regala la possibilità di godere appieno di tale fantasia.
Sempre evidenti i richiami alla scuola del metal tradizionale, soprattutto se si prendono in considerazioni le fasi soliste delle chitarre ed i succitati riffs che spesso vengono spezzati da interludi arpeggiati al fine di ricreare la giusta atmosfera di gelo Nordico. Chiari elementi derivanti dal folk sono riscontrabili nelle melodie tracciate dalle sei corde in una The Blood Eagle veramente buona, soprattutto durante le sezioni arpeggiate. Una della tracce migliori del disco, sicuramente.  

Finora come avrete avuto modo di ascoltare nel caso in cui voleste acquistare il disco, ci sono state pochissime sezioni veloci e lo stile dei Vreid punta maggiormente sul mid-tempo al fine di costruire la giusta impalcatura per sostenere riffs melodici ed evocativi, seppur black metal fino al midollo. Bisogna aspettare la successiva Wolverine Bastards per godere di alcune partiture più dinamiche, anche se ad abbracciare riffs sempre dall’impronta melodica bella in evidenza. Echi degli indimenticabili Hades (Norvegia) sono ben evidenti durante le veloci, ma mai troppo, sezioni di doppia cassa tra rallentamenti acustici e rocciosi mid-tempo.
Arpeggi al limite del doom/black, melodie decadenti e sezioni leggermente più progressive derivanti ancora una volta dal secondo periodo dei succitati Hades (già col nome di Hades Almighty, autori del capolavoro Millennium Nocturne) ben si miscelano con alcune clean vocals di una riflessiva e melodiosa The Sound of the River.  

La tirata ed essenziale Fire on the Mountain ben contrasta con le atmosfere della canzone precedente e ci fa godere di una buona dose di black metal thrasheggieggiante, al limite di quello che oggigiorno si chiama black ‘n’ roll. Sul finale di canzone il gruppo decide di puntare nuovamente su alcune linee soliste decadenti con l’entrata di nuove, evocative clean vocals. Con l’arrivo di The Others and the Look la durata si allunga a dieci minuti per un gran lavoro a livello di idee, un connubio di influenze thrash, melodic black metal, Viking ed ambient.
Ottima la melodia del riffing a contrastare alcuni ritorni arpeggiati in tonalità pulita di Slave, song in costante bilico tra le appena citate influenze. Ci si avvicina alla fine del disco con Welcome to the Asylum, tirata e dinamica, la canzone più volte scomoda i moderni Enslaved per un risultato sempre piacevole che a tratti può mostrare nuovamente segni di influenze black ‘n’ roll. 

A chiusura troviamo l’oscura Then We Die, introdotta dal suono di organo per proseguire su melodie crepuscolari, al limite del doom per quanto riguarda l’uso intelligente delle linee soliste di chitarra e di alcune clean vocals. Insomma, una canzone in linea col mood di questo disco veramente valido.
I Vreid ci credono veramente in quello che fanno e le loro idee compensano ed abbattono l’ormai sfruttato genere, rendendolo sempre coinvolgente e meritevole di più ascolti.  

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