Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Michele Comaianni
Etichetta: 
Maracash/Venus
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Tito Vizzuso - voce
- Davide Biscardi - chitarre
- Larsen Premoli - tastiera
- Silvano Negrinelli - pianoforte
- Davide Maltagliati - basso
- Riccardo Preda - batteria

Tracklist: 

1. La Leggenda Della Grande Porta
2. Mediterranea
3. Ulysses
4. Sinergy
5. Laguna Di Giada
6. Amenecer
7. Terra Dei Falò

VIII Strada

La Leggenda della Grande Porta

Si può dire che nel 2008 stia pian piano avvenendo una rinascita del Progressive sia sul piano nazionale che internazionale. Il panorama del genere si arricchisce in modo sempre più incalzante di esperimenti di rivisitazione del periodo d'oro, a un buon livello di emulazione dei fondatori e di originalità personale. Nella situazione italiana, numerose sono le strade intraprese in questa direzione: tra queste c'è l'VIII Strada, band milanese dedita a un Progressive Rock interessante, frastagliato da spunti di matrice Progressive Metal, mai banale nè prevedibile. Il prodotto in questione è La Leggenda della Grande Porta.

Il titolo della prima traccia presta il nome a quello dell'album: delle atmosfere mattutine incontrano la graduale crescita dell'arpeggio introduttivo verso illustri dialoghi tra pianoforte e chitarra, subito presenti in maniera predominante.
I passaggi lambiscono lo stile dei Dream Theater sia nella parte centrale, sia nell'evocativa coda finale, dove una piacevole melodia si sviluppa in contrappunto tra voce, pianoforte, chitarra e cori. Mediterranea, costituita da un andamento non particolarmente ricercato ma cadenzato da studiati interventi tecnici e insieme da una grande cura sui riverberi vocali, presenta ancora degne conversazioni tra chitarra e pianoforte.
Con Ulysses, brano di sette minuti, continua ad essere sottolineato il monopolio creativo delle keyboards e della chitarra: i due strumenti infatti sfoderano subito dopo la metà del pezzo dei passaggi tecnici ricercati e gradevoli, riuscendo a mostrare la chiave stilistica del loro prodotto ben incardinata già a questo punto del capitolo.
Arriva nella quarta traccia il momento più riuscito di questa Leggenda della grande Porta ovvero Sinergy: qui traspare ormai defintivamente l'ottima preparazione tecnica del pianoforte e della chitarra. I richiami alle architetture dei Dream Theater sono palesi ma tali accostamenti alle piramidi tecniche dei migliori complessi in materia non eclissano il virtuosismo personale della band. Laguna di Giada, la breve Amanecer e La terra dei Falò, sigillano questa Leggenda Della Grande Porta, confermando i contenuti stilistici raffinati, la pregnanza di ambizione tecnica e la personalità dell'ensemble.

Una bella prova tutto sommato, dove la lingua italiana è integralmente preferita all'inglese e sfruttata per l'esposizione di tematiche attuali, impegnative e forse per questo non proprio perfettamente conciliate con le architetture dei pezzi. I brani di lunghezza significativa si mantengono in modo omogeneo a un livello tecnico veramente notevole, dimostrando la piena salute del genere progressivo italiano sul palcoscenico contemporaneo, pur lasciando in trasparenza la volontà parziale del complesso di rispecchiarsi nello stile dei padri fondatori del genere.

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