Voto: 
5.8 / 10
Autore: 
Iacopo Fonte
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione/Kick Agency
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Nuriel - voce
- Velnias - chitarra
- Morke - chitarra
- Kyllian - basso
- Fo - batteria


Tracklist: 

1. Murder In Snow
2. Evil’s Glory
3. Carpathian Forest (cover)
4. After The War

Vidharr

Rising From Abyss

A Roma nel 2003 i chitarristi Morke e Velnias danno vita al progetto Vidharr. Dopo alcuni cambiamenti di line-up giungono alla realizzazione del loro primo demo nel 2005 con una formazione a cinque per un sound classicamente black metal. Questo biglietto da visita per il combo italiano si sviluppa in quattro tracce, fra cui una cover (ben riuscita) dei Carpathian Forest. Sono quattordici minuti di black oscuro e violento, caratterizzato da uno scream acido e introverso. La qualità della registrazione è abbastanza grezza. Ovviamente se alcuni considerano un pregio questo fattore, non smetteremo mai di dire che attualmente (ovvero ad anni di distanza dai ’90) per questo tipo di sound tale registrazione è altamente superata e quindi è altamente consigliato progettare una produzione di migliore qualità. Nonostante ciò, il gruppo non manca di idee; anzi subito fin dalla prima Murder In Snow si possono notare i principali caratteri positivi dell’opera. L’evoluzione sonora in primis in questa track è ben curata. Si avvicendano momenti di quiete, con malinconici arpeggi di chitarra, a momenti in cui la doppia cassa esplode furibonda assieme a un crescendo vocale. La qualità del riffing è buona sia per basso che chitarra. Purtroppo non sempre sono distinguibili, ma nelle parti in cui emergono con più forza lasciano una buona impressione sull’ascoltatore. In questo intro però è criticabile d’altra parte la non perfetta adesione tra le parti strutturali che la compongono.

Da qui, molto più violenta è la seconda Evil’s Glory. Un inno a Satana che si aggiunge quindi a una lunghissima tradizione tematica, senza però aggiungere effettivamente qualcosa dal punto di vista emotivo. La voce spesso si confonde con le parti di doppia cassa, creando un effetto caotico, decisamente inadeguato per una prova da studio, mentre le parti strumentali delle chitarre e basso si avvicendano in un riffing piuttosto monotono e scarno di emozioni. La cover poi, che occupa il terzo posto nel demo, è sicuramente sufficiente, perché dimostra buone capacità esecutive che potrebbero quindi esprimersi meglio anche con pezzi propri. Con la quarta After the War però, si segnala una prima e non perfettamente ammissibile scarsezza di idee. Il brano è caratterizzato dalla combinazione tra la matrice strumentale guitar-bass e il vocal. E’ totalmente assente l’uso di batteria, ma nonostante ciò l’outro rimane come non concluso e incapace di trasmettere qualcosa di concreto.
E’ una prima uscita nel complesso che dimostra lati positivi e negativi, ai quali si può però facilmente rimediare. Certi spunti all’inizio sono buoni, non rimane al gruppo che svilupparli e cercare continuamente di perfezionare il proprio sound.

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