Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Luca Chieregato
Etichetta: 
Lion Music/Frontiers
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Marc Ferreira - voce
- Charly Sahona - chitarra, tastiera
- Lydie Robin - voce
- Thomas James - basso
- Diego Rapacchietti - batteria


Tracklist: 


1. Will You Save Me?
2. Swearing Lies
3. Be The One
4. Running Blind
5. Pearls Of Dawn
6. Sparkling Rain
7. Hottest Ticket in Town
8. Love Gamers
9. Why? This Women's Life
10. Sublimated Dementia

Venturia

Hybrid

Seconda uscita discografica per i Venturia, atipica band che già nel precedente The New Kingdom aveva discretamente impressionato. Difatti grazie alla coppia Lydie Robin e Marc Ferreira, i francesi sono riusciti a traslare con profitto alcune peculiarità tipiche del gothic nei più eclettici canoni del prog metal. Evidentemente non paghi di ciò, oggi i nostri decidono di spingersi ben oltre dando alle stampe un prodotto ancor più particolare, destinato nel bene e nel male, a focalizzare l'attenzione di tanti coriacei amanti del genere.

Possiamo immediatamente esordire sostenendo che difficilmente i transalpini avrebbero potuto scegliere un titolo più appropriato per la loro nuova fatica. Hybrid, questo appunto il nome, sintetizza a dovere il contenuto del disco in analisi. Non solo progressive spinto oltre ogni limite, ma più propriamente un metal contaminato da una serie di variopinti e contrastanti elementi, a partire dalle più classiche influenze power e shred, fino a toccare punte di thrash futuristico e splash di pura elettronica. Si intuisce facilmente come la copiosa materia plasmata sia tutt'altro che di semplice adulterazione; le abilità tecnico-compositive senz'altro agevolano l'ostica missione, consegnando in linea di massima un artefatto di pregevole fattura, compatto e impreziosito da un filotto di soluzioni dall'indubbio impatto. Svolgimenti freddi e minimali vengono assorbiti da altri più fastosi, il tutto senza occultare in alcun modo la verve melodica oppure annullando una certa propensione per dispiegamenti maggiormente orecchiabili. A riguardo, è proprio in brani come Be The One, Sparkling Rain e Why This Women's Life (quest'ultima cantata solo dalla bravissima Robin) che la coppia di vocalist riesce con semplicità a manifestare una straordinaria intensità. Maestria che comunque ritroviamo anche negli episodi dove i i combo preme il piede sull'acceleratore: sintomatica la funambolica opener Swearing Lies, oppure nell'eterogenea Will You Save Me, fino alle più graffianti Pearls of Dawn e Running Blind. Se è vero che il quintetto dimostra grande attitudine, d'altro canto nel complesso le argomentazioni narrate sono tante, forse troppe, purtroppo non sempre amalgamate in modo ineccepibile. I cambi di umore sono eccessivamente marcati e in alcuni frangenti inevitabilmente si finisce disorientati al cospetto di cotante e fulminee variazioni, soprattutto quando l'uso dell'elettronica diviene più marcato (Hottest Ticket In Town, per intenderci).

Tutto sommato, oltre che per le abilità esibite, i Venturia meritano un plauso particolare a fronte del coraggio dimostrato; forse siamo dinnanzi alla prima buona bozza di quella che in futuro potrebbe divenire una grandiosa opera d'arte. Oggi godiamo di Hybrid, sicuramente album non perfetto ma altresì degno di tutta la nostra considerazione.

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