Voto: 
6.8 / 10
Autore: 
Stefano Magrassi
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2004
Line-Up: 

Kane - Voce
Ale - Chitarra
Sez - Basso
Fras - Batteria

Tracklist: 

1. Downcorpse Trasmigration Of The Soul
2. St.Up.Ro
3. Turning Into Stone
4. Sands Of The Unknown

Underhate

Downcorpse Transmigration Of The Soul

Come tutti i fan di musica estrema ben sanno, la scena death/brutal bresciana è largamente attiva e ricca di band di classe, capaci di farsi notare in ambito nazionale e di dar vita a sound personali (Cadaveric Crematorium ed Eviscerate tanto per citarne alcuni). Dalla stessa scena provengono gli Underhate, propositori di un brutal classico e potente, ben inserito nei canoni americani, ma che non si fa mancare qualche incursione in quello europeo, soprattutto per le soluzioni più ultragutturali.

Quello che stupisce di più di questo breve demo è l'elevatissima qualità della produzione: tutti gli strumenti sono ben definiti ed equilibrati, con suoni ruvidi e carichi di bassi adatti allo stile del combo bresciano. Certamente c'è un pò di confusione quando la batteria aumenta di velocità, soprattutto nei blast beat, ma per essere un lavoro autoprodotto siamo già a livelli più che accettabili.

Nelle quattro tracce che compongo il demo, gli Underhate mettono in mostra non solo tutte le loro carte, ma anche le loro più dirette ispirazioni. Vi è un mix di stili differenti che provengono da svariate band mainstream: la titletrack, Downcorpse Transmigration Of The Soul, è tra le più ultragutturali e più vicina al sound intricato ed oscuro dei Deeds Of Flesh aprendosi solo nelle escursioni melodiche della chitarra di Ale, St.Up.Ro. invece è forse la più varia, capace di mischiare glacialità black ad una pesantezza che ricorda i Disgorge più marci ed alla potenza tipica dei Cannibal Corpse, Turning Into Stone rappresenta un'altro capitolo abbastanza melodico, che in parte si rifà allo stile degli ultimissimi Death (almeno per quel che riguarda il lato strumentale) con un piglio gutturale però che si collega al "modus operandi" dei Gorerotted, con Sands Of The Unknown il gruppo ci vuole, infine, mostrare il suo lato più tecnico che coincide anche con quello più personale, dove le influenze si sentono ancora tanto ma mescolate in maniera da risultare più efficace.

Insomma ci troviamo di fronte un lavoro che mette tanta carne sul fuoco, ma proprio questa caratteristica confonde un pò, visto che sembra non esserci quel filo rosso che collega tutte le tracce. La qualità del gruppo non si discute, in particolare nella voce, ma manca quel tocco di personalità che invece i già citati Cadaveric Crematorium hanno raggiunto da tempo.

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