Il sestetto di Chicago riunito sotto il nome di Umphrey’s McGee, ormai abbastanza celebre nel mondo del Rock più tradizionale, per inaugurare il proprio tour europeo 2006 pubblica Safety in Numbers, un’opera alquanto diversa dal predecessore Anchor Drops. Difatti, se nell’album del 2005 i musicisti hanno cercato di mostrare al pubblico le proprie doti tecniche e ritmiche, questo Safety in Numbers si presenta come disco veramente delicato, finalizzato ad ottenere un song-writing piacevole e diretto. Non si riesce ad etichettare un unico genere per definire la musica degli Umphrey’s McGee, in quanto le influenze della band variano dal Country Rock americano al Folk, dal Blues alla Fusion più ricercata, conservando una base Progressive Rock che permea ognuna delle undici tracce di Safety in Numbers.

Da sottolineare inizialmente è l’originalità della copertina, ideata dal famoso designer Storm Thorgerson, mente degli artwork di Pink Floyd, Led Zeppelin e The Mars Volta: le parti si invertono tra ovini ed umani, in quanto una pecora dorme tranquillamente nel suo letto mentre un allevamento di uomini in pigiama pascola nel campo esterno.
Oltre a questo aspetto puramente grafico, il disco scorre gradevolmente nelle sue canzoni, a partire dall’opener Believe the Lie, che da subito evidenzia le caratteristiche del mutato sound degli Umphrey’s McGee: distensioni melodiche accompagnate dalle suadenti voci degli strumentisti, che si alternano delineando effetti particolari sui ritmi descritti dalle percussioni e dall’elaborata batteria Fusion.
Spalmata e rilassante è Rocker, Country/Folk ballad tutta sostenuta dalle chitarre acustiche di sottofondo e dotata di un ritmo altalenante dal sapore settantiano: l’atmosfera prodotta da Rocker è inscritta proprio nel sound dei mitici Settanta, mentre quella di Liquid appare più moderna, ma non per questo scomposta e scontata.
Il capolavoro dell’album è Words, traccia Progressive Rock capace di appassionare e, a tratti, di commuovere con la sua eleganza; notevole in tutte le sue parti, essa avvolge l’ascoltatore con il suo alone ricercato, costituito dalle tastiere di sottofondo e dai cori che preparano i crescendi.
Nemo al contrario potrà soddisfare le aspettative di quei rockers più legati alle soluzioni dei Led Zeppelin, mentre Women Wine and Song sembra discendere (e non solo per l’impiego della caratteristica armonica a bocca) dagli insegnamenti della psichedelia di Jim Morrison, in pieno stile Morrison Hotel.
Attraversando il Progressive/Art Rock di Intensions Clear, che va a sperimentare timbri molto legati ai Kansas di Leftoverture, si giunge al brano più introspettivo di Safety in Numbers, il folkeggiante End of the Road.

Safety in Numbers rappresenta un interessante connubio di generi diversi, che saprà trovare un grande seguito di fans dalle più svariate estrazioni musicali: un prodotto ben curato sia dal punto di vista della composizione che da quello della produzione, da cui sono stati esclusi i pezzi più Progressive plasmati dal sestetto americano, che invece possono essere proposti inediti in sede live nel corso del tour europeo. Convincente e toccante per certi aspetti, determinato e sicuro lavoro Rock per altri, Safety in Numbers è consigliato a chi predilige le sonorità sì più controllate e raffinate, ma non per questo prive di mordente e coinvolgimento.