Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Gabriele Bartolini
Genere: 
Etichetta: 
Goner
Anno: 
2011
Line-Up: 

- Ty Segall - Compositore musiche, testi

Tracklist: 

LP 1
1. Where We Go
2. It
3. Sweets
4. Son of Sam (Chain Gang)
5. Skin
6. Booksmarts
7. Ms. White
8. ... And then Judy Walked In
9. Cents
10. No No
11. Standing at the Station
12. My Sunshine
13. Fuzzy Cat
14. Maria Stacks (Thee Oh Sees)

LP 2
15. Caesar
16. Bullet Proof Nothing (Simply Saucer)
17. Lovely One (Demo)
18. Happy Creeps
19. Hey Big Mouth
20. Dating (Demo)
21. So Alone (Demo)
22. Shoot You in the Head  (Demo)
23. The Drag (Demo)
24. Standing at the Station (demo)
25. I Think I've Had It (Gories)

Ty Segall

Singles 2007 - 2010

Tempo fa, trovandomi a curare la recensione di Goodbye Bread del buon Ty Segall, spesi più di una parola a scopo introduttivo per parlare ( magari anche consigliare) delle sue precedenti uscite da solista o con altri gruppi. Tanti, troppi dischi di cui occuparsi - addirittura più di quaranta! -  e infatti per larga parte si parlò solo dei suoi full-lenght più recenti, senza dar più di tanto credito, anche perché l' argomento non era quello. Anche il Cobain di San Francisco si deve essere, per forza di cose, accorto che tale dispersione di ingente materiale oltre che essere un peccato in sè e per sè rappresenta un vero e proprio limite, un suicidio in piena regola se pensiamo agli standard di vendita odierni. Ecco infatti che, insieme alla strabiliante Goner records, il nostro decide proprio in questi giorni di mettere sul mercato una raccolta più o meno ordinata di tutti gli EP ed i singoli persi per strada durante l' arco di soli tre anni, intitolata appunto Singles 2007 - 2010 ( Goner records, 2011). In un momento, aggiungiamo noi, alquanto propizio, se pensiamo infatti che l' ultimo album inciso ( il Goodbye Bread citato prima) ha fatto conoscere la sua musica anche fuori dei ristretti confini locali, fin da subito amata sia dalla critica che dal pubblico. Un' idea di far musica per niente complicata quella di Segall, che senza troppi fronzoli unisce il sound pop, senza sperimentalismi vari, dei Sic Alps e le sue liriche irriverenti per farci immergere in un' atmosfera da Beatles stralunati, nel bel mezzo di un garage beat che non ha avuto mai realmente nulla a che fare con loro.

Prima di trovare la ricetta della felicità però le sue composizioni non si affidavano su un prodotto così catchy, ma bensì andavano a configurarsi con il garage-punk nudo e crudo dei gruppi lo-fi anni '90, come ad esempio gli Oblivians o i Detroit Cobras, non senza far mancare citazionismi nei confronti del genio di Reatard. Singles 2007 - 2010 fotografa molto bene la sua precedente attitudine raccogliendo in ben venticinque tracce i tre EP risalenti al relativo periodo ( It, Skin, Cents) ed aggiungendo altri brani, andati perduti col tempo o semplicemente mai editi. Possiamo in tal modo evidenziare l' evoluzione progressiva della musica di Segall dal garage deviato da attacchi noise, ancora in perfetto parallelo con gruppi come i Thee Oh Sees, verso una forma maggiormente tendente a brani pop-rock meno coinvolti dal beat psichedelico. Ecco allora fuoriuscire dalla mitragliatrice del fuzz inizialmente brani scheletrici animati solamente da una grinta irrefrenabile ( Sweets, Son Of Sam) successivamente tramutati, addirittura nello stesso anno, in pezzi già legati ad una primordiale idea di punk-rock, dotati però di riff ipnotici capaci persino di far impallidire gli Arctic Monkeys degli esordi ( Booksmarts, Ms. White). Proseguendo con l' anno successivo prenderanno sempre più quota i ritornelli power-pop effettati da sapienti riverberi ( Standing At The Station, Cents), ma fino al duemiladieci non riscontreremo ancora appieno quegli elementi che lo hanno portato a firmare un contratto con la prestigiosa Drag City. Sarà infatti l' uscita in contemporanea di una serie di tre singoli, ancor prima del canonico Lemons, terzo disco uscito qualche mese prima, a segnare un primo passo verso la tipica struttura delle sue canzoni, composta essenzialmente dal verso, da un ritornello e da un finale sguaitato all' insegna dell' improvvisazione. Concentratevi quindi bene su My Sunshine, Fuzzy Cat e Maria Stacks, impeccabile tripletta cardine per Ty Segall, che consentirà ad inizio del nuovo anno di riscuotere un buon successo con i successivi singoli Caesar e Bullet Proof Nothing, in cui si percepiscono meno follie con la strumentazione elettrica e molto più lavoro cerebrale ( se così si può dire per un personaggio a dir poco coriaceo) con le acustiche, oltre che con il piano, come conferma il lato A del 7" in questione. Gli altri brani che seguono sono messi alla rinfusa ed appartengono evidentemente a diversi periodi compositivi. Di conseguenza, vicino a momenti di pura e frizzante energia ( Happy Creeps azzera in meno di due minuti i revival di gente come Bosco Del Rey) troveremo puri ritmi garage-punk ( la stupenda Hey Big Mouth) oppure condensati di rock 'n' roll albionico ( So Alone), ma a dirla tutta prevale molto di più la sporiciza, tanto che almeno tre o quattro dei brani finali potevano essere benissimo evitati. Menzione speciale per la versione demo di Standing At The Station, che senza tanti filtri svela il lato disumano del Ty Segall esordiente.

In definitiva, Singles 2007 - 2010 è il perfetto riassunto del Ty Segall pre Goodbye Bread, una risposta dovuta ai fan, in particolar modo quelli non americani, che fino ad ora non avevano la possibilità di esplorare a fondo la sua folta discografia, dovendosi limitare agli ultimi due-tre album. Questi singoli rappresentano in tutto e per tutto, forse ancora meglio dei primi full-lenght, il suo primo modo di fare musica, totalmente devoto al punk-rock, con relativa evoluzione ad una forma decisamente più abile nel confrontare elementi pop e garage tra di loro. Fin tanto che con solo questa uscita e l' ultimo album potreste comodamente dire di conoscere ogni angolo della ( vastissima) produzione di questo personaggio fuori dai generis.

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