Voto: 
6.9 / 10
Autore: 
Marcello Zinno
Genere: 
Etichetta: 
Bitzcore Records
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Hank Von Helvete (Hans Erik Dyvik Husby) – vocals
- Euroboy (Knut Schreiner) – lead guitar, piano, backing vocals
- Rune Rebellion (Rune Grønn) – rhythm guitar
- Pål Pot Pamparius (Pål Bottger Kjærnes) – keyboards, guitar, percussion, backing vocals
- Happy-Tom (Thomas Seltzer) – bass guitar, backing vocals
- Chris Summers (Christer Engen) – drums, backing vocals

Tracklist: 

1. We're Gonna Drop the Atom Bomb
2. Welcome to the Garbage Dump
3. Hell Toupée
4. Stroke the Shaft
5. No, I'm Alpha Male
6. Do You Do You Dig Destruction
7. I Wanna Come
8. You Must Bleed/All Night Long
9. Hot and Filthy
10. Boys From Nowhere
11. Everybody Loves a Chubby Dude
12. What Is Rock?!

Turbonegro

Retox

Ribellione, anticonformismo, voglia di rivalsa, desiderio di non riconoscersi in quella normalità che la società vuole vestire addosso a chiunque. Esiste un raccoglitore per tutte queste intenzioni, che per alcuni divengono dei razionali esistenziali, e si chiama “Punk”.
Al di là delle origini, al di là della sua natura di genere underground divenuto poi un'icona ed uno status symbol per molti, il suddetto raccoglitore è riuscito a generare tonnellate di nuove emozioni tirando su montagne di fan in giro per il globo e tutt'oggi è in grado, con opportune e non sempre necessarie ritoccatine, di far parlare di sé. La sua longevità è legata alla sua evoluzione ottenuta talvolta fagocitando, altre volte infestando, diversi generi musicali a mano a mano che il tempo passava ed ecco che dalle radici grezze e ruvide è maturata una pianta dalla forma inaspettata, cambiata negli anni come difficilmente si poteva immaginare al suo stato natural-embrionale.

A pensarci bene questo sembra essere anche il percorso di molte, molte band (anche al di fuori della scena punk) ed i Turbonegro rappresentano indubbiamente un esempio tangibile di questa metafora musicale, che nel loro caso vede gli albori con un punk volgare e corpulento capace pian piano di attingere dall'orecchiabilità del rock americano e di perdere mordente.
Party Animals del 2005 aveva rappresentato l'esaltazione di questa tesi soprattutto se paragonato al graffiante Ass Cobra o al magistrale Hot Cars And Spent Contraceptives ed anche questo Retox non ci permette di cambiare idea a riguardo. Certo che la riabilitazione del singer dalla dipendenza alle sostanze stupefacenti e lo stop della band per due anni hanno fornito nuova linfa vitale e già la opener We're Gonna Drop The Atom Bomb risulta impareggiabile se confrontata ai singoli del precedente lavoro.

Ma il punk è ormai mutato, la pianta è cresciuta e la sua forma è visibile da parte di tutti. Pur apprezzando l'indomabile sforzo del quintetto di ritornare al proprio trademark spigoloso e contestatore bisogna riscontrare un risultato abbastanza altalenante: mentre Stroke The Shaft abbraccia il rock del secondo periodo, No, I'm Alpha Male sembra addirittura approdare a lidi heavy metal per sound ed irruenza, fattori questi inseriti parzialmente anche in You Must Bleed/All Night Long. Generalmente possiamo dire che il quadro sembra più piacevole rispetto al predecessore nonostante non si faccia un eccessivo uso dei tempi veloci, ma risulta pur sempre un colpo sotto la media e lontano rispetto agli standard del gruppo.

Talvolta appare un'atmosfera più allegra, più spensierata, che prende corpo prima con Welcome To The Garbage Dump e poi con Do You Do You Dig Destruction, un'atmosfera figlia di Scandinavian Leather quando le capacità tecniche del combo iniziavano a lievitare e ad essere melodicamente finalizzate a qualcosa di concreto. Ma c'è poco da fare: i Turbonegro del XXI secolo sono questi, pronti a cantare il refrain di Hot And Filthy davanti ad un pubblico gremito incitandolo a tenere il tempo con le mani e poco importa del vero appeal nudo e crudo; pubblico che sicuramente valorizzerà questo Retox, soprattutto se ha conosciuto questa band attraverso gli ultimi anni di carriera. A tal proposito giunge l'ultima traccia, What Is Rock?!, che rappresenta il testamento del quintetto, un testamento che intende parlare di sé fin dal titolo e che vuole puntare ad una nuova natura, più matura e realista, meno dura ed intransigente. È così che vorrebbero essere ricordati in futuro i TRBNGR.

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