Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Roberto Vitale
Genere: 
Etichetta: 
A & M
Anno: 
1979
Line-Up: 

- Fee Waybill - Voce Solista
- Re Styles - Voce Solista, Cori
- Bill Spooner - Voce, Chitarra
- Roger Steen - Voce, Chitarra
- Michael Cotten - Tastiere, Sintetizzatori
- Vince Welnick - Tastiere
- Rick Anderson - Chitarra Basso
- Prairie Prince - Batteria

TRACK LIST:
1. Turn Me On
2. Tv Is King
3. Prime Time
4. I Want It All Now
5. No Way Out
6. Getouverture (instrumental)
7. No Mercy
8. Only The Strong Survive
9. Be Mine Tonight
10. Love's A Mystery (I don't understand)
11. Telecide

Tracklist: 
Tubes, The

Remote Control

Una miscela esplosiva di ironia, sarcasmo, sesso, teatralità e naturalmente rock, ecco i Tubes. Formatisi a Phoenix, in Arizona, il gruppo ha fatto dell'attitudine all'eccesso la sua carta vincente, traendo le cose migliori attraverso un rock molto free che si ricollega ad alcune cose del Frank Zappa che fu, ad una presenza scenica a dir poco debordante, che a differenza di quanto proposto ad esempio dai Kiss, era un vero e proprio collante per descrivere le liriche di ogni canzone, che risultavano pungenti a tal punto da provocare critiche a mai finire da parte dei cosiddetti ben pensanti (si potrebbero definire gli antenati di quello che poi sarebbe diventato il PMRC, che avrebbe preteso, riuscendoci, di inserire nei dischi la famosa etichettina con su scritto "parental advisory; explicit lyrics".)
Figli illegittimi di maestri del rock teatrale come Alice Cooper, I Tubes sono stati in grado di sbeffeggiare la disco music, mentre questo genere era al centro delle attenzioni discografiche, hanno saputo essere punk, a livello di attitudine, prima che il punk si trasformasse da fenomeno di ribellione a puro oggetto speculativo da parte delle case discografiche.
Il fenomeno punk fu trattato con sarcasmo dal gruppo con un paio di canzoni che rappresentano la punta di un iceberg qualitativo difficilmente eguagliabile:"Mondo Bondage", "White punks on dope" ma soprattutto "I was a punk before you were a punk", diedero il senso di ciò che i Tubes intendevano. Contrari ad ogni forma di music business, furono tuttavia notati anche in Europa, grazie ad un doppio live: "What do you want from live", che parafrasava il titolo di una tra le loro canzoni più famose ("what do you want from life"), dove i rock fan del vecchio continente potevano toccare con mano, grazie anche al ricchissimo booklet interno, il particolare "Universo Tubes".
La A & M, casa discografica del gruppo pensò bene, per cercare di sfondare sui mercati mondiali, di affidare il gruppo alle cure di Todd Rundgren, famoso chitarrista e compositore americano, già leader dei Nazz alla fine degli anni 60 e degli Utopia nel decennio successivo, il quale accettò di produrre quello che sarebbe poi diventato il disco più famoso del combo americano.

Remote control, fu pubblicato all'inizio del 1979 presentando parecchie novità all'interno del "Tubes sound", che diventò decisamente più elettrico e duro, anche se la presenza dei sintetizzatori era comunque notevole; inoltre il gruppo, per la prima volta, affrontò un tema a concetto, sviluppato in tutte le canzoni, che aveva come bersaglio la televisione (del resto la traduzione italiana di "Remote control", suona come "telecomando"). Televisione vista come autentica forma di governo, vista come sobillatrice della nostra mente, che viene limitata, ridotta a pensare e a scegliere in base ai criteri scelti da chi manovra e studia le strategie del piccolo schermo. Televisione che fuoriesce da quello che dovrebbe essere il suo obiettivo primario, quello di intrattenere, non di deventare un mostro mangia cervelli.
Il tutto, non è affrontato in maniera pinkfloydiana, dove si mettono in evidenza i mali di una società, dove il pessimismo gioca un ruolo di primaria importanza, ma con una verve caustica, con una serie straordinaria di doppi sensi, con una ironia che sfiora il grottesco, salvo in alcune canzoni, quando il protagonista si ravvede, e cerca di ritornare quello che era: in questo caso il gruppo mette in evidenza la reale differenza dei "poteri", dove i pochi forti emarginano i tanti deboli e così via.
La copertina del disco è tutto un programma, un neonato è infatti assorto alla vista di un apparecchio televisivo adattato alle circostanze (fantastica l'idea del ciuccio che deve servire come strumento di accensione/spegnimento della Tv) e sintonizzato su uno dei programmi culto della Tv Americana di allora. "The Hollywood squares", gioco a quiz diventato popolare anche qui da noi verso la fine degli anni '80 con il titolo de "Il gioco dei nove" andato in onda su Canale 5.
A livello musicale, come detto poc'anzi, il disco presenta sicuramente sonorità più dure rispetto agli album precedenti del gruppo, facendo uso di una miscela sapiente di riff hard rock tipici dei primi anni 70, grazie al lavoro dei chitarristi Bill Spooner e Roger Steen accompagnati da un tappeto evidente ma non ingombrante di sintetizzatori, sotto la guida di Michael Cotten.

Turn Me On, brano che apre il disco, e parlando di televisione, il titolo non poteva che essere più azzeccato ("accendimi") e Tv Is King, si muovono più o meno sulle stesse coordinate sonore, anche se come al solito, i Tubes, mettono l'accento sull'aspetto relativo ai testi, al solito particolarmente interessanti.
"I really love my, television; I love to sit by television; Can't live without my television; Tv is King, you're my everything", parole che all'apparenza possono sembrare vere e proprie dichiarazioni d'amore, ma che in realtà sono un vero e proprio atto d'accusa se si pensa che la mente del protagonista del concept album, ha già perso la sua identità.
L'ironia diventa tagliente e tragicomica in Prime Time che tende a sbeffeggiare in un sol colpo, sia le strategie dei responsabili dei palinsesti televisivi, che inseriscono i programmi migliori nel "Prime time", la fascia che in teoria dovrebbe portare i massimi ascolti, quella che dalle 20.00 arriva fino alle 22.00, sia la disco music allora imperante.
"Vola con me, cosa stai aspettando ? Vola con me, non perdere un minuto in più. Ti darò il mio prime time; ho riservato il prime time per te". Il brano è un delizioso duetto tra la voce di Fee Waybill e Re Styles, che ha collaborato con il gruppo nelle vesti di corista e ballerina anche negli album precedenti.
Il rock dei Tubes vola alto ricercando melodie accattivanti e soprattutto ritornelli vincenti, tema questo che caratterizza buona parte del lotto delle canzoni, che vede presenti elementi anthemici, che in questo caso hanno solo il compito di rafforzare alcuni concetti in relazione alla storia narrata come dimostrato da I Want it all now e da No Way Out, che chiudono la prima parte del disco.
La mano di Todd Rundgren si nota chiaramente nello strumentale Getouverture, dove come un format televisivo, vengono riassunti elementi già visti ed altri che formeranno il quadro delle puntate successive.
No Mercy è sicuramente tra i brani più interessanti del disco, dalla cadenza blueseggiante, dove per la prima volta, nella storia narrata, in maniera chiara, vi è il reale tentativo, di uscire da una situazione ormai insostenibile, dominata totalmente dal mezzo televisivo che ha ridotto in schiavitù il modo di pensare del protagonista, che per la cronaca non ha un nome, e che quindi può essere identificato con ciascuno di noi, uniformandolo alle regole del piccolo schermo.
La ricerca di rapporti interpersonali, e l'invito ad essere soggetto e non oggetto è chiaramente esplicita in Only The Strong Survive, dove "You better wake up from that fantasy; It's time to open your eyes; Don't be afraid to see what you might see"
La ricerca di una nuova dimensione viene riflessa anche a livello musicale, dove l'irruenza dei primi brani viene qui stemperata in favore di una maggiore ricerca melodica, che viene confermata sia da Be Mine Tonight, che soprattutto dalla straordinaria ballad Love's A Mystery (I don't understand), dove il desiderio di un normalissimo sentimento viene stroncata da quella che è l'incomunicabilità provocata dal mezzo televisivo, che vive solamente delle parole che escono dal piccolo schermo, sicuramente non proponibili, a livello di rapporti con la persona amata.
Ed ecco che improvvisamente viene fouri la schizofrenia, la rabbia e l'impotenza che portano all'idea di compiere un gesto estremo, un suicidio, non prima di avere sputato fuori con rabbia il perchè di tale scelta.
Telecide, segue anche a livello musicale questo sfogo, utilizzando ritmiche serrate e sonorità parecchio dure, il testo è un alternarsi di frasi senza senso che ripercorrono usi, costumi e programmi tv in voga all'epoca, dove l'unica via a questo punto è il suicidio, fatto in maniera spettacolare, capace quindi di catturare audience, fatto davanti alle telecamere.

I Tubes con questo album hanno chiaramente anticipato i tempi, se pensiamo a quanto invadente sia diventata la televisione in questi ultimi anni, se pensiamo a quanto subiamo le sue leggi, dove il chiacchierio e il pettegolezzo dominano, dove un fatto di sangue diventa show mediatico.
La musica presente nel disco risente delle atmosfere create dal gruppo; una particolare menzione è doverosa per la precisa macchina ritmica Anderson (Basso), Prince (Batteria), che riesce a tenere testa agli innumerevoli cambi di tempo presenti in Telecide oltre che punteggiare come un metronomo le varie fasi del disco.
Remote Control è sicuramente il punto più alto della discografia dei Tubes, i quali hanno dimostrato che si può essere duri e violenti, pur non suonando metal a tutto spiano, ma nell'attitudine, a volte più pericolosa di tante apparenze.
Purtroppo tale capolavoro non verrà più eguagliato in futuro in quanto il gruppo, nelle prove successive si sposterà verso un suono di più facile digeribilità, una miscela di hard rock, funky e AOR, che se da un lato regalerà ai Tubes varie soddisfazioni a livello di vendite, dall'altro provocherà la perdita dei vecchi fans ed in genere di un gruppo che "aveva qualcosa da dire".

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