Voto: 
5.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Trustkill Records/Audioglobe
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Paul Zurlo - voce
- Jordan Peterson - chitarra
- Kyle Rossi - batteria
- Zach Johnson - chitarra
- Chris Towning - basso

Tracklist: 

1. Confidence And Consequence
2. Bad Luck
3. Blame No One
4. It Won't Hurt
5. Dead To Me
6. All In A Day
7. 99
8. Reflections
9. The Best Coincidence
10. What's Left

Too Pure to Die

Confidence and Consequence

Presentati dalla Trustkill Records, etichetta da anni impegnata a scoprire le nuove realtà della scena Metalcore internazionale (basti ricordare Walls Of Jericho e Bleeding Through), come la realtà più promettente del proprio roster, gli americani Too Pure To Die si rivelano invece il tipico combo che cerca di ripercorrere i meandri dei maestri Hatebreed e dei meno conosciuti Throwdown. Il quintetto originario di Des Moines, la città dell’Iowa che ha visto nascere e crescere i celeberrimi Slipknot, debutta nel 2008 con Confidence And Consequence, proponendo dieci canzoni che appaiono ben eseguite, ma decisamente in linea con l’insieme delle realizzazioni attuali del genere: il lamento sporco Hardcore, che spesso ricorda l’approccio dei più violenti Killswitch Engage, si innesta con irruenza sulle architetture cadenzate e sincopate delle chitarre, mentre la sezione ritmica riempie il tessuto sottostante con i suoi patterns vari e tirati (unico aspetto davvero meritevole del disco).

Confidence And Consequence, l’opener, assume i tratti dell’ordinaria cavalcata Metalcore: ritmi spezzati, armonie dissonanti, riff che ricordano da vicino gli ultimi lavori dei Caliban e voce aggressiva. La logica dei Too Pure To Die non si distanzia pertanto da quelli che sono i canoni del genere, perché anche le tracce seguenti come Bad Luck e Blame No One sono cariche delle sfuriate Hardcore tanto care alla scena storica americana. E se It Won’t Hurt, debitrice dei migliori Darkest Hour, convincerà per la sua direzione trascinante e per la sua caotica rapidità, la maggior parte dei brani sembrerà più sottotono, per la scarsa varietà delle linee vocali e per le parti di chitarra distorta alquanto insipide.
Un altro problema significativo è la lunghezza del full-lenght, solo mezz’ora, che non permette ai Too Pure To Die di esprimersi al meglio, riducendo Confidence And Consequence ad un mini-cd di scarsa qualità compositiva.
La band di certo sta guadagnando consensi in tutto il mondo grazie al contratto con la Trustkill ed il supporto a formazioni chiave come gli All That Remains o gli Himsa, ma ciò non basta per giungere ad un song-writing maturo e consapevole.

Non è sicuramente colpa della produzione (impeccabile e curata) o delle doti tecniche del quintetto dell’Iowa se un disco come Confidence And Consequence non risulta completo ed accattivante. Troppo radicato nell’ambiente Metalcore americano è lo stile del giovane act che non aggiunge elementi di varietà come tinte Death Metal o Emo o Southern o Alternative, facendo scadere il platter nella costante ripetizione dei modelli adottati dalle formazioni sopra citate, di gran lunga più abili nell’ambito della composizione e ancora più virtuose nell’interpretazione dei propri brani.

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