Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Lorenzo Iotti
Genere: 
Etichetta: 
Subsound Records
Anno: 
2007
Line-Up: 

Valerio De Lucia - chitarra
Edoardo Lucà - chitarra
Daniele Lunardi - basso
Simone Giannangeli - batteria

Tracklist: 


1. Euskadia
2. Mizar
3. Ius Primae Noctis
4. Renovatio
5. Liver
6. Tora
7. Mediterraneo
8. Crepuscolo

Tomydeepestego

Odyssea

Una grande attenzione ai particolari: ecco la prima impressione che si ha, ancora prima di mettere il disco nello stereo, dei ToMyDeepestEgo, giovane band di Roma che nel giro di due soli anni dalla formazione ha confezionato un debutto discografico degno di fare invidia alla maggior parte delle band esordienti: digipack minimale, con la stupenda e contorta grafica di Seldon Hunt, straordinario artista americano da sempre legato al panorama post metal, a cui si aggiunge una raffinata edizione in doppio vinile.
Di Post Metal stiamo parlando infatti; di quella musica la cui etichetta vuol dire tutto e niente, e che nel caso dei ToMyDeepestEgo trova un’espressione poetica e melodiosa, lontana dai pesanti vortici depressivi di band come Isis, Callisto e Neurosis (che risultano un’influenza a livello musicale piuttosto che di atmosfere), e che paga un forte debito alle melodie dei Red Sparowes e, soprattutto, all’opera degli “spensierati” Pelican.

Odyssea, così come suggerito dal titolo, è un viaggio, un viaggio interamente strumentale attraverso melodie soavi, muri sonori di chitarre distorte e rallentate, un tappeto di basso avvolgente e vibrante, e quelle ritmiche caratteristiche del post metal che trascinano l’ascoltatore per le lunghe composizioni arrancando sulla scia di serie di tempi dispari; il tutto architettato in modo intelligente ed emozionante, con questa cura per ogni minimo particolare che prevede, oltre ad un bilanciamento pressochè perfetto dei vari strumenti, una variazione di tema ogni qualvolta si cominciava ad esserne stanchi, contrastando quella dispersività che potrebbe, altrimenti, far rimpiangere l’assenza del cantato.
Si passa così dai ritmi frizzanti, in tipico stile Pelican, della opener Euskadia, alla semplicità disarmante e commovente di un brano acustico come Ius Primae Noctis, per arrivare a momenti più malinconici e riflessivi come la lunga e contorta Tora, dove la band rielabora alla perfezione la lezione ritmica degli Isis, o ad echi degli scozzesi Mogwai nello scorrere fluido della conclusiva, commovente Crepuscolo. E' però la quinta traccia Liver che si eleva un'ulteriore spanna sopra agli altri episodi, grazie all’inserimento del violino che rende la musica ancora più toccante e piacevole.

Odyssea è dunque un esordio davvero sorprendente da parte di una band di cui, ne siamo sicuri, sentiremo parlare molto in futuro. Caldamente consigliato a chiunque apprezzi il post metal dai tratti melodici: non troverete un prodotto particolarmente rivoluzionario od originale, ma musica emozionante e di ottima qualità, composta e suonata con cura, passione e talento; e del resto non sono queste le cose che ci fanno apprezzare la musica?

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