Voto: 
6.3 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Etichetta: 
Ninja Tune
Anno: 
2011
Line-Up: 

- Amon Tobin - musiche, programming

Tracklist: 

1. Journeyman
2. Piece of Paper
3. Goto 10
4. Surge
5. Lost & Found
6. Wooden Toy
7. Mass & Spring
8. Calculate
9. Kitty Cat
10. Bedtime Stories
11. Night Swim
12. Dropped From the Sky
13. One Last Look (Bonus Track)

Amon Tobin

ISAM

Ogni disco di Amon Tobin ha una storia a sé, gode di una luce propria ogni volta diversa e va sempre inteso come un nucleo indipendente, autonomo. Nonostante il suo sia stato un percorso evolutivo graduale ma al contempo netto, nell’ultimo lustro il producer brasiliano ha intrapreso un processo di sperimentazione decisamente più radicale, finendo per aprire un nuovo ciclo vero e proprio all’interno della sua discografia. Sono passati quindici anni precisi dal suo primo album (Adventures in Foam, 1996) e non è affatto difficile capire quanto il Tobin di oggi non assomigli minimamente a quello di ieri: ISAM (ovviamente rilasciato sotto marchio Ninja Tune) è una frattura pressappoco totale con tutto ciò che è il passato dello stesso compositore brasiliano: il futuro è adesso e nel pensiero di Tobin ciò si traduce in un linguaggio quasi alieno per le indecifrabili forme comunicative che adotta.


Il nuovo disco allarga a dismisura – quasi fino a squarciarla – la cicatrice stilistica aperta nel 2007 da Foley Room, improvvisa emersione delle componenti concrete e delle ricerche ambientali sul suono sperimentate da Tobin nell’ultimo periodo. L’abbandono totale dell’elettronica colto-urbana che aveva fatto la fortuna dei precedenti lavori è sancito brutalmente dall’approdo ad uno stile che è pura ricerca cerebrale sul materiale sonoro; Tobin sceglie così la via dell'avanguardia e di un registro compositivo che è puro ermetismo, sia emotivo che compositivo.
ISAM è il futurismo non come lo intende un poeta ma come lo percepisce un ingegnere: la musica di Tobin è decostruita come se sezionata in un pesante intervento di chirurgia informatica, il cui esito è la creazione virtuale di una nuova Natura computerizzata. Sembra di essere all’interno di una foresta di alberi elettronici e animali istruiti da un intelligenza artificiale: gli arrangiamenti sono sottili e frammentati, i suoni lucidi ma glaciali; dominano melodie oblique, timbri bizzarri, scenari per lo più pseudo-fantascientifici e gelidi.

I frammenti che costituiscono ISAM si nutrono di un registro creativo in cui il cerebralismo di Tobin scompone con mano freddissima le complesse strutture e le atmosfere del passato, rendendo pesantemente tangibile il principio della trasfigurazione melodico-ritmica delle fonti elettroniche (Calculate e Journeyman), caratteristica per lo più comune a tutti i brani del disco. Mass & Spring, che fonde le sperimentazioni concrete e la luminosità sintetica con improvvisi beat sotterranei; la dubstep spezzata e futuristica mista a rumorismo di Surge e Goto 10 (unici brani propriamente ritmati e facilmente seguibili); e poi Bedtime Stories che con genio trasforma il dolce canto di un carillon – e la sua atmosfera da ninna nanna – in un allucinato incubo dubstep. Anche negli episodi in cui lo spirito melodico si manifesta con più forza, il linguaggio continua ad essere decomposto ai limiti della decifrabilità, seppur in certi casi risulti ancora estremamente affascinante: Lost & Found è l’unico capolavoro di ISAM, disegnato da una melodia in sottofondo che si nasconde dietro arrangiamenti elettronici quasi marini, onirico gioco di luci e ombre ambientato in una fossa oceanica. Un senso di illusione ipnotica verso cui Tobin va incontro anche in altri brani (Dropped From the Sky, Piece of Paper, e nella fiabesca Wooden Toy). ma che rischia di stancare nel momento in cui a venire fuori è la sua matrice più razionale, fatta di rigide composizioni geometriche e atmosfere translucide.

ISAM è un lavoro racchiuso in un guscio impenetrabile di fredda sperimentazione elettronica, un disco che, per carica carica ermetica e chiusura verso l'esterno, supera di gran lunga anche le ostiche - ma maledettamente affascinanti - sonorità concrete del precedente Foley Room. Pochi spiragli, zero esotismo, distacco dal fascino colto-urbano d’inizio 2000: Amon Tobin ha ufficialmente smesso la veste del poeta e ha indossato quella dell’astronauta, ecco perché il pianeta che ha deciso di studiare ci appare così maledettamente alieno e freddo, oltre che orfano dello spessore atmosferico dei vecchi capolavori (leggasi Supermodified). Qui c’è solo pensiero, poca anima.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente