Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Iacopo Fonte
Genere: 
Etichetta: 
Morr Music/Promorama
Anno: 
2007
Line-Up: 

:
- Caspar Brandner
- Andreas Gerth
- Markus Acher
- Micha Acher
- Carl Oesterhelt

Tracklist: 

:
1. Aelita 1
2. You Said Tomorrow Yesterday
3. Tamaghis
4. Aelita 2
5. A Rocket Debris Cloud Drifts
6. Chlebnikov
7. Other Voices Other Rooms
8. Aelita 3

Tied + Tickled Trio

Aelita

Ecco una delle band con la quale non ci si azzarda a parlare di sperimentalismo. I Tied + Trickled Trio costituiscono una realtà musicale, ormai attiva da dieci anni, artefice di amene commistioni tra un filone jazz di matrice prettamente davisiana e la più recente tradizione post rock di Chicago, di inizio anni ’90 (Tortoise). Il combo tedesco, forte dei suoi attuali cinque militanti, si ripresenta oggi, dopo un felice e appassionante incontro live con i fan, avvenuto recentemente, proprio in Germania – in occasione dell’ Hausmusik di Monaco (Ottobre 2006) -.
Da sempre definita band a metà tra indie e post rock, il nuovo lavoro, Aelita, realizzato in soli tre giorni – registrazione, arrangiamenti, miraggio – sull’onda del successo per l’ultimo successo dal vivo, si presenta come un’opera densa di particolari e significato. Senza cadere nell’ermetismo, il disco, costituito da otto brani della durata totale di quarantacinque minuti, attinge da una molteplicità di fonti sonore evocative e allegoriche, unificate in un condensato elettronico d’atmosfera che ruota attorno ai tre esperimenti Aelita (1,2,3), veri e proprio puntelli del full-lenght.

Attorno ad essi si sviluppano gli altri capitoli; alcuni carichi di mistero e preziosismo, come nella favolistica You Said Tomorrow Yesterday – una sorta di finestra su una realtà decadente e morente – altri invece filano un tessuto sonoro screziato e vibrato (Tamaghis), di diretta provenienza Idm (Aphex Twin).
Del resto l’eredità elettronica (in particolare quella tedesca, dal krautrock, passando per i Kraftwerk, fino ad oggi), che affonda radici addirittura nei lontani anni ’70, si fa sentire notevolmente nel background musicale di questi artisti mitteleuropei, che possono sfoggiare espedienti musicali ogni volta raffinati e puntuali. Si tratta sicuramente di sonorità concettualmente molto soppesate, mai lasciate a sé stesse o alla casualità – questo risulta evidente da un confronto delle tre title-track -. Ultima sorpresa è infine l’atmosfera stellare di Chlebnikov – celebre poeta avanguardista russo, morto di fame nella crisi di anni ’20 –. Qui loop orbitanti e cristallini si succedono in una dimensione ancestrale, degna dei paesaggi onirici più remoti e malinconici – molto bello il sottofondo di violoncello – consacrando  di conseguenza al successo un’opera fortemente voluta, all’unisono, da band e pubblico.

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