Voto: 
7.7 / 10
Autore: 
Marcello Zinno
Etichetta: 
Sony
Anno: 
2009
Line-Up: 

:
- Josh Homme - voce, chitarra
- Dave Grohl - batteria
- John Paul Jones - basso


Tracklist: 


1. No One Loves Me & Neither Do I
2. Mind Eraser, No Chaser
3. New Fang
4. Dead End Friends
5. Elephants
6. Scumbag Blues
7. Bandoliers
8. Reptiles
9. Interlude With Ludes
10. Warsaw Or The First Breath You Take After You Give Up
11. Caligulove
12. Gunman
13. Spinning In Daffodils

Them Crooked Vultures

Them Crooked Vultures

Un nome nuovo ma che sembra essere girato già migliaia di volte nelle menti delle persone.
Them Crooked Vultures, uno dei pochi casi in cui il nome della band è di gran lunga meno conosciuto rispetto a quello dei suoi membri. Sì perché, giusto per i pochi che hanno trascorso l’ultimo anno su Marte, il trio ideato da Dave Grohl (Foo Fighters, Nirvana) ed arricchito da Josh Homme (Queens Of The Stone Age, Kyuss) amico già dai tempi di Songs for the Deaf del 2002, è divenuto qualcosa di veramente prestigioso quando ha registrato l’ingresso nientemeno che di John Paul Jones (Led Zeppelin) al basso elettrico.
Un trio variegato ma con una radice comune: l’amore duraturo per il rock. Un rock difficilmente catalogabile come banale e questo non solo grazie all’immensa esperienza dei propri ideatori ma anche per una fittissima attenzione per gli arrangiamenti che conducono con agiatezza i vari sbalzi tra luci soft e lezioni post-grunge/stoner.

È così che la struttura semplice di Mind Eraser, No Chaser, a braccetto con la successiva New Fang, ci illustra quanto possa essere affascinante un brano di puro rock, suonato con classe, con l’utilizzo maturo e per nulla spropositato della tecnica a disposizione. Ma l’anima demoniaca ed insofferente dei QOTSA inizia a muoversi dal baratro dell’oscurità e produce Dead End Friends, un pezzo distorto e stoppato come solo la mente malata di Homme può partorire; anima letteralmente schiaffeggiata dall’attitudine punk che Elephants porta con sé, 7 minuti di guerriglia anarchica che passa dalla steppa alla trincea con l’agilità di un centometrista e la corazza di una tartaruga secolare.
Basta! Supera ogni limite il desiderio di uscire da questo trip, da questo continuo sviluppo sonoro pur restando fedele ad una matrice comune ma il groove di Scumbag Blues continua a tenerci legati a questa sedia viaggiante, con la testa che dopo pochi secondi segue la cadenza del basso, matematica come un macellaio che seziona il suo prodotto pronto alla consegna.
Dopo una pausa lunga tre canzoni, tra cui un interludio concettualmente incomprensibile degno di un quadro astratto, ritornano i tempi stoppati sui quali oltre alla naturale predisposizione di Homme anche il leggendario Dave non può far altro che divertirsi fino allo sfinimento, come un bimbo che va alla scoperta di posti inesplorati correndo sempre più veloce. La tastiera dalle reminiscenze doorsiane in Caligulove è solo l’ennesimo elemento di rottura di un impianto sonoro post-grunge che non tende a vacillare ma spesso a stupire, come l’iniziale ombra funky che si nasconde dietro il nome di Gunman e che illuminata si presenta in tutta la sua teatrale drammaturgia.

La band ha dichiarato di non rappresentare una valvola di sfogo dei vari progetti personali bensì un percorso avviato e da portare avanti probabilmente con un secondo coinvolgimento studio già da questo 2010. Noi e tutte le migliaia di band che possono trarne ispirazione resteremo ovviamente sintonizzati.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente