Voto: 
7.6 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Prophecy Productions/Audioglob
Anno: 
2000
Line-Up: 

- Tyko Saarikko - Voce, Synth, Chitarra, Munnharpe, Didgeridoo
- Ilkka Salminen - Chitarra
- Ilmari Issakainen - Basso, Chitarra, Piano, Percussioni
- Eleonora Lundell - Violino
- Veera Partanen - Flauto


Tracklist: 


1. Tuulennostatus (1:48)
2. Kielo (10:38)
3. Ciwenkierto (6:25)

Tenhi

Airut:Ciwi

Tribale, sciamanico, rituale, arcano e surreale: è questo il suono con cui si apre “Tuulennostatus”, prima traccia di “Airut:Ciwi”, un esperimento che i Tenhi rilasciarono sul mercato a cavallo del nuovo millennio, dopo essersi presentati al pubblico con il folgorante cd d’esordio, il poetico e sognante “Kauan” .
Proprio durante le registrazioni di “Kauan”, il gruppo sviluppò una serie di temi e idee musicali che non rientravano appieno nel sound di quel primo disco, la cui purezza sconsigliava l’introduzione di tracce particolari, atipiche o sperimentali. Quei temi, prevalentemente composti da melodie di pianoforte, furono tenuti da parte e utilizzati come base per la realizzazione di questo MCD, “Airut:Ciwi”, il primo della ‘saga degli Airut’, cui si aggiungerà in futuro il pianistico “Airut:Aamujen” , ripubblicato poche settimane fa, e il misterioso “Airut:Saavoie”, a quanto pare già composto ma non ancora registrato né pubblicato.

I Tenhi diedero quindi sfogo in questo ‘episodio di transizione’ alle loro tentazioni più progressive e particolari, andando a pescare nella tradizione finnica (prima e terza traccia) così come nel grande calderone Neofolk (seconda traccia); il suono si divide quindi a metà fra le suggestioni mistiche e Folk che andremo a scoprire con il successivo full-lenght “Väre” e l’originaria, malinconica, cristallina bellezza di “Kauan”, i cui paesaggi idilliaci vengono ricreati alla perfezione dai dieci minuti che, da soli, compongono metà del lavoro e che, da soli, meritano l’ascolto di questo disco: sto parlando della traccia in seconda posizione, la meravigliosa “Kielo”, forse il brano più bello mai scritto dalla band, nonché uno dei più conosciuti per via delle sue apparizioni su alcune compilation Neofolk.

“Kielo”
(il mughetto) è infatti la principale ragion d’esistere di “Airut:Ciwi”, essendo un pezzo ammaliante, sospeso nel vuoto, rievocante ricordi lontani: il pianoforte di Ilmari Issakainen si muove leggerissimo, finissimo, leggiadro, eppure è capace di farsi pesantissimo e scavare in profondità, nei ricordi più remoti e nelle esperienze più care, quelle che ognuno di noi custodisce come tesori: “Kielo” le riscopre grazie ad arrangiamenti semplici ma toccanti, giochi di chitarra acustica che imbastiscono trame d’accompagnamento impeccabili, atmosfere rarefatte e nuvolose, mentre la toccante ed ipnotica voce di Tyko Saarikko gioca a rincorrersi, lentamente, con le note del pianoforte. Non v’è ritmo, né batteria, se non qualche percussione a sottolineare i rintocchi dei tristi tasti d’avorio di Ilmari: nei paesaggi di “Kielo” non v’è spazio che per la dolcezza, la malinconia ed il calore di momenti rivissuti con il piacere di chi ritrova un tesoro della propria infanzia.

Ad introdurci questo gioiello è stata la già citata “Tuulennostatus”, in cui, su un tappeto di tastiere, suoni ‘naturalistici’ campionati e didgeridoo, si agita in preda ad una strana furia un individuo misterioso, uno sciamano, che gioca con la sua voce rugosa e i suoi tamburi incessanti per portarci in uno stato alienato, irreale, di trance mistica – questo è probabilmente il brano più particolare e sconcertante mai composto dai Tenhi, e merita l’ascolto (nonostante l’esigua durata) proprio per merito della propria unicità. Successivamente, superate le atmosfere eteree di “Kielo”, il terzetto viene chiuso da “Ciwenkierto”, un brano che unisce le sonorità di “Tuulennostatus” con quelle che compariranno su “Väre”: in effetti, sarà proprio sulle intuizioni melodiche di “Ciwenkierto” che il gruppo finnico svilupperà una delle songs di quell’innevato album ("Sutoi") – qui, la voce pare ispirata da forze soprannaturali, le percussioni sono ossessive, il flauto pare impazzito, l’arpa a bocca squilla con tutto il proprio misterioso fascino, e il tutto viene a stento tenuto a bada dalle chitarre acustiche, calde e coinvolgenti, e dal violino di Eleonora Lundell, che interviene a sprazzi aggiungendo un ulteriore tocco folkloristico e personale a questa spiazzante ultima traccia.

Sicuramente meritevole d’ascolto da parte di chi apprezza la band, “Airut:Ciwi” è una pubblicazione dalla durata troppo limitata per interessare chi non ama il trio finnico; eppure, contiene uno dei migliori momenti che la band abbia saputo comporre (“Kielo”), e due tracce che sono tutto fuorché un riempitivo, vista l’alta carica sperimentale e la validità del sound presentato, peraltro impossibile da rintracciare negli altri dischi dei Tenhi, perlomeno non in dosi così massicce.
A conti fatti, l’unica nota a sfavore di “Airut:Ciwi” è proprio la brevità: ma poiché l’arte non si misura in base alla “quantità”, non mi trovo in imbarazzo nell’assegnare a questo disco una valutazione abbondantemente positiva; e poi, si sa, il vino buono sta nella botte piccola – e quando si parla dei Tenhi, ubriacarsi è perfettamente lecito.

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