Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Leonardo Cammi
Genere: 
Etichetta: 
Inside Out/Audioglobe
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Jeff Martin - voce, chitarra

- Stuart Chatwood - basso, tastiera

- Jeff Burrows - batteria




Tracklist: 

1. Writing’s On The Wall

2. Stargazer

3. One Step Closer Away

4. Oceans

5. Luxuria

6. Overload

7. Coming Back Again

8. The Watcher

9. Empty Glass

10. Wishing You Would Stay

11. Seven Circles

Tea Party, The

Seven Circles

Dopo quattro anni dal precedente album The Interzone Mantras (la lunga pausa è stata causata dalla scomparsa del loro manager Steve Hoffmann per cancro… questa perdita ha colpito molto i membri del gruppo) i tre musicisti canadesi tornano sul mercato con Seven Circles, un album strepitoso che colpisce duro, dritto nel segno.
Il sound dei nostri è come sempre un Hard Rock che pesca a piene mani nella tradizione di Led Zeppelin e nelle song più rock dei Doors, senza dimenticare l’aura oscura e grezza che permea la musica dei nostri; a questo mood di base aggiungiamo ancora la splendida voce roca e sofferta del singer Jeff Martin (anche chitarrista) ed una maggiore apertura, in certe track, a melodie british… il risultato è un affascinante caleidoscopio di colori e musica, che, nella varietà, mantiene salda una matrice di base ben definibile.

Si parte alla grande con quattro pezzi bellissimi, la veloce e rollante Writing’s On The Wall, si continua con le rocky, decadenti e suadenti Stargazer e One Sdtep Closer Away (suoni filtrati e linee vocali sussurrate e drammatiche per giungere all’esplosione del coro… veramente un must) ed infine la moderna e contorta Oceans, pop-rock song toccante e sofferente, che vi conquisterà.
Anche il resto dell’album convince in pieno, a partire da Luxuria, song composta per la colonna sonora del videogioco Prince Of Persia, caratterizzata da melodie mediorientali ricreate con grazia ed efficacia.
Del sound dei nostri colpisce molto la perfetta amalgama che esiste fra le pesanti chitarre di Martin e la linea ritmica di Burrows (batteria) e Chatwood (basso); quest’ultimo, in particolare, riesce a ricamare i fraseggi più interessanti, che sono l’ossatura delle song composte (da sentire in proposito il basso debordante di Overload).
In definitiva, se volete un album di Hard Rock che suoni diverso dal solito e che sappia affascinare per varietà stilistica ed espressiva fate vostro Seven Circles e non ve ne pentirete.

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