Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Roberto Boasso
Genere: 
Etichetta: 
Dark Essence Records
Anno: 
2005
Tracklist: 

1. Hordaland Doedskvad Part I, (07:43)
2. Hordaland Doedskvad Part II, (06:02)
3. Hordaland Doedskvad Part III, (06:16)
4. Hordaland Doedskvad Part IV, (08:16)
5. Hordaland Doedskvad Part V, (06:03)
6. Hordaland Doedskvad Part VI, (07:17)
7. Hordaland Doedskvad Part VII, (09:00)

Taake

...Doedskvad

Finalmente, dopo tre anni dall’acclamato Bjoergvin, arriva l’attesissimo terzo lavoro dei Taake; purtroppo però sembra che Doedskvad sarà non solo l’album che completa la trilogia iniziata con il grandioso Nattestid, ma anche quello destinato a chiudere la carriera del gruppo capitanato dallo storico leader Hoest, che, grazie ad una produzione lenta e costante, è arrivato ad essere definito da non pochi come “ultimo erede della vecchia scena Black norvegese”. E chi sostiene questo non può che esserne ancora più convinto dopo l’ascolto di questo terzo disco, che sicuramente si dimostra come una delle migliori uscite Black dell’anno. Guardando l’interno della confezione non sorprendono più i testi scritti in antiche rune, da sempre “marchio di fabbrica” dei Taake, mentre, invece, stupisce il gran numero di “ospiti”, tra cui spiccano Nattefrost e Nordavind, fondatori dei famosi Carpathian Forest (gruppo black autore di alcuni fra i più importanti dischi del genere, come Black Shining Leather e Morbid Fascination Of Death).

Nel lato musicale Doedsvak non è poi così diverso dalle altre produzioni del gruppo, ma vede accentuato il versante melodico del suono dei norvegesi, rafforzando inoltre le influenze Folk, Epic e, in alcuni casi, addirittura Thrash. Qualche volta compare anche uno strumento poco “convenzionale” come il pianoforte, ascoltabile per esempio nella prima traccia, tra le migliori non solo del disco, ma dell’intera carriera della band. I riff hanno spesso un “sapore” Folk e, in alcuni punti, arrivano a ricordare non troppo da lontano gruppi come gli Storm; il brano maggiormente intriso di queste sonorità è sicuramente il sesto, soprattutto nelle melodie della parte centrale della canzone. È anche l’unico strumentale, e alla fine si dimostrerà essere uno dei più esaltanti tra quelli contenuti nel disco.
Tra gli altri capitoli che vanno citati come riusciti meglio troviamo sicuramente il terzo - che, nelle parti veloci, è uno di quelli che più ricordano il suono delle canzoni contenute nel primo Nattestid - e il secondo, che invece è forse quello che appare più influenzato dal Thrash.

Gli altri brani seguono più o meno il solito stile dei Taake, che emerge tra i più riconoscibili nel Black degli ultimi anni, con molte variazioni di ritmi e riff, mantenendo sempre un suono molto melodico; queste caratteristiche aumentano certamente il numero di ascoltatori a cui potrà piacere la musica proposta dal gruppo, ma Doedskvad, per quanto “accessibile”, rimane sempre un disco Black e, come tale, raramente potrà soddisfare chi non è appassionato a questo stile. Per chi, invece, è interessato al genere, Doedskvad rappresenta un acquisto quasi obbligato. E dopo averne terminato l’ascolto, viene da sperare che un giorno arrivi un successore di questo gran lavoro; bisogna dire, però, che se la carriera del gruppo deve proprio finire così, sarebbe stato davvero difficile chiuderla meglio.
 

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