Voto: 
8.7 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
American/Columbia
Anno: 
2001
Line-Up: 

- Serj Tankian - voce
- Daron Malakian - chitarra
- Shavo Odadjian - basso
- John Dolmayan - batteria


TRACKS:
1. Prison Song (03:21)
2. Needles (03:13)
3. Deer Dance (02:55)
4. Jet Pilot (02:06)
5. X (01:58)
6. Chop Suey! (03:30)
7. Bounce (01:54)
8. Forest (04:00)
9. ATWA (02:56)
10. Science (02:43)
11. Shimmy (01:51)
12. Toxicity (03:38)
13. Psycho (03:45)
14. Aerials (06.11)

Tracklist: 
System of a Down

Toxicity

I System of a Down sono la nuova realtà statunitense che si inserisce nel terzo millennio non discostandosi dai toni del precedente full-lenght omonimo e presentando il proprio capolavoro, Toxicity. Il pubblico internazionale ha espresso due pareri differenti per commentare l’opera: i System of a Down sono catalogati o come geni dell’alternative metal per le innovazioni musicali e liriche introdotte con gli album creati, o come mediocri musicisti, cloni di molte altre bands nu metal odierne. Certamente Toxicity è un disco composto da elementi dissonanti, che strappano agli ascoltatori numerosi sorrisi per i riffs o per i testi demenziali e allo stesso tempo generano istanti di riflessione nelle distensioni melodiche.

La musica legata alla politica dei System of a Down, che combattono contro il sistema degli USA, denunciato come criminale e brutale, è molto valida ed efficace poiché riesce a coinvolgere ed appassionare con i suoi ritmi veloci, pazzi e rabbiosi; così avviene nella prima canzone Prison Song che, come tutte le altre di Toxicity, è contraddistinta da pause improvvise a cui sopraggiungono incalzanti i riffs delle chitarre, del basso e della batteria. La voce di Tankian riesce a spaziare da momenti prettamente rap a cori profondi in clean, fino a stagliarsi rabbiosa e in growl sul muro sonoro prodotto dalle chitarre.
E’ una successione di brani ricchi di melodia, ma anche di aggressività: dalla seconda Needles si giunge alla frenetica Deer Dance, nella quale il testo è penetrante e incisivo nei confronti del nemico America.
Altri pezzi di passaggio trasportano verso il primo vero capolavoro del disco, Chop Suey!: i rapidi cambi di tempo passano quasi inosservati rispetto alle lente aperture strumentali, con cui la splendida canzone si chiude, lasciando una punta di nostalgia nell’ascoltatore.

Le urla e i ruggiti in growl si alternano al clean in tutte le seguenti, fino alla nona ATWA, atmosferica ballad della durata di tre minuti, formata da meravigliosi arpeggi di chitarra che delineano un riff sognante e dai toni mesti.
Di grande rilievo sono le tracce finali, tra cui spicca in particolare il secondo singolo tratto dall’album dopo Chop Suey!: l’omonima Toxicity annuncia la protesta contro lo Stato da parte dei System of a Down ed è diventata il simbolo di una nuova generazione di giovani contestatori del sistema di governo americano, in apparenza così democratico, ma in realtà così violento e belligerante. L’arpeggio iniziale è ormai celebre in tutto il mondo, come famose sono le ultime grida di protesta che chiudono la canzone, una voce che tenta di ergersi in un mondo controllato dai potenti.
Anche Psycho è colma di tale angoscia e inquietudine ed è dotata nella parte centrale di un assolo di chitarra veramente efficace, che introduce l’ultimo singolo di Toxicity, la lenta power-ballad Aerials: qui Tankian e Malakian danno il meglio di loro nei cori, chiudendo un’opera completa e matura.

Nel panorama alternative metal moderno, pochi sono i gruppi che riescono ad unire grinta, riflessione e capacità di esprimersi su problemi di natura politica e sociale: i System of a Down sono tra questi e il full-lenght del 2001 è la testimonianza dell’evoluzione musicale che i quattro armeno-americani hanno subito dalla pubblicazione del precedente omonimo, datato 1998.

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