Voto: 
3.7 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Cold Meat Industry
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Andreas Neidhardt
- Eva Mag

Tracklist: 


1.Sköldmön
2....but there was a Hammer
3.Az Idegen Jövö
4.Kis Kece Lányom
5.Herrschaft Des Verbrechens
6.Várj Meg Vándor
7.I Cursed Each Tune
8.Ett Berg Av Fasa
9.The Smile
10.Gammal Visa

Stormfågel

Ett Berg Av Fasa

“Ett Berg av Fasa” (‘montagna della paura’) è il secondo disco (dopo il debutto del 2005 “Den Nalkande Stormen”) degli Stormfågel, un duo in forza alla Cold Meat Industry che propone un Neofolk atmosferico arricchito da forti tinte Martial Industrial: la particolarità della proposta degli Stormfågel deriva dall’unione di tradizioni musicali provenienti da due diverse aree geografiche dell’Europa – lo svedese Andreas Neidhardt (musica e voce narrante) porta con sé le atmosfere della Scandinavia (le si nota chiaramente in “Gammal Visa”), mentre la magiara Eva Mag (lead vocalist) si muove sovente su territori armonici influenzati dalla musica dell’Europa centro-orientale.

Sono dieci le tracce proposteci, tutte piuttosto omogenee a livello stilistico: tamburi e percussioni marziali hanno un ruolo preminente nonostante una programmazione lineare e prevedibile, mentre gli accompagnamenti sono affidati al campionamento di strumenti più o meno tradizionali (organi, violini, etc.), con la voce potente e nasale della Meg (o, alternativamente, il grave cantato recitato di Neidhardt) a disegnare le melodie principali dei brani, prendendosi la ribalta e la responsabilità di condurre i giochi.
Tutto terribilmente nell’ordinario, finora: a far diventare extra-ordinario – in negativo, però! – il sound Stormfågel è lo scarso appeal degli arrangiamenti tradizionali, che suonano tutti piuttosto sintetici, semplicistici e plastificati, e che raramente trovano il guizzo vincente per proporre una melodia memorabile, generalmente vagando senza direzione alcuna accanto alla narrazione totalmente priva di pathos di Andreas, che accenna uno stile più ‘cantato’ solo sulla peraltro trascurabile ed insignificante “I Cursed Each Tune”.
Perfino peggiore è la situazione quando scende in campo la vocalist ungherese, proponente un’interpretazione Folk sicuraente particolare, ma spesso calante ed ai limiti della stonatura (la sonnolenta e irritante “Sköldmön”, la mediocre danza simil-slava “Az Idegen Jövö”) e che solo raramente si sposta in situazioni corali (“Kis Kece Lányom”) o dalla tonalità più alta (“Várj Meg Vándor”, unico brano degno di lode) che edulcorano l’amaro boccone.

Gli Stormfågel sono una delle più imbarazzanti cantonate mai prese dalla label di Roger Karmanik, e la perfetta rappresentazione dei cliché in cui si rifugiano i meno talentuosi progetti Neofolk. Difficilmente gli amanti del Martial Industrial sopporteranno le pallide incursioni in armonie Folk tradizionali e lo spazio concesso alla voce quasi fastidiosa di Eva Meg; altrettanto arduo è aspettarsi che gli amanti del Folk si sciroppino un pastone noioso e pre-costruito fatto di tamburi e spoken vocals, espedienti sfruttati fino alla nausea (e con maggiore efficacia) da una miriade di altre bands del settore.
Bocciati senza possibilità d’appello.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente