Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
A. Giulio Magliulo
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2014
Line-Up: 

Antonio Capra - Voce e chitarra

Paolo Russo - Chitarra

Giacomo Ferrari - Piano e tastiere

Alberto Casartelli - Basso

Riccardo Monzeglio - Batteria

Tracklist: 

1. Wake Up

2. City Lights

3. New Order

4. Are You Ready

5. Silence

6. When You'll Be Gone

7. It's Winter

8. Falling Skies

9. Collapse

10. Fast Food

11. I Can't Wait

12. Turn On The Sun

13. With You Tonight

Stereocut

#1

Anche Above dei Mad Season cominciava con un brano dal titolo Wake Up.

E come i Mad Season anche i milanesi Stereocut affondano le loro radici musicali nei novanta del post grunge, anche se nel 2014 questo comporta dei rischi.

Il più evidente è nella percezione immediata dell'ascoltatore ignaro che dopo il primo play viene investito da questa pioggia di suono nineties. Se è un motivato amante del rock, del grunge e dei novanta tutti, ne sarà conquistato; diversamente, non ha ragioni per proseguire perché il suo intuito gli suggerirà che Stereocut questo è ed altro non ci troverà. L'inizio dell'album è quindi una dichiarazione di intenti ed in questo gli Stereocut sono molto chiari ed onesti.

Poi si sa che a 'ciclare' troppo sulle proprie passioni musicali, per quanto si possa essere bravi ed appassionati, rende difficile evitare l'effetto gabbia e venirne fuori.

Può succedere che tra un brano e l'altro prenda il sopravvento una sensazione di deja vù quando lo schema, l'impianto generale utilizzato nelle tracce è un pò troppo simile.

L'ultima – e forse più importante – controindicazione, non è tecnica, ma di senso.

Se quel filone musicale nasceva per dare una forma all'angst giovanile dell'epoca, oggi la necessità di fuga, la fragilità delle relazioni, la difficoltà di comunicazione ed il disagio esistenziale han trovato altri contesti sonori per manifestarsi. L'urgenza di graffiare e far sanguinare era insomma una prerogativa.

Eppure questo bel compitino, preciso e ben fatto dice molto degli Stereocut, soprattutto che son bravi ed ostinati. Nel loro mondo, nel loro 'schema', non sono secondi a nessuno.

La tripletta iniziale Wake Up, City Lights e New Order è perfetta nel suo equilibrio di potenza e melodia e dopo tanta 'forza' arriva incredibilmente una Are You Ready? che dispensa ancora più adrenalina.

Non c'è una sola canzone brutta, la qualità è davvero alta ed il controllo totale. Forse troppo. Un esempio? La linea di piano, così classica, in It's Winter. Non si poteva sporcarla in qualche modo? Un effetto? Una nota in meno?

Di contro, laddove c'è la 'variabile umana', più difficile da gestire - in questo caso la voce di Antonio Capra -, quando si sa che non si è e non si può essere perfetti, ecco che viene fuori il meglio; fregandosene delle asperità che pur incontra, essa assume colori diversi che possono ricordare ora Chris Cornell, ora Maynard James Keenan. E questo merito è giusto riversarlo su tutta la band, poiché gli Stereocut non si rifanno direttamente a nessun grande nome ed è solo in un modo molto personale che nel loro stile rientrano gli ascolti che hanno sicuramente perpetuato, i gruppi che probabilmente hanno amato, dai Soundgarden agli Alice In Chains, dai Tool ai Perfect Circle. O almeno così ci sembra.

Forse solo Collapse è stilisticamente po' diversa e tradisce ascolti più mainstream che guardano indietro, all'hard rock da classifica anni ottanta, poi, perfino una traccia all'apparenza diversa come Silence, che sembra più riflessiva, alla fine dispensa ceffoni (per quanto graditi) con i suoi serrati incastri ritmici.

Sperando sia chiaro che queste considerazioni non inficiano affatto sul godimento ultimo di chi cerca un buon album rock da spararsi in auto a tutto volume con quella sacra e beata ignoranza che permette di godere pienamente di certo rock and roll al di fuori di qualsiasi retropensiero sociologico o pseudo tale, possiamo augurare agli Stereocut solo di perdersi un po', di smarrire la via di casa, perché solo tradendo una certa idea di se stessi come musicisti potrebbero scoprire che ci sono belle cose fuori ad attenderli, e che le meritano tutte. Ma bisogna un pò sanguinare.

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