Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Matthias Stepancich
Genere: 
Etichetta: 
Eye Q
Anno: 
1999
Line-Up: 

- Debbie Sanders - voce, liriche
- Matt Ducasse, Kudo Masayuki, Toshio Nakanishi - tutti gli strumenti, liriche
- Mark Sanders, Shawn Lee, Kyoichi Shiino - guest drums
- Yasuyuku 'Tsuru' Ohnishi, Adam Midgley - guest guitars
- Luis Jardim - guest percussion
- Sie Medway-Smith - guest programming

Tracklist: 

1. IKB / Mothra (6:34)
2. Trepanation (0:15)
3. Fuckable Redhead A.K.A. Nickers of a Girl (3:22)
4. ? Pt. 1 (4:11)
5. ? Pt. 2 (3:22)
6. Mothers Milk (5:20)
7. Crocodile #1 (5:29)
8. Ghost (5:22)
9. Breakfast Girl (3:38)
10. ? Pt. 3 (4:59)
11. Magenta (5:47)
12. Crocodile #2 (4:41)
13. Hypnotika (6:38)
14. Please (3:58)

Skylab

Skylab #2: 1999

Tra gli EP successivi al primo ottimo album di debutto (su un totale di più di una ventina) degli Skylab spicca soprattutto Oh! Skylab (L'Attitude, 1995), con due remix (uno di Indigo e uno di Seashell, buono soprattutto il secondo, opera di Nobukau Takemura, grazie agli archi melodiosi e ai tocchi dissonanti) e tre ottimi inediti (l'ambient-dub These Are the Blues, il trip-hop misto a jazz e avanguardia Beyond the Breeze, uno dei loro capolavori, e il noise-ambient su tappeto hip-hop con vocalizzi soul di Red Light, Blue Light).

Howie B esce dal progetto Skylab attorno al 1996, proseguendo una carriera di producer per artisti ben più celebri, oltre che pubblicando alcuni discreti dischi solisti (il suo capolavoro resterà Turn the Dark Off, del 1997).
Il quartetto rimanente (Nakanishi, Masayuki, Ducasse, e Debbie Sanders nel frattempo diventata membro fisso) continua a sfornare EP di discreta ma non memorabile qualità, fino a riunirsi per un nuovo full-length.

Il risultato è Skylab #2: 1999 (Large as Life and Twice as Natural) (Eye Q, 1999), degno successore dell'album di debutto.
I tocchi più avanguardisti sono spesso relegati al background, e non incidono più prepotentemente sui fraseggi armonici; la maggior parte dei pezzi è anzi guidata principalmente dalle ritmiche, che procedono sempre in primo piano e sempre in un regolare 4/4, dando l'illusione di rispettare molto più il formato-canzone (il quale viene in realtà continuamente violentato, grazie agli arrangiamenti bizzarri e alle successioni melodiche sfuggenti). Restano presenti anche tracce dall'anima più ambient e fuori dagli schemi, tuttavia in uno stile meno avanguardista e più onirico rispetto a quelle di #1.
Le melodie di voce, archi e chitarre, presenti massicciamente e con ruolo portante rispetto all'album precedente, possono sembrare semplicistici ad un ascolto distratto, ma inseguono motivi tutto fuorché diretti e derivativi.

IKB / Mothra inizia il "trip" con i brevi vocalizzi filtrati della Sanders, su tappeto di sampling cristallini e ambientali e una ritmica che da quasi impercettibile incalza sino a diventare battito trip-hop, coadiuvato da un assolo di chitarra elettrica fuzz (suonato dal guest Yasuyuku "Tsuru" Ohnishi); Trepanation è un brevissimo skit ambient-noise; Fuckable Redhead A.K.A. Nickers of a Girl è un capolavoro di editing, tra scariche alla batteria (suonata dal guest Kyoichi Shiino), chitarre elettriche, parentesi ambientali e un'altra orgia di sample astratti; ? Pt. 1 e ? Pt. 2 sono molto più imparentate con il jazz, anche se in realtà la prima è un trip-hop in piena regola (con forti accenni reggae, vocalizzi melodici potenti, e un calderone di sample quasi cacofonico ad accompagnare) e la seconda flirta molto con l'avanguardia (il drumming del guest Mark Sanders e i tocchi di contrabbasso sono puramente jazz, ma la differenza la fanno i sampling dissonanti e rumoristici, assieme alla voce straniante della Sanders); Mothers Milk riporta delle ritmiche upbeat, e sembrerebbe quasi un regolare pezzo pop-rock (chitarre, basso e batteria) con accenni soul (i vocalizzi), se non fosse per la pioggia di delay e rumori dissonanti che avvolgono il pezzo, trasformandolo in un'esperienza psichedelica.
Crocodile #1 riporta le ritmiche trip-hop, avvolte in un fondale rumoristico, droni sbilenchi e liriche demenziali alla Cibo Matto; Ghost è uno dei pezzi più "regolari", con cori soul, voce melodica, chitarra moonlight (suonata dal guest Adam Midgley) e ritmo lento lievemente jazz-rock, ma non mancano i tocchi stranianti (arrangiamenti d'archi che diventano distorti, riverberi onirici, rumori di sottofondo); Breakfast Girl è il momento più ambient e azzardato: composto solamente da campionamenti vocali e rumoristici, con un leggero ritmo al basso che fa da base, prosegue idealmente la scia dei vari Shhh e Tokyo 1; ? Pt. 3 è la parentesi più oscura, con ritmiche assenti e tappeto di droni profondi, mentre sul fondale si agitano chitarre funky, voci inquiete e la solita pioggia di sampling dissonanti; Magenta trasporta quello stesso tappeto di vocalizzi e rumori stranianti su di una base percussiva orientaleggiante, confezionando uno dei trip psichedelici più coinvolgenti.
Crocodile #2 è uno dei momenti più intensi, un trip-hop letteralmente annegato in archi drammatici, stringhe dissonanti, raga psichedelici e rumori ambientali, mentre Hypnotika è innanzitutto un lavoro di editing certosino su rumori e campionamenti della più svariata natura: pezzi come questi ultimi due "prendono in prestito" i battiti trip-hop come pretesto, in realtà sono frizzanti opere d'avanguardia, molto più simili ai lavori di Edgard Varèse che a qualsiasi "canzone" elettronica.
Chiude l'album il soul-jazz di Please, reso unico dall'interpretazione melodica eccellente della Sanders, ma soprattutto dalla cascata di sample: chitarre jazz-funk, bassi funky, percussioni, rumori metallici ed elettronici.
 

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