Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Punishment 18 Records
Anno: 
2010
Line-Up: 

Vincenzo "Lip" Librici - Vocals
Baldo - Guitar
Fabrizio "Metal Pig" Ingallina - Guitar
Andrea Arrigo - Bass
Giorgio Piparo – Drums  

Tracklist: 

 
1. Intro(Metal Slug) 01:50 
2. Competition 01:51 
3. Take your eyes off me 02:21 
4. Blades and Rods 02:26 
5. Vice 03:01 
6. Road Thrash 02:17 
7. Toilet Show 02:19 
8. Protection Money 02:40 
9. Jail World 02:11 
10. Waterboating 02:05 
11. The Rape 01:48 

Shock Troopers

Blades and Rods

Nati a Palermo nel 2001, gli Shock Troopers giungono alla pubblicazione di questo secondo album, Blades and Rods, dopo l’omonimo debutto del 2007. Ora accasati con la Punishment 18, i nostri cinque palermitani ci possono ancora una volta assalire con il loro thrash/crossover che tanto spopolò negli anni 80 grazie a formazioni quali D.R.I., S.O.D., Cryptic Slaughter e chi più ne ha più ne metta. Basta guardare alla durata delle canzoni e alla copertina per capire che il prodotto in questione non ammette fronzoli e si getta a capofitto nel ricreare tali sonorità forse ormai quasi dimenticate.

Questo lavoro può essere considerato come un’operazione di riscoperta e riproposta di vecchi stilemi volontariamente essenziali e non tecnici in risposta ad un periodo in cui la mera tecnica musicale spesso prevale sulla gioia di creare qualcosa di spontaneo e genuino. Poco meno di mezz’ora di musica veloce e tagliente per farci divertire senza aspettarsi nulla di particolarmente fantasioso ed originale. L’introduzione del disco riprende il theme del videogioco Metal Slug e già possiamo notare la pulizia di registrazione con le chitarre belle metalliche ed una batteria su buoni volumi che pesta a volontà.  Un paio di rullate ben date ed ecco che la velocità di Competition entra prepotentemente a creare scompiglio attraverso un ritornello azzeccato, cantato dalle classiche “gang vocals” in una marea di up tempo. Nonostante la breve durata, la canzone è sempre ben strutturata e dà quel senso di completezza per poi farsi seguire da una inizialmente meno tirata Take your eyes off me. Durante il ritornello, riffs decisamente orientati al punk fanno spesso capolino e si scontrano ottimamente con le partiture thrash che viaggiano su tempi medi.

Spesso e volentieri le canzoni su Blades and Rods iniziano su tempi medi per poi ripartire in maniera decisamente più veloce al fine di donare il giusto contrasto e di conseguenza il giusto impatto. È il caso della title-track o di Protection Money ma sono assolutamente da segnalare la sfuriate anticlericali di Vice o la critica alla TV italiana di Toilet Show con tanto di introduzione a base di Germano Mosconi. Non ci sono momenti leggermente più melodici poiché l’idea generale del disco è di ricreare un vero e proprio muro sonoro che a mio parere raggiunge il suo climax in concomitanza delle partiture soliste di stampo Slayeriano supportate da un ottimo, velocissimo lavoro di doppia cassa. In conclusione di disco troviamo una The Rape che sembra concentrare dentro di sé tutta la furia ancora non espressa da parte della band anche se non mancano momenti meglio strutturati che viaggiano su tempi medi al fine di dare una maggiore varietà ad un prodotto che si lascia ascoltare gradevolmente ed è consigliato agli appassionati degli anni 80.   

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