Voto: 
5.6 / 10
Autore: 
Luca Trifilio
Genere: 
Etichetta: 
AFM Records/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Mark Fox - voce
- Thomas Muster - chitarra
- Thom Blunier - chitarra
- Oli Linder - basso
- Roger Tanner - batteria


Tracklist: 


1. Make Your Day (03:52)
2. Inferno (04:03)
3. The One (04:21)
4. Playing With Fire (04:51)
5. Dance With Madness (03:34)
6. Love Will Find A Way (03:56)
7. Vertigo (04:16)
8. The Conquest (04:12)
9. Higher Love (03:53)
10. Cardiophobia (03:55)
11. Look At Me (04:07)
12. The Other Side (04:12)
13. Acheron’s Way (09:03)

Shakra

Infected

Allo scoccare del decimo anno della loro carriera, gli Shakra timbrano ancora una volta il cartellino dell’uscita pressoché annuale di una nuova release, la sesta in studio per essere precisi. Stavolta il compito di diffondere la musica degli svizzeri in giro per il mondo è delegato ad un album intitolato Infected, contenente 13 brani per una durata complessiva di circa tre quarti d’ora. Premettiamo subito una cosa: i nostri sono prossimi a sonorità avvicinabili a Bonjovi et similia, quindi non proseguite nella lettura se detestate il suddetto.

Diciamola tutta: Infected non è un brutto disco, anzi, si lascia ascoltare piuttosto gradevolmente per via di una produzione davvero buona, in grado di regalare potenza alle tracce e di dare il giusto risalto a tutti gli strumenti. Gli Shakra non brillano di certo per qualità tecniche, tant’è vero che la totalità dei brani qui presenti è caratterizzata da una notevole semplicità di fondo: sono semplici le strutture dei brani, ampiamente ancorate alla forma canzone di stampo tipicamente pop/rock, sono semplici le partiture strumentali, con poche variazioni e pochi sussulti (forse nessuno, a dir la verità). Cosa si può cercare in un disco del genere, quindi, e come si può affrontare una sua valutazione ed analisi? La strada che personalmente mi è parsa più saggia è stata quella di tenere in conto il grado di piacevolezza con cui l’ascolto del disco procede una volta messo nel lettore, ed è proprio questo l’aspetto che probabilmente permette a Infected di non affondare. Brani come Vertigo, Playing With Fire e Make Your Day sono potenziali hit radiofoniche, e poco importano i succitati standard che il gruppo adopera per comporre le proprie canzoni, che a volte rischiano anche di confondersi l’una con l’altra per via di una ripetitività di fondo che fa perdere qualche ulteriore punto al disco nella sua interezza. I passaggi a vuoto ci sono, così come i momenti di stanca, ma sono bene o male compensati da un paio di riff e da qualche refrain che si fissano rapidamente in testa.

Niente di esaltante o nuovo sotto al sole, insomma, non c’è nulla di interessante tra questi solchi se non qualche buona melodia, ma è un po’ poco per salvare Infected dal calderone di dischi sostanzialmente inutili immessi nel mercato.

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