Voto: 
5.0 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Locomotive Records/Frontiers
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Alan Tecchio - voce
- Jack Frost - chitarra
- Kevin Bolembach - basso
- Jeff Currenton - batteria

Tracklist: 

1. Deadly Sins
2. Science
3. Commerce
4. Worship
5. Knowledge
6. Pleasure
7. Wealth
8. Man Of The Millennium
9. Politics
10. The Answer

Seven Witches

Deadly Sins

A due anni di distanza da Amped tornano alla carica i Seven Witches del talentuoso chitarrista Jack Frost, unica costante di un percorso travagliato e di una line up sempre in continuo cambiamento, con questo ambizioso concept intitolato Deadly Sins ed incentrato sulla vita e le opere del grande Mahatma Gandhi, in particolare sulla sua visione dei sette peccati capitali.

La metal band americana, oltre che sul citato chitarrista fa affidamento sulla voce potente, raschiante ed aggressiva di Alan Tecchio (Hades, Watchtower), e sulla partecipazione straordinaria del bassista Joey Vera (Anthrax, Armored Saint), giungendo sul finire di questo 2007 al suo settimo studio album, con cui sembrano dirottarsi verso territori più heavy, caratterizzati dal cantato aspro del singer, dalla sezione ritmica aggressiva ed incessante, dal riffing tagliente e cattivo, dando vita ad un sound rabbioso e duro, che vede nel classico heavy di gente come Judas Priest e nel power/thrash americano di Exciter e Metal Church i più vicini punti di riferimento, tendenza quest'ultima accentuata dal timbro particolarmente aggressivo del singer che non nasconde affatto le sue radici thrash.

Purtroppo però a pesare decisivamente sul tutto contribuisce un songwriting davvero poco vario ed avvincente, che oltretutto denota una certa mancanza di personalità, essendo molti dei pezzi presenti simili l'un l'altro, ed a loro volta simili a migliaia di altre uscite nel settore.
Certo non manca qualche limitato spunto degno di maggiore attenzione, come avviene con il buon inizio di Science, in cui un'atmosfera evocativa e passata lascia presto spazio a quell'aggressività che rappresenta la caratteristica principale di questo Deadly Sins, o anche con la più lenta Man Of The Millennium, che nella prima parte è pervasa da oscure atmosfere sabbathiane, ma poi cede il passo ad una seconda parte ripetitiva e monotona, che vanifica quanto di buono fatto nei primi due minuti del brano.

Per il resto, dall'iniziale title-track alla conclusiva The Answer, l'album scorre in maniera abbastanza anonima ed anche parecchio stereotipata, non riuscendo quasi mai a catturare, se non in pochi passaggi come quelli poco sopra descritti, l'attenzione dell'ascoltatore, vanificando purtroppo in tal modo anche l'intrigante idea che sta alla base del concept, riguardante uno dei personaggi storicamente più influenti di tutto il novecento, come si capisce facilmente dalla fase conclusiva di Pleasure in cui echeggia in lingua italiana una delle frasi più famose di Gandhi, ossia "essere il cambiamento che vuoi vedere nel mondo".
Nel complesso un passo avanti rispetto al pessimo Amped, ma è veramente poca cosa ciò che i Seven Witches, anche dall'alto della loro esperienza e del loro potenziale, riescono ad offrire in questa loro opera.


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