Voto: 
7.2 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Rqtn
Anno: 
2010
Line-Up: 

- Mathieu Artu - musiche, programming

Tracklist: 

1. 1928 – A Birth Among Others
2. 1942 – A Struggle In The Haze
3. 1955 – A Shelter For Lovers
4. 1970 – A Gaze Towards The Lighthouse
5. 1982 – A Dawn To Remember
6. 1986 – A Son To Concede All
7. 1997 – A Block In Town
8. 2003 – A Motionless Frozen State (ft. Antoine Ollivier)
9. 2010 – A New Decade

RQTN

Decades and Decisions

Negli ultimi anni la musica classica e le composizioni cameristiche hanno trovato nella popular music un'espansione talmente vasta da andare lentamente a plasmare una vero e proprio scenario costituito da artisti e cantautori provenienti dai più disparati background musicali. Che si tratti di slo-core, post-rock o di semplice pop, il cosidetto stile "modern classical" è diventato una tendenza sempre più viva, una musa ispiratrice mediante cui evolvere ed elevare la propria concezione di musica. A questo punto parlare del progetto RQTN diviene un'ovvietà, nonostante il monicker in questione ancora non goda di grande popolarità. Ma, come sappiamo, non è il successo commerciale di un'artista ad esprimerne e simboleggiarne le qualità: se così fosse Mathieu Artu sarebbe un pessimo musicista, peccato che in realtà Mathieu Artu sia un compositore che - a dispetto dell'età - ha non poca classe da vendere.

Se ne resero ben presto conto - anche se furono pochi - tutti i curiosi che finirono intrappolati nella rete incantata del primo full-lenght firmato RQTN: Monolithes en Mouvement (scaricabile gratuitamente qui) è senza ombra di dubbio una delle più scintillanti perle modern classical degli ultimi anni, ben più intensa e peculiare di molte altre opere appartenenti allo stesso scenario eppure molto più pubblicizzate e osannate.  A un anno di distanza da quel gioiello che qualunque appassionato di questo tipo di musica dovrebbe far suo, Mathieu Artu porta a termine la seconda fatica del progetto RQTN, evolvendo e smussando il proprio stile in maniera decisiva. Rispetto al precedente album, Decades and Decisions si impone in un'ottica decisamente meno cameristica, più lucente ma alla stessa maniera intrisa di uno spleen intenso e decadente. Lo fa prendendo gli infinitesimali frammenti elettronici/trip hop di Monolithes en Mouvement ed elevandoli a principale veicolo espressivo della sua carica drammatica, rendendo di conseguenza nettissimo il salto stilistico-compositivo rispetto al precedente full-lenght.

Decades and Decisions è di fatto un album trip hop vero e proprio, nel quale però si continua a respirare la malinconica ariosità classical e la profondità melodica delle origini, aspetti qui conservati e semplicemente trasposti in chiave elettronica seguendo però la medesime impostazioni espressive (andamenti lenti, ricche stratificazioni timbriche, struggenti fraseggi melodici) del precedente album. Gli archi si trasformano così in synth brillanti e dilatati, i suoni si elevano mestamente dal ben più tragico buio di Monolithes.. e l'atmosfera intera dell'album cambia improvvisamente colore, mutando la tenue tristezza del grigio in un rosso molto più vivo e, per certi versi, pieno di speranza.
Eppure Decades and Decisions parte piuttosto in sordina, aprendo le proprie danze col suo episodio meno significativo: 1928 - A Birth Among Others enuclea in breve tempo le nuove coordinate stilistiche del progetto RQTN ma si smarrisce ben presto in una cerimonia di synth tanto sfarzosa quanto priva di intensità drammatica. Il discorso cambia però immediatamente verso quando a sciogliersi sono 1942 - A Struggle In The Haze e 1955 - A Shelter For Lovers, i due maggiori gioielli dell'album nonchè i brani che scavano nella maniera più profonda e vibrante nelle corde emotive di Artu, dipingendo affreschi interiori ariosi e vasti, come sempre condotti da una pazzesca vis melodica e supportati dall'avvolgente spiegarsi dei beat (che, pur non essendo mai originali, si dimostrano sempre funzionali al discorso drammatico dell'album).
Intimismo cameristico e lente evoluzioni trip hop si inseguono così per tutta la durata di Decades and Decisions, lasciando al proprio passaggio una serie di frammenti sintetici semplici ma come non mai avvolgenti, sia che si tratti delle più secche trame synth pop di 1982 - A Dawn To Remember, sia che si tratti di lente ballate da camera (1986 - A Son To Concede All) o di ben più robusti momenti tipicamente trip hop (le atmosfere densissime di 1970 - A Gaze Towards The Lighthouse e del trittico finale 1997 - A Block In Town, 2003 - A Motionless Frozen State e 2010 - A New Decade)

Criticabile solo ed esclusivamente per alcune trame sintetiche che in maniera troppo evidente si rifanno al trip hop di maniera (i beat sono semplici ma spesso prevedibili e i synth, quando messi in primo piano, risultano a tratti eccessivamente "forti"), Decades and Decisions è un album che per il resto affascina e commuove senza difficoltà alcuna, seppur senza raggiungere le splendide vette emotive del precedente capolavoro Monolithes en Mouvement. In ogni caso si tratta di una chicca che sarebbe meglio non lasciarsi sfuggire. Provare per credere.


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