Voto: 
7.3 / 10
Autore: 
Roberto Fabbi
Genere: 
Etichetta: 
AFM Records/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Rob Rock - voce
- Carl-Johan Grimmark - chitarra
- Andreas Olsson - basso
- Andreas Johansson - batteria

Tracklist: 

1. Garden of Chaos
2. Satan's Playground
3. Savior's Call
4. This Time Is the Last Time
5. Only a Matter of Time
6. Spirit in the Sky
7. Metal Breed
8. Millenial Reign
9. Unconditional
10. Ride the Wind
11. Ode to Alexander

Rob Rock

Garden of Chaos

La carriera di Rob Rock ha radici molto profonde: possiamo risalire al lontano 1983, anno in cui questo allora emergente cantante, si unisce ai Vice, dove conosce il giovanissimo Chris Impellitteri, colui che si rivelerà un punto cardine dell’intera storia musicale di Rock. Numerose sono le band che lo hanno accompagnato fino agli esordi della sua carriera da solista: ripercorrendo la sua storia troviamo gruppi come M.A.R.S. o Joshua; tuttavia la sua corsa al successo risulta profondamente solcata dall’influenza di Impellitteri, del quale divenne oltretutto un grande amico. La riunione tra i due avviene nell’87, quando Rob viene richiamato a contribuire alla registrazione del primo EP degli Impellitteri (gruppo fondato dall’omonimo Chris). Continuando nell’analizzare la storia di Rob Rock, giungiamo finalmente alla sua carriera solista, che inizia nel 2000, anno simbolo dell’avvio di un nuovo millennio carico di speranze ed aspettative: Rob coglie l’occasione per fondare i Rob Rock's Rage of Creation, coi quali ha potuto fino ad oggi sfruttare pienamente il suo talento. Dopo sette anni e tre album, la sua storia da solista giunge al culmine, quando nel 2007 offre il nuovo album Garden Of Chaos.

La struttura del disco è estremamente lineare: parte con le tracce più massicce, veloci e incisive per terminare con le più lente e melodiche. La traccia d’apertura è proprio la title-track Garden Of Chaos, al cui principio troviamo un rapido riff in stile Arch Enemy, che conduce al cuore vero e proprio canzone, potente, caratterizzata da un’eccellente lavoro di Andreas Johansson alle pelli, contornato da splendidi riff armonici generati dal talentuoso Grimmark. Le due tracce seguenti presentano lo stesso stile aggressivo della prima: Satan’s Playground e Savior’s Call, dall’inizio enigmatico e melodico, entrambe sono caratterizzate da un buon ritornello. Già alla quinta traccia, Only A Matter Of Time notiamo che qualcosa cambia: i ritmi pesanti e incisivi delle prima tracce si trasformano, lasciando il posto ad una sorta di aggressività trascinata, con evidenti alternanze di sonorità veloci e lente, aggressive e distese. Particolarmente evidente è l’opposizione tra il ritornello, piuttosto imponente, e il rapidissimo assolo di chitarra. La calata di tono prosegue con Spirit In The Sky, dove troviamo ritmi penetranti, buoni assoli e pezzi di chitarra in sottofondo ed infine un impetuoso ritornello. Eccezionale la successiva Metal Breed, dove Rob Rock riesce ad esprimere tutta la potenza della sua voce, dando vita ad un perfetto ritornello a metà strada tra il genere Power e quello Heavy. Questa potrebbe figurare, insieme alla title-track, una delle migliori canzoni dell’intero CD, si tratta di una traccia molto rappresentativa oltre che valida. L’album si avvia alla conclusione con due tracce estremamente modulate, melodiche e passionali: Unconditional, dal cadenzato e flemmatico ritornello, e l’ultima Ode To Alexander. Quest’ultima è senza dubbio un traccia speciale: scritta da Rob Rock con la collaborazione della moglie Liza, la canzone ricorda decisamente lo stile caratteristico del precedente album dei Rob Rock's Rage of Creation, Holly Hell, facendone rivivere il ricordo e rievocandone l’influenza.

Per riassumere, con una carriera del genere, non potevamo che aspettarci un lavoro ben al di sopra della media da parte di Rob Rock e i suoi. Garden Of Chaos rappresenta senza dubbio una grande tentazione per tutti gli amanti del classico Heavy/Power Metal, e a noi non resta che sperare che un futuro lavoro della band produca risultati pari o addirittura superiori a quelli riscontrati con questo ottimo album. Insomma, Rob Rock continua a non deludere il suo pubblico, che si augura per il futuro una sua duratura permanenza nella scena Heavy/Power internazionale oltre ad altri grandi risultati.

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