Voto: 
8.8 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Metal Heaven/Frontiers
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Mike DiMeo - voce
- Mark Reale - chitarra
- Mike Flyntz - chitarra
- Pete Perez - basso
- Frank Gilchrist - batteria

Tracklist: 

1. Army Of One
2. Knocking At My Door
3. Blinded
4. One More Alibi
5. It All Falls Down
6. Helping Hand
7. The Mystic
8. Still Alive
9. Alive In The City
10. Shine
11. Stained Mirror
12. Darker Side Of Light

Riot

Army Of One

Fondati nel 1977 dal chitarrista Mark Reale, unico membro sempre presente nella trentennale carriera di questo gruppo, i Riot rappresentano una delle maggiori realtà dell’Heavy Metal statunitense, con un buon seguito di pubblico anche in Europa e Giappone. Dopo aver esordito nel 1977 con Rock City, i newyorkesi hanno sfornato nel corso degli anni ottime releases, quali Narita, Fire Down Under, Thundersteel e Privilege Of Power, ma è sembrato che nel corso degli anni ’90 Reale & co. avessero perso lo smalto dei giorni migliori, eccezion fatta per il buon Inishmore unico lavoro degno di questa metal band statunitense. Nel 2006 tornano, distribuiti in Europa dalla nostrana Frontiers, con Army Of One, che succede al buon Through The Storm del 2002.
Con questo nuovo lavoro, dedicato pare a Guy Speranza, primo storico cantante della band deceduto nel novembre del 2003, i Riot si ripresentano con l’ennesimo nuovo batterista, Frank Gilchriest dei Virgin Steele che sostituisce Bobby Rondinelli, dando alla luce un album davvero straordinario, che gli amanti del classico Hard n’Heavy non potranno fare a meno di apprezzare.

Apertura in classico stile Heavy con la title-track Army Of One, veloce ed aggressiva, ma melodica, con una sezione ritmica potente ed una superba prova delle due chitarra di Reale e Flyntz, che si superano in quei solos incrociati dove sembrano quasi sfidarsi a duello, ed a seguire un autentico capolavoro che risponde al nome di Knockin’ At My Door, dove strofe tirate lasciano spazio alle favolose melodie di refrains in possesso di una forte dose adrenalinica, così potenza e melodia perfettamente si amalgamano dando vita ad un pezzo che racchiude in sè tutta l’essenza dell’Hard n’Heavy, maggiormente orientate ad un Hard Rock tipicamente a stelle e striscie le due successive Blinded, è sempre la sezione ritmica potente e sostenuta a trascinare il brano e le ottime scorribande delle due chitarre ad impreziosire il tutto, e One More Alibi, dove ancora una volta strofe tirate e magistralemente rese dall’interpretazione di DiMeo spianano la strada ad un refrain da brividi, mentre non possiamo esimerci dal citare l’ottima performance delle due ascie. Un inizio che ha veramente dell’incredibile, ma nonostante ciò si continua su buoni livelli con It All Falls Down, song a cavallo tra Heavy e Power, con un ritmo incalzante dato dall’ottima prova di Gilchrist dietro le pelli ed un’accattivante linea melodica pronta a sfociare in un chorus esplosivo e rabbioso, ed anche Helping Hand, la ballad del lotto, è un gran bel mid-tempo con un favoloso e melodico refrain, come melodico e fantastico è il solito assolo di Reale. Si torna a sonorità tipicamente più Heavy, senza però mai tralasciare l’aspetto melodico, con The Mystic, potente qui sia la sezione ritmica che l’interpretazione del singer, meno sostenuta invece la settantiana Still Alive che si farà ricordare per un lungo ed ottimo intermezzo strumentale dove sono sempre le due chitarre a farla da padrone, mentre la lunga e selvaggia Alive In The City ha un forte sapore blueseggiante che va ad aggiungere nuova benzina sul fuoco a questo già ricco lavoro, prima di chiudere il tutto con Shine, altro pezzo Heavy potente e veloce anche se inferiore al resto, la strumentale Stained Mirror, ed infine la stupenda closer Darker Side Of Light che riprende quella formula vincente basata su strofe potenti e tirate, preparatorie ad un refrain melodico, adrenalinico ed accattivante.

Army Of One, oltre a rappresentare uno dei migliori album di sempre nella discografia del combo newyorkese, ha tutte le credenziali e le carte in regola per proporsi come uno dei migliori album Heavy del corrente anno, dove Heavy/Power ed Hard Rock convivono in perfetta simbiosi, dodici pezzi in grado di entusiasmare sia gli appassionati di Heavy Metal che i seguaci dell’Hard Rock, inoltre non sarà difficile riscontrare in questa release ottima tecnica, potenza e melodia, insomma tutto ciò che si può chiedere ad un lavoro del genere. Assolutamente da avere per tutti gli amanti dell’Hard n’Heavy classico.

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