Voto: 
8.2 / 10
Autore: 
Roberto Fabbi
Genere: 
Etichetta: 
Nuclear Blast/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Bjorn Jansson - voce
- Benny Jansson - chitarra
- Mathias Garnos - basso
- Kaspar Dahlqvist - tastiera
- Uli Kusch - batteria

Tracklist: 

1. New Protection (03:20)   
2. A Smile From Heaven's Eye (04:17)   
3. Silent War (04:33)
4. The Prince Of Darkness(05:20)
5. Break The Chain (04:32)   
6. Corroded Dreams (03:51)   
7. The End Of Days (04:12)   
8. Far Beyond The Stars (04:18)   
9. Black Cloud (03:37)   
10. Endless (03:05)
11. Heaven Only Knows (03:44)
12. A Crack In The Wall (05:17)

Ride the Sky

New Protection

Finalmente è disponibile al pubblico l’album di debutto dei Ride The Sky. Per scoprire le radici di questo gruppo Power svedese, dobbiamo tornare indietro di un anno: tutto ebbe inizio nel 2006, quando lo straordinario batterista Uli Kusch (che molti ricorderanno associato a grandi nomi come Helloween e Gamma Ray), allora militante nei Masterplan, decide di lasciare il gruppo ed unirsi ai Tears of Anger: scatta così la scintilla che porterà il neonato quintetto svedese alle luci della ribalta, con questo primo album, New Protection. La grande esperienza dei cinque svedesi è evidenziata dal fatto che la carriera sommata di tutti i componenti ci dà un risultato di oltre 70 album registrati. Fin dalla prima traccia, la title-track New Protection, capiamo che quello che stiamo ascoltando non è un album facile, ma che avrà bisogno di più ascolti per carpirne la vera essenza, per poterlo apprezzare a fondo.

Questa prima traccia è principalmente caratterizzata da un inizio di grande effetto seguito da una fase lenta che porta direttamente al bellissimo e travolgente ritornello. La ripetizione del ritornello avviene nei punti più strategici della canzone, dando un senso di regolarità che non dà per nulla fastidio. Buono l’assolo scaturito dalle dita del chitarrista Benny Jannson; ottima anche la chiusura della canzone, descritta da una lenta progressione a calare, fino al termine. È bastata questa prima canzone a ripagarci dell’attesa di questo primo disco; augurandoci che il resto dell’album sia allo stesso, ottimo livello, ci prepariamo a cominciare l’ascolto di A Smile From Heaven’s Eye. L’inizio enigmatico lascia presto il posto ad un intreccio coinvolgente dei vari strumenti, che ci offre una parte iniziale imponente e molto melodica, la quale porta direttamente ad un ritornello che colpisce, accompagnato alla perfezione da chitarra, batteria, basso e soprattutto dalle tastiere, che capiamo essere uno degli elementi portanti dell’intera produzione. Meccanico, rapido e prolungato fino al termine è l’assolo di chitarra, tramite con l’ultima ripetizione di ritornello che precede la fine della traccia. Finora il livello di soddisfazione è piuttosto alto: ci si trova molto incoraggiati e curiosi di ascoltare il seguito. La successiva Silent War, di livello leggermente inferiore alle due tracce precedenti, si rivela tuttavia una canzone degna di rispetto, con il caratteristico ritornello contornato da un rapido pezzo di tastiera. Si tratta di una delle tracce più ritmiche e scandite dell’intero CD. La seguente, The Prince of Darkness, rivela un’intro agghiacciante, che precede una parte molto aggressiva, sia di voce che di chitarra e batteria; un altro pezzo certamente degno di nota è rappresentato dalla canzone The End of Days, la cui peculiarità è descritta da un alternarsi di tastiere imperiose e parti lente, quasi malinconiche, separate dal consueto ritornello affascinante. Siamo giunti a Far Beyond the Stars: stupenda, accattivante, con un’intro di batteria e tastiere che soddisfa al pieno, per non parlare del ritornello, il più coinvolgente, veemente, caratteristico dei tutti quelli ascoltati finora. Insomma, potremmo definire questa traccia la migliore di questa prima produzione dei Ride The Sky, forse al pari con la prima New Protection. Le ultime tracce, ad eccezione della buona Endless, lasciano un po’ l’amaro in bocca.

Dobbiamo però essere indulgenti, nel complesso New Protection è un album più che buono, prova effettiva dell’impegno encomiabile dei Ride The Sky. Un album certamente non facile, che necessita numerosi ascolti, prima di poter essere ascoltato nella sua interezza; la musica, complessa ma non pesante, i testi intelligenti, la ottima musicalità offrono un’entusiasmante prima produzione del neo gruppo svedese, che pone le premesse di un futuro più che luminoso: si ha la sensazione che questi cinque “ragazzi” faranno molta strada e daranno parecchie soddisfazioni, e che forse rappresenteranno un punto cardine della musica Metal del nuovo millennio.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente