Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Giammi - voce
- Diego - chitarra, voce
- Paolo - basso
- Tony - batteria


Tracklist: 

1. Trying To Breathe
2. Will You Be Alive
3. Never Forget
4. Disconnected
5. 7 To 13
6. All The Tears
7. Reflecting Dream
8. Falling Silent Words
9. Primal Innocence
10. My Envy

Rhope

Rhope

Nati dalle ceneri degli Access Denied, i milanesi Rhope giungono al debutto discografico nel 2007 dopo diversi cambi di line-up, che hanno portato all’entrata del nuovo cantante Giammi solo dieci mesi prima della registrazione dell’album. Il periodo di permanenza del vocalist può considerarsi decisamente limitato in confronto alla longeva attività degli ex-Access Denied, che comunque hanno saputo completare con grande professionalità il disco, grazie ad una registrazione impeccabile e dotata di un sound dal sapore americano. Il quartetto di Milano propone un interessante connubio di Alternative e Nu Metal, che trova le sue radici nella tradizione di storiche formazioni d’oltreoceano, come Deftones, Ill Nino e Soulfly; non mancano poi alcune reminescenze addirittura dagli Smashing Pumpkins di Billy Corgan, soprattutto in alcune parti vocali e nei tratti strumentali più distesi.

Una pecca dell’album è sicuramente la sua durata, perché i trentasei minuti di cui si compone scorrono via rapidamente, ma le dieci canzoni dei Rhope costituiscono un valido e convincente biglietto da visita per l’esordiente gruppo italiano. L’intreccio vocale ha un andamento qualitativo abbastanza altalenante, risultando efficace per la maggior parte del full-lenght, ma scadendo in altre sezioni che non sono mantenute allo stesso livello di resa. I ritornelli dei Rhope appaiono però da subito parecchio cantabili e carichi di melodia, come testimonia l’opener Trying To Breath, dal tono squisitamente Alternative. Più vicina allo stile strumentale degli Ill Nino è Will You Be Alive, provvista di patterns di batteria aggressivi e coinvolgenti, che appassioneranno sicuramente gli irriducibili del genere.
Non mancano poi voci sporche filtrate, che arricchiscono il complesso già plasmato dal binomio voce principale-strumenti; Disconnected e All The Tears invece rappresentano tracce in grado di lasciar emergere il gusto tipico degli Smashing Pumpkins, nella sua parvenza sì alternativa ma colma di malinconica melodia.
Più ci si addentra nell’ascolto del debutto dei Rhope, più si comprende quale sia la versatilità stilistica che lo caratterizza: il cantato di Calling Silent Words strizza un occhio al rappato di Rage Against The Machine e Korn, ma sulle aperture melodiche si notano notevoli problemi per l’impatto vocale.

In definitiva, i Rhope raffigurano una speranza per il futuro alternativo italiano poiché, sebbene il debutto omonimo sia figlio diretto della scuola americana, riesce ad ergersi la personalità dei quattro musicisti, che realizzano un’opera discreta e davvero gradevole. Si auspica pertanto che il quartetto lombardo continui su questa scia, siglando con le pubblicazioni future la professionalità del primo capitolo discografico e magari trovando un’etichetta che possa contribuire economicamente a tali progetti.

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