Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Season Of Mist/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

- LRZ (Lars Sorensen) - samples, synth
- Selveste TurboNatas (Kjetil Eggum) - chitarra
- Ofu Khan (Jimmy Ivan Bergsten) - chitarra, voce
- Thomas B (Thomas Brandt) - basso
- E_Wroldsen (Eric Wroldsen) - batteria


Tracklist: 


1. Antidote (05:49)
2. Hole In Me (06:20)  
3. Dead Cities (03:42)  
4. Mouth Of Madness (05:04)
5. Beyond The Limits Of Physical X-perience (03:28)
6. Icons Of Fear... The Curse Of The Universe (04:01)  
7. I Sweat W.O.M.D (04:51)
8. WarThemes (04:28)
9. Distorted Eyes (10:36)
10. Proprioception (02:51)

Red Harvest

A Greater Darkness

I norvegesi Red Harvest dalla fine degli anni Ottanta hanno rappresentato i pionieri dell’Industrial metal, colmo di violenza e di inserti elettronici, che ha trovato un largo seguito nella scena internazionale. A Greater Darkness è la decima fatica della band di Oslo, un'uscita che riunisce gli elementi tipici delle precedenti e cerca di conferire nuovamente una struttura organica, puntando sull’aggressività già espressa dal growl devastante di Ofu Khan.

Cibernetico ed apocalittico il feeling che si respira in A Greater Darkness, introdotto da una splendida ed inquietante copertina verde scuro; fin da subito emerge l’alone caotico dei Red Harvest attraverso la title-track Antidote, che riprende ciò che la band aveva lasciato in sospeso con Internal Punishment Programs. Di certo l’originalità non è chiara ed evidente, ma il sound si plasma sempre in modo rarefatto e soffocante, trascinando l’ascoltatore nel vortice claustrofobico dei Red Harvest.
Così si struttura gran parte del disco, come dimostrano Dead Cities e Mouth Of Madness, roboanti nei patterns in doppia cassa di E_Wroldsen e penetranti nei riff di chitarra: l’elettronica comunque riesce ad affiorare in numerosi passaggi, delineando l’aura più sperimentale del five-piece.
Cerebrale e tecnologica, la musica dei Red Harvest è anche accompagnata da un buon lavoro di synth, che arricchiscono le sezioni di diverse tracce anche in A Greater Darkness, come la settima I Sweat W.O.M.D., psicotica nel suo incedere.
Forse la pecca principale del decimo capitolo discografico della formazione scandinava è la troppa vicinanza agli episodi precedenti, poiché le novità stilistiche nell’Industrial tessuto sono veramente scarse: sicuramente però affiora l’anima robotica che tanto ha caratterizzato un genere diffusosi a grande macchia in tutta Europa e che trova anche responsi positivi all’interno della stessa casa discografica Season Of Mist, con i francesi Dagoba.

In definitiva, si consiglia A Greater Darkness a chi vorrà farsi conquistare dal mood spietato e distruttivo dei Red Harvest, veri trascinatori di un panorama che ormai è costituito da troppe correnti interne e che è riuscito a diventare anche “fenomeno di massa” grazie alle proposte più votate alla melodia elettronica (i tedeschi Rammstein su tutti). Si deve pertanto scordare il movimento tedesco quando si entra in contatto con i Red Harvest, puristi dell’Industrial Metal delle origini, ma sempre dotati di una carica incredibile ed inarrestabile.
Da sottolineare infine l'ennesimo cambiamento del logo dei Red Harvest, simbolo della costante evoluzione che accompagna i cinque norvegesi dall'ormai lontano 1989.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente