Voto: 
6.9 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
Visible Noise
Anno: 
2010
Line-Up: 

- Oli Sykes - voce
- Lee Malia - chitarra
- Jona Weinhofen - chitarra
- Matt Kean - basso
- Matt Nicholls - batteria

Guests:
- Lights Poxleitner - voce nella prima, seconda e quinta traccia
- Josh Franceschi - voce nella quarta traccia
- Josh Scogin - voce nella dodicesima traccia

Tracklist: 

1. Crucify Me (06:20)
2. Anthem (04:50)
3. It Never Ends (04:34)
4. Fuck (04:55)
5. Don't Go (04:58)
6. Home Sweet Hole (04:38)
7. Alligator Blood (04:32)
8. Visions (04:09)
9. Blacklist (04:00)
10. Memorial (03:10)
11. Blessed With A Curse (05:08)
12. The Fox And The Wolf (01:43)

Bring Me the Horizon

There Is a Hell, Believe Me I've Seen It. There Is a Heaven, Let's Keep It a Secret

Quello dei Bring Me the Horizon è sicuramente un nome che fa discutere. Oli Sykes e compagni, infatti, vengono spesso accusati di produrre musica di scarsa qualità e di non meritare quindi le attenzioni della stampa specializzata, sempre pronta a documentare le gesta dei cinque ragazzi britannici. Eppure, specialmente negli ultimi anni, i Bring Me The Horizon hanno dimostrato di essere uno dei pochi progetti da seguire rimasti in ambito Metalcore.
Formatasi a Sheffield nel 2004, la band pubblica due anni dopo il grintoso e tagliente Count Your Blessings, album d’esordio e sintesi di quanto di buono il Deathcore più tradizionale possa offrire. Compresi gli evidenti limiti del genere, con Suicide Season del 2008 i Bring Me the Horizon virano in direzione di lidi meno pesanti e canonici, spiazzando così critica e fan. Successivamente alla pubblicazione del disco, a cui segue peraltro un’interessante versione remix, il chitarrista Curtis Ward lascia la band e viene rimpiazzato dall’ex I Killed the Prom Queen e Bleeding Through Jona Weinhofen. La nuova formazione entra quindi in studio e, sotto l’attenta direzione di Fredrik Nordström (già produttore di Suicide Season), incide quello che è il suo terzo full length: There Is a Hell, Believe Me I've Seen It. There Is a Heaven, Let's Keep It a Secret.

Se Suicide Season testimonia un chiaro e netto mutamento stilistico, lo stesso non si può dire riguardo a There Is A Hell / There Is A Heaven, il quali per molti versi rappresenta invece un momento di transizione. All’interno del disco, infatti, è possibile trovare capitoli strettamente legati al passato più recente della band inglese, così come episodi assai più coraggiosi ed in qualche modo sperimentali. In particolare, sono spesso e volentieri le chitarre a ricordare da vicino le sonorità di Suicide Season, mentre gli elementi di novità sono costituiti soprattutto da scelte ritmiche ed inserti elettronici. Il sound diventa infatti meno ripetitivo grazie ai numerosi e repentini cambi di ritmo, i quali, specie durante i pezzi più elaborati, portano freschezza ed arricchiscono di sfumature quasi caotiche There Is A Hell / There Is A Heaven. Dal punto di vista elettronico, invece, si può notare una certa apertura sia verso trame di tipo melodico sia nei confronti di musicalità più distorte e minacciose.
Ci si trova perciò di fronte ad un album a metà fra il passato ed il futuro, senza forse un’identità autonoma ed un senso intrinseco. Tuttavia la qualità dei singoli brani resta indiscutibile ed il full length contiene alcune fra le tracce più suggestive ed affascinanti mai composte dai Bring Me The Horizon. Se quindi i fan della band non faticheranno ad apprezzare There Is A Hell / There Is A Heaven, anche i semplici curiosi troveranno certamente pane per i propri denti.

Con dodici brani per quasi cinquantatre minuti di durata, There Is A Hell / There Is A Heaven è il lavoro più lungo ed ambizioso del combo britannico, che affida a Crucify Me il delicato compito di aprire le danze. La canzone, sicuramente fra le più innovative del lotto, stupisce per la sua capacità di trascinare l’ascoltatore senza ricadere nei classici cliché che affliggono il genere. Sono soprattutto il cantato femminile e la componente elettronica ad arricchire un brano di per sé già validissimo ed atipico, probabilmente il più impegnato scritto dal gruppo di Sheffield dal 2004 ad oggi.
Alcune delle interessanti soluzioni stilistiche presenti in Crucify Me costituiscono elementi centrali dell’opera, sebbene talvolta vengano accompagnate da un sound più grezzo e tradizionale. Basti pensare ad Anthem, Alligator Blood, Visions e la conclusiva The Fox And The Wolf, brani nei quali, nonostante una sistematica destrutturazione, si può comunque riconoscere il marchio del gruppo britannico. Altrove, invece, alle aperture sperimentali viene lasciata maggiore libertà, come accade soprattutto nel binomio Memorial - Blessed With A Curse, che ricorda da vicino la titletrack di Suicide Season pur differendone a livello squisitamente sonoro.
La componente vocale gioca senza dubbio un ruolo fondamentale all’interno di There Is A Hell / There Is A Heaven, in quanto si rivela capace di conferire determinate sfumature emotive alle varie tracce. Se in generale non si può parlare di un vero e proprio miglioramento tecnico, Oli Sykes dà comunque prova di maggiore maturità attraverso liriche sempre più introspettive ed oscure. Inoltre, l’autenticità con cui il singer britannico dà voce ai propri testi risulta a tratti quasi disarmante, contrastando enormemente sia con la pulizia della produzione sia, se vogliamo, con l’immagine che la band si è creata negli anni.

There Is A Hell / There Is A Heaven è un lavoro piuttosto particolare, ancorato a Suicide Season e ed al tempo stesso profondamente innovativo. E’ ormai evidente il desiderio di crescita continua dei Bring Me The Horizon, abilissimi ad assimilare influenze e successivamente dare libero sfogo alla propria, rinnovata creatività. In particolare, l’esperienza elettronica del remix album Suicide Season: Cut Up! sembra aver segnato profondamente il combo di Sheffield. Allo stesso modo le numerose tournée internazionali hanno permesso alla band di perfezionare la propria tecnica ed ampliare i propri orizzonti musicali. Lo dimostra ad esempio la collaborazione con Josh Scogin dei The Chariot, ai quali i Bring Me The Horizon dell’ultimo album devono molto (specialmente a livello di drumming).
In definitiva, There Is A Hell / There Is A Heaven rappresenta un tassello importante per la carriera di Oli Sykes e compagni. Il tentativo di distanziarsi da Suicide Season è riuscito solo a metà, in quanto alcune tracce risentono ancora pesantemente dell’influenza del disco uscito nel 2008. Non bisogna comunque mettere in secondo piano il lato più innovativo di There Is A Hell / There Is A Heaven, questo sì capace di proporre con successo sonorità meno convenzionali.
Non si tratta di un’opera semplice da apprezzare. Necessita di tempo, di attenzione e cresce con il passare degli ascolti. Non un grandissimo disco, forse, ma senza dubbio il miglior prodotto firmato Bring Me The Horizon ad oggi.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente