Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Deutsche Grammophon
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Carl Craig & Moritz von Oswald - Tutte le musiche

Tracklist: 

1. Intro
2. Moviment 1
3. Moviment 2
4. Moviment 3
5. Moviment 4
6. Interlude
7. Moviment 5
8. Moviment 6

Carl Craig and Moritz von Oswald

Recomposed By. Music by Maurice Ravel and Modest Mussorgsky

Stando agli esiti e agli sviluppi a cui la musica elettronica moderna è giunta, non c'è poi tanto da meravigliarsi se ci si ritrova tra le mani un disco che riesuma e rimodella in chiave tecnologica le musiche di due compositori ormai storici, Maurice Ravel e Modest Mussorgsky per la precisione.
Mica roba da poco, soprattutto quando poi si comprende che tale tentativo proviene dalle menti di due tra le più influenti figure della techno moderna: Carl Craig e Moritz von Oswald. L'esperimento (perchè di un vero e proprio esperimento si tratta) risulta affascinante e intrigante ancor prima di sentirlo: come conciliare la raffinatezza timbrica di Ravel e l'impeto cromatico di Mussorgsky con le ritmiche e il mood urbano della techno? Come far convivere due mondi lontani anni luce senza lasciare qualche macchia, qualche imprecisione, qualche sospetto? Craig e von Oswald lo sanno molto bene e lo fanno capire sin da subito, mettendo in pratica esperienza e sapienza compositiva col fare di due stregoni a cui riesce praticamente spontaneo compiere qualsiasi alchimia linguistica, anche quella più difficile e azzardata.

Non che ci ritroviamo di fronte ad irruenti sperimentazioni dodecafoniche Schonbergiane, nè tantomeno davanti a labirintesche costruzioni orchestrali a là Stravinskij, ma di certo reinterpetare le musiche di Ravel (simbolo della Francia conservatrice post-romantica) e di Mussorgsky (dalle cui composizioni passa gran parte dell'800 russo) non è una cosa da tutti, soprattutto se si fa caso al fatto che nel disco in questione non viene presentata una mera riproposizione elettronica di tali opere, ma piuttosto un'equilibrata sintesi di due mondi (con tutte le epoche e gli scenari ad essi connessi) lontani e apparentemente inconciliabili. Tanto che quando si sente Movement 1, la sensazione di stare seduti in una sala da concerto ad ascoltare il Bolero di Ravel è ben più che semplicemente illusoria: all'interno di un progressivo crescendo ritmico (nel Moviment 2 il beat techno comincia venire fuori) e cromatico (agli archi di base si aggiunge la ricca sezione di fiati), i due musicisti creano un'atmosfera indefinita e sospesa nel tempo per quanto sia straniante l'accostarsi di sonorità così distanti tra loro. Così, dopo 15 minuti di rodaggio neoclassico e di preparazione elettronica, l'ambientazione techno prende il sopravvento (più precisamente a metà del Moviment 3) con le sue ritmiche incessanti e tribali su cui, attraverso un raffinato gioco di puro minimalismo, si sdraiano ostinate cornici elettroniche pronte ad esplodere verso la fine del Moviment 4, ultima traccia prima dell'Interlude centrale, dove la cavalcata techno si esaurisce per lasciare lo spazio ad una rilassata fantasia ambientale. Gli ultimi due Moviment 5 e 6 (colossi che superano entrambi i 10 minuti di durata) che chiudono il disco, risultano infine le vere perle di un lavoro che abbandona qualsiasi manierismo fine a se stesso, donandosi con grande estro ad una sperimentazione che man mano si fa sempre più avvolgente; gli ultimi due movimenti dell'album sanciscono infatti l'ingresso di Mussorgski e di tutto il suo repertorio di inquietudine, ansia e cupezza: stati d'animo che permettono al disco di innalzarsi attraverso atmosfere più tese e intense, all'interno delle quali l'unione di arrangiamenti classici e di ritmiche techno si compie con precisione unica, in maniera migliore rispetto alla prima parte dell'opera (decisamente più stantia e ripetitiva, fattispecie nella sua variante elettronica).

Per cui, complimenti all'accoppiata Craig&von Oswald, ma un inchino è d'obbligo per la Deutsche Grammophon, storica etichetta che da anni ormai cura ristampe e riedizioni delle maggiori opere di musica classica e che ha avuto il grande coraggio di finanziare e supportare (von Oswald è stato contattato direttamente dalla casa tedesca) un esperimento del genere, ambizioso e ricercato, ma allo stesso tempo pericoloso, pieno di inside e di incognite che, fortunatamente, sono state superate.

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