Voto: 
7.3 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Davide Fontanel - voce, chitarra
- Diego Bozza - chitarra
- Dario Battiston - basso
- Paola Sivelli - batteria

Tracklist: 

1. Beautiful Butterfly
2. Sometimes They Come Back
3. Cocktail
4. Electric Lights
5. Arual
6. Bloody
7. Just A Dream (bonus track)

Real Illusion

What Are You Looking For?

I Real Illusion sono la nuova creatura del chitarrista e cantante, nonché compositore, Davide Fontanel, il quale si stacca dalle sonorità prettamente progressive rock del suo precedente progetto Quill-pen, per indirizzarsi invece verso una forma più moderna e contaminata di progressive, che accoglie varie sfaccettature, includendo elementi di hard rock melodico, "rock- opera" in pieno stile Savatage e sonorità più moderne discendenti dai 90s, e diverse influenze, che vanno dai seminali Black Sabbath e Led Zeppelin passando per i Savatage fino ad arrivare ai più attuali Tool.
Dopo una sostanziosa attività live e vari premi vinti in diversi concorsi per band emergenti, si recano all'Home Illusion Studio per registrare questo demo auto-prodotto contenente ben sette brani ed intitolato What Are You Looking For?.

L'inizio ipnotico dell'opener Beautiful Butterfly apre ad un brano dal forte sapore post-grunge, in parte influenzato dal sound dei Tool, seppur più semplice ed immediato, e che fa un po' venire alla mente i Toadies di Rubberneck, mentre le atmosfere più oscure e maligne, tipicamente sabbathiane, presenti nelle strofe di Sometimes They Come Back vengono compensate da un refrain più arioso e melodico.
La presenza della seconda chitarra di Diego Bozza rende più incisivo un sound già ben supportato dalla buona sezione ritmica di Dario Battiston e Paola Sivelli, e caratterizzato anche da arrangiamenti semplici e talvolta un po' poveri, ma spesso efficaci, come avviene in Cocktail, in cui si fa sentire ancora una volta l'influenza dei Tool, anche se in tal caso si concede maggior spazio ad aperture melodiche più dirette ed immediate, pur se nel complesso non viene raggiunta quella genialità (e pare del tutto ovvio e lecito) a cui la band d'oltreoceano ci ha ormai da anni abituati. Electric Lights è pervasa da atmosfere settantiane e un lieve retrogusto psichedelico, mentre Arual parte in maniera lenta ed evocativa per sfociare poi in un mid-tempo dalle ritmiche sostenute e dal forte sapore hard n' heavy, in cui buona è la prova sia delle due chitarre che della sezione ritmica, ed infine la bonus track Just A Dream li mostra nella loro versione più teatrale ed evocativa che li accosta non poco ai Savatage di Streets: A Rock Opera, dando vita ad un brano che rappresenta la ciliegina sulla torta di questo interessante lavoro, anche se, ad onor del vero, suona un po' fuori contesto rispetto al resto del lotto.
Eppure ciò che colpisce positivamente è proprio il fatto che diversi stili, alcuni all'apparenza anche così distanti, siano qui ben coagulati ed amalgamati in un sound coerente ed al contempo multiforme, che non risulta mai derivativo pur attingendo varie influenze dai grandi del passato e del presente.

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