Voto: 
6.3 / 10
Autore: 
Andrea Evolti
Genere: 
Etichetta: 
Dragonheart/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Rob DF - voce
- Alberto Toniolo - chitarra
- Yorick - chitarra
- Frana - basso
- Cristian Galimberti - batteria


Tracklist: 

1. Voices
2. At The Gates Of Avalon
3. The Pristess’s Speech
4. A Glance Of Destiny
5. Purification (Vasica Piscis)
6. Blood And Blade
7. Once And Future King
8. The Mission Assigned
9. Avalon
10. Where Past And Future Unite
11. Initiation
12. Beyond Life (The Legacy)

Raising Fear

Avalon

Seconda release per i veneti Raising Fear, band dedita ad uno speed melodico di chiara matrice europea, con i classici riferimenti a Helloween, ma anche ai più possenti Gamma Ray e qualche puntata nel campo americano, come Armored Saint. Il secondo lavoro, Avalon è, come il 90% delle band speed/epic della nuova generazione, un concept che ha come protagonisti i personaggi e la leggendaria terra di Re Artù ed i cavalieri della Tavola Rotonda. Le doti principali di questo lavoro, il quale appare molto derivativo e legati a schemi usati ed anche abusati, nonostante l’ottima fattura esecutiva dei brani e degli arrangiamenti, sono nelle chitarre di Yorick e Toniolo e nel lavoro di batteria di Galimberti.

Le due asce producono riff veloci e melodici, che riescono ad essere coinvolgenti anche se mantengono quel forte sapore di ‘cartacarbone’, dove le ispirazioni ed i modelli sono fin troppo invadenti ma, in pezzi come At The Gates Of Avelon, Purification (Vasica Piscis) - forse la più bella dell’intero album - e la suite title-track, riescono ad elevarsi notevolmente sopra la media, specie quando la band si lancia nelle parti più veloci, negli assoli ed in quelle più strutturate dal vago sapore U.S. power metal. Purtroppo ci sono elementi negativi, al di là dell’eccessiva uniformizzazioni agli stra-abusati canoni del genere, che inficiano questo lavoro come la produzione eccessivamente secca delle chitarre e, specialmente, della batteria, con un rullante quasi fastidioso da sentire e la voce, sebbene si tratti di un discreto cantante, di Rob DF; intendiamoci, il singer veneto si dimostra un vocalist competente ma la sua impostazione vocale un po’ troppo cruda e non proprio a suo agio nelle parti più alte di registro e melodiche, oltre ad un’interpretazione poco enfatica, viste le tematiche ed il mood dei pezzi, risultano, a volte, fuori luogo e non perfettamente inerenti al contesto musicale.

Va detto, in conclusione, che l’album è comunque ben suonato e godibile dai die-hard fan dello speed melodico ed, almeno, i Raising Fear, dimostrano di avere una qualche volontà di far le cose per bene, con passione e cercando di metterci un pizzico di personalità in più: si spera che questo atteggiamento sia foriero di maggiori sviluppi nei successivi lavori.

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