Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Luca Pasi
Etichetta: 
Labrador
Anno: 
2010
Line-Up: 

- Johan Duncanson (chitarra e voce)
- Martin Carlberg (chitarra)
- Daniel Tjäder (tastiere)

Tracklist: 

1. Domestic Scene
2. Heaven's On Fire
3. This Time Aroud
4. Never Follow Suit
5. A Token Of Gratitude
6. The Video Dept.
7. Memory Loss
8. David
9. Four Months In The Shade
10. You Stopped Making Sense

Radio Dept., The

Clinging to a Scheme

Dopo lo splendido capolavoro, che racchiudeva malinconia e mood gioiosamente sfocato del debutto Lesser Matters targato 2003 e il seppur spontaneo e primaverile Pet Grief targato 2006, esce sulla lunga distanza il terzo LP dei Radio Dept, Clinging To A Scheme. Un gruppo che è stato capace di far conoscere la Labrador Records al di fuori della Svezia, un gruppo primogenito, un gruppo che, non si direbbe, è attivo dal 1995.
Con questo disco riescono ad unire due generi, due schieramenti, ossia gli amanti del debutto più shoegaze e dream-pop e quelli del successore più tendente a linee indie-pop.

Ci siamo: atmosfere struggenti e sconsolate, accompagnate da un uso efficacissimo dell'elettronica fanno da padrone in Domestic Scene, la traccia opener del disco. Duncanson, sembra quasi scoraggiato dalle sfide che ci propone la vita: "Seemed like a good idea at one time/ But now it's all wrong". Un suono ovattato, sospeso in modo irreale, circonda la voce dello svedese; "Leaving just in time" continua a ripetere, come se stesse cercando di convincersi che è andato tutto a buon fine.
Il viaggio introspettivo prosegue con Heaven's on Fire, la canzone forse più catchy dell'intero lavoro:

"People see rock and roll as, as youth culture, and when youth culture becomes monopolised by big business, what are the youth to do? Do you, do you have any idea? I think we should destroy the bogus capitalist process that is destroying youth culture."

Recida così Duncanson riferendosi alle persone che non hanno orgoglio e si affidano al "big business". L'intero brano è un elogio alle melodie quasi mid-tempo alla Saint Etienne, accompagnate da un feedback melodico delle chitarre in stile Jesus & Mary Chain e My Bloody Valentine.
Never Follow Suit con i suoi ritmi al limite del dub e l'atmosfera sognante si contorce, si lacera e vi colpisce dritti al cuore. Schegge di sincerità e malinconia proseguono in A Token Of Gratitude: "Do I love you? / Yes, I love you / But easy come, easy go." affiancante da melodie pop alla Prefab Sprout; squarci di ripresa dal dolore e di speranza per il futuro sono visibili anche nell'auto-elogio The Video Dept
Il viaggio prosegue attraverso il synth pop leggiadro e delicato di David, brano forse più accessibile del disco, le distorsioni glaciali di For Months In The Shade fino ad arrivare alla conclusiva You Stopped Making Sense: autentico diamante indie-pop e vero elogio allo sconforto.

Tra un connubio di sensazioni spesso agli antipodi e contrastanti, i Radio Dept si dimostrano ancora abili a creare e ad unire attraverso una linea sottile generi diversi usati con un perfetto equilibrio, regalandoci uno scrigno di ottimi gioielli shoegaze-pop.
 

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente