Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Emanuele Pavia
Etichetta: 
Rising Sun Records
Anno: 
1990
Line-Up: 

- Buddy Lackey - Voce, Flauto, Pianoforte, Tastiera, Chitarra acustica

- Dan Rock - Chitarra elettrica e acustica, Vibraslap

- Brian McAlpin - Chitarra elettrica e acustica

- Ward Evans - Basso, Tamburello

- Norm Leggio - Batteria

Tracklist: 

1. ...And the Devil Cried

2. Halo of Thorns

3. Another Prophet Song

4. Successor

5. In This Place

6. I Remember

7. Sleeping Dogs

8. I of the Storm

9. A Psychotic Waltz

10. Only in a Dream

11. Spiral Tower

12. Strange

13. Nothing

Psychotic Waltz

A Social Grace

I Psychotic Waltz sono stati uno dei gruppi più importanti per l'evoluzione della musica heavy metal da genere primordiale e selvaggio a genere più sofisticato tecnicamente e più intelligente nelle composizioni.
La loro opera si è infatti rivelata, per la nascita del progressive metal, non meno importante dei dischi di band più blasonate come Queensrÿche, Dream Theater o Fates Warning, e il complesso è risultato fra i primi act che, rifacendosi al debut dei Watchtower (quell'Energetic Disassembly del 1985 che impose un nuovo standard tecnico all'interno della musica heavy metal), hanno implementato una sempre maggiore raffinatezza nelle proprie composizioni, senza in ogni caso seguire pedissequamente le orme tracciate da tale gruppo, al contrario di altre band della prima ondata progressive metal come i Sieges Even. Sfortunatamente, la loro musica non è stata inizialmente riconosciuta adeguatamente dalla critica e dal pubblico, anche a causa di una lunga serie di disgrazie che ha distrutto la carriera della band dopo soli quattro album, ma a seguito della ristampa da parte della Metal Blade Records di tutta la loro discografia nel 2004, il complesso è riuscito ad acquisire lo stato di band cult, che ha riportato l'attenzione del pubblico progressive su di loro (come dimostrato ampiamente dagli ultimi lavori degli Obscura e dei Protest the Hero, visibilmente influenzati dai Psychotic Waltz)

Il complesso affonda le proprie radici nel 1982, anno in cui un giovanissimo e inesperto chitarrista, Dan Rock, si trasferisce a San Diego e incontra alle scuole superiori Buddy Lackey, con cui stringe subito amicizia grazie a una comune passione per la musica heavy metal. Nel 1983 conosce Norm Leggio, batterista con cui Dan Rock si diverte a suonare cover di classici metal, tra Black Sabbath e Judas Priest, senza alcuna pretesa di comporre qualcosa di nuovo, ma, ciononostante, i due sono presto annoiati dalle jam session e si allontanano, prendendo due strade differenti.
L'anno successivo avviene l'incontro tra Dan Rock e Brian McAlpin, anch'egli chitarrista, incontro che segnerà definitivamente la storia del gruppo: i due diventano presto amici fidati e suonano insieme, scoprendo un'ottima interazione fra i loro stili chitarristici. Nemmeno quando McAlpin subisce un incidente stradale i due si separano, e anzi compongono i primi, immaturi pezzi insieme durante la sua convalescenza all'ospedale.

Quando McAlpin si riprende, i due chitarristi decidono di formare una band: recuperano il batterista Norm Leggio e chiamano il bassista Ward Evans, compagno di scuola di McAlpin, mentre alla voce arriva Mike Hall, amico di Leggio; il sodalizio con Hall però non dura a lungo, e a lui viene preferito Buddy Lackey, che nel frattempo aveva preso lezioni di canto. Il nucleo così formato adotta il monicker Aslan, dal nome di un personaggio di C.S. Lewis. Registrano così una primitiva demo eponima nel 1986 (i cui quattro brani verranno poi raccolti nel secondo disco del Live & Archives del 1996), e un'altra nel 1988, intitolata Psychotic Waltz: poco prima di questa release, infatti, il gruppo s'era visto costretto a cambiare monicker per questioni di omonimia, scegliendo come nuovo nome Psychotic Waltz su un'idea di un amico che, ascoltando le composizioni della seconda demo, aveva descritto i brani come somiglianti a "valzer psicotici", formula che fece subito colpo sul gruppo. Questo secondo Psychotic Waltz permette alla band di acquisire una certa notorietà presso la stampa (specie quella tedesca), consentendogli quindi di esordire su full-length.

Il vero e proprio debutto, quindi, si ha con A Social Grace, registrato tra l'89 e il '90 (sfruttando un fondocassa guadagnato attraverso concerti e vendite di gadget vari) e pubblicato sotto l'egida della Rising Sun Records. Il sound del quintetto approfondisce ciò che era stato abbozzato nella precedente demo (e non per nulla tutti e quattro i pezzi di Psychotic Waltz sono stati inseriti nell'album), cimentandosi in un personalissimo thrash metal di matrice progressiva, ben lontano dalle sfuriate estreme della vena più hardcore della scena, ma al contempo quasi totalmente slegata dall'eredità dei Watchtower, di cui condividono solo l'obiettivo di elevare tecnicamente un genere per definizione tutt'altro che sofisticato. Pertanto, più che al panorama metal i Psychotic Waltz si rifanno direttamente al progressive rock settantiano, tra Van Der Graaf Generator (di cui riprendono l'atmosfera oscura e decadente), Rush (per l'impianto fortemente tecnico del complesso) e Jethro Tull (nelle aperture acustiche), dando vita a uno stile riconducibile a quello dei Sanctuary (che contemporaneamente stavano registrando e pubblicando il loro secondo disco Into the Mirror Black), seppur ricorrendo maggiormente a espedienti acustici e propriamente "progressive".
L'apertura di ...And the Devil Cried mostra pienamente l'ambizione dei Psychotic Waltz, che si cimentano in un brano vorticoso che sfida il formato canzone tipico del metal, ricco di numerosi cambi di tempo e caratterizzato da una prestazione strumentale indubbiamente eccezionale (considerati gli standard del tempo): si notano in particolare le prove di Rock e di McAlpin - che dimostrano appieno la loro intesa musicale in eccezionali assoli all'unisono dal gusto inedito per un gruppo thrash -, del batterista Leggio (che, dietro le pelli, dona impeccabilmente vitalità e varietà al pezzo) e del vocalist Lackey, la cui voce - di impostazione power/heavy anni '80, ma lontana dalla pomposità di altri vocalist simili - si destreggia attraverso continui cambi di registro e intensità. La ballata Halo of Thorns mostra invece un volto diverso del gruppo, più melodrammatico, progressive (si può coglioere un'eco delle ballate anni '70 di gruppi come Rush) e soprattutto decadente (sia nei fraseggi di Lackey, molto più teatrali, sia nei riff di chitarra più struggenti), seppur sia intervallato da sezioni thrash più violente; con la successiva Another Prophet Song (uno dei picchi qualitativi dell'album) viene conciliata l'anima melodrammatica e progressive con quella metal e vorticosamente tecnica, tra la complessità dei riff heavy, la componente onirica degli arpeggi acustici e la teatralità dei fraseggi vocali di Lackey (che giunge al suo apice nell'acuto precedente l'ottimo assolo di chitarra). Una più sottotono Successor (eccessivamente enfatica nella prova vocale e poco incisiva nelle sezioni strumentali) prelude alla più violenta In This Place (caratterizzata dal riffing serrato tipicamente thrash nonché da uno dei drumming più straripanti del disco) e soprattutto a I Remember, struggente ballata in cui - eccezion fatta per alcuni accordi di chitarra amplificati - si perde ogni connotato metal in favore di un sentito omaggio al progressive rock, tra chitarre acustiche e un assolo di flauto traverso (suonato da Buddy Lackey) che celebrano le influenze di Jethro Tull (a cui è dedicata la ballata: Lackey stesso parla di Ian Anderson come "my teacher") e del rock anni '70. Una breve strumentale Sleeping Dogs (sospesa tra effetti elettronici e synth alla Rush) riconduce momentaneamente le coordinate di A Social Grace verso lo straripante thrash tecnico di I of the Storm, altro concentrato di riff accattivanti quanto tecnici e cambi di tempo inusuali, mentre A Psychotic Waltz è un'altra ballata progressive metal sospesa tra arpeggi acustici e fraseggi vocali melodrammatici, sostituiti nel finale dalle chitarre distorte e dal pianoforte che riprende il tema principale, che conducono alla meno interessante Only in a Dream. La sezione conclusiva del disco contiene invece alcuni pezzi decisamente più thrash, nonché fra i più ispirati di tutta la discografia del gruppo, a partire da Spiral Tower: il pezzo, seppur più tradizionale nell'intercedere (sono assenti infatti cambi di tempo o tempi inusuali, mentre ricompare il canonico formato-canzone di strofe e ritornelli), presenta una band al massimo della forma, a partire da una gustosa e fantasiosa base ritmica fino a una convincente prova vocale, mentre le due chitarre si alternano tra sincopati thrash, distorsioni apocalittiche e assoli intricati all'unisono. A Spiral Tower segue quindi un altro capolavoro (se non il capolavoro di tutto A Social Grace): Strange, il brano dall'atmosfera più oscura dell'album, aperto da un malinconico arpeggio acustico che lascia presto il posto ad un up-tempo frenetico e violento, dominato da graffianti tremolo picking di chitarra distorti e da eccezionali controtempi batteristici, mentre Lackey dipinge scenari apocalittici sostenuto dall'inarrestabile tessuto thrash strumentale dei quattro musicisti. A chiudere l'album vi è Nothing, un altro fulgido esempio di decadente progressive metal di classe, anch'esso aperto da un arpeggio acustico che si evolve in un brano metal più distorto e oscuro, ma questa volta penalizzato da fraseggi vocali eccessivamente pomposi che stonano con i riff e gli assoli alienanti di chitarra.

Le prestazioni pirotecniche dei quattro strumentisti e le composizioni che sfidano apertamente ogni formato prestabilito, unite a una grandissima inventiva dei musicisti nel condire i pezzi di A Social Grace, rendono questo lavoro uno dei dischi di progressive metal più interessanti e particolari degli anni '90. Ma proprio per l'ambizione mostrata dal gruppo in questo esordio (si tratta di 13 brani per un totale di oltre un'ora di musica cerebrale e sofisticata, piuttosto inusuale per un debutto metal del tempo), A Social Grace si rivela un flop commerciale negli Stati Uniti, passando inosservato presso ascoltatori e critici, anche se in Europa riscuote un discreto quanto meritato successo, ottenendo riconoscimenti importanti da vari magazine del settore (Rock Hard e Metal Hammer lo incoronano addirittura come "Album del mese di Novembre") e influenzando silenziosamente un'intera generazione di musicisti metal, diventando un piccolo cult del genere.
I dischi successivi perderanno la verve thrash che mitigava la cerebralità delle composizioni di A Social Grace, ma questo album rimane tuttora, a distanza di oltre 20 anni dalla sua pubblicazione, una pietra miliare per tutti gli amanti della musica metal.

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