Voto: 
6.0 / 10
Autore: 
Alessandro Mattedi
Etichetta: 
B-Unique Records/Atlantic Rec
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Bobby Gillespie - voce
- Andrew Innes - chitarra, synth
- Gary Mounfield - basso
- Martin Duffy - tastiera
- Darrin Mooney - batteria, percussioni


Guests:
- Victoria Bergsman - voce
- Ellekari Larsson - voce
- Lykke Li Zachrisson - voce
- Maria Andersson - voce
- Juliet Roberts - voce
- Lovefoxxx - voce
- Linda Thompson - voce
- Erik Arvinder - violino
- Andreas Forsman - violino
- Christopher Öhman - viola
- Emma Lindhamre - violoncello
- Barrie Cadogan - chitarra
- Bjorn Yttling - tastiera
- Josh Homme - chitarra

Tracklist: 

1. Beautiful Future
2. Can't Go Back
3. Uptown
4. The Glory of Love
5. Suicide Bomb
6. Zombie Man
7. Beautiful Summer
8. I Love to Hurt (You Love to Be Hurt)
9. Over and Over
10. Necro Hex Blues/Viva!
11. The Glory Of Love (single edit)
12. Urban Guerrilla (bonus track)
13. Time of the Assassins (bonus track)

Primal Scream

Beautiful Future

La torrida afa di quest'estate viene scossa dall'energia di uno dei dischi più vivaci dell'anno. Ritornano infatti i Primal Scream con Beautiful Future, nono album della loro carriera e che da tempo era già curiosamente finito in circolo in una versione anti-pirateria composta dai soli ritornelli (scelta che però potrebbe rivelarsi controproducente per gli scozzesi se qualcuno che ha voluto farsi "l'anteprima" non si dovesse esser accorto del fake).

Dopo le critiche ricevute con il precedente Riot City Blues, il gruppo di Bobby Gillespie e soci decide di concentrarsi su ciò che si sente di fare e propone un lavoro con naturalezza all'insegna della melodia e dell'easy listening, cercando di mantenere una certe componente fra rock e britpop con diversi elementi elettronici che vengono misurati e dosati (ormai dischi come XTRMNTR sono lontani) ma al contempo dando uno sguardo al passato per gli arrangiamenti.
Lo stesso Gillespie inoltre affermò in precedenza che il disco sarebbe stato influenzato dagli Abba, dei quali gli scozzesi hanno anche visitato lo studio di registrazione: Siamo andati nello studio di Stoccolma in cui gli Abba registrarono tutti i loro maggiori successi. La marimba sulle nostre nuove canzoni ‘Uptown’ e ‘The glory of love’ è la stessa che si sente in ‘S.O.S.’ e in ‘Money, money, money’ e c’è anche il pianoforte che usarono per ‘Dancing Queen’.>>
Ed infatti questo disco è altamente orecchiabile, ricco di venature pop e alcuni richiami a certe sonorità d'altri tempi; è essenzialmente un album scanzonato e spensierato, allegro, anche in alcuni casi perfettamente ballabile, un rock & roll moderno e brioso davvero diretto, melodicissimo.

Purtroppo ciò che viene proposto dalla storica formazione di Glasgow, ormai non più ai livelli dei tempi d'oro, è essenzialmente tutto qua. Il disco non dimostra grande originalità, anzi spesso risulta piatto e e prevedibile. Le melodie, per quanto divertenti e anche canticchiabili, non sempre sono sostanziose, perdendosi un po' nella ripetitività e risultando spesso blande se non scontate. A poco serve l'esercito di guests illustri per rendere più ricco il disco, che si rileva alla fine un esercizio di stile elegante sì, ma intriso di quella spiacevole attitudine che emerge quando si sforna un disco tanto per timbrare il cartellino.
Per qualcuno che aveva schifato Riot City Blues comunque ciò potrebbe bastare, basta che l'album sia più ascoltabile, senza altre pretese - ma per il gruppo che rilasciò un disco intrigante e seminale come Screamadelica, la cui innovatività e freschezza sembrano proprio appartenere solo al passato, forse è troppo poco lo stesso.

L'iniziale titletrack Beautiful Future già introduce i binari principali del disco: scanzonatissima, orecchiabilissima, dal piglio intrigante, con linee vocali carismatiche e chitarre ripetitive (se non nell'assolo) a sostegno della melodia, come anche gli effetti di contorno. Ma c'è poca sorpresa, ogni melodia sembra datata e la canzone risulta prevedibile, seppur si lasci ascoltare con scorrevolezza. Can't Go Back è più d'impatto, ricordando certo electro-rock dove le chitarre si fanno grintose e l'elettronica genera melodie da hit di successo, mentre al contrario l'ottantiana disco-oriented Uptown è più fumosa e cadenzata - e anche più monotona.
Fin qui c'è una certa varietà negli arrangiamenti: si prosegue con le melodie dolci ma un po' pompose di Glory of Love, i synth e le chitarre acide accompagnate da una batteria marziale di Suicide Bomb e il pop radiofonico sporcato di country di Zombie Man; dopodiché viene il turno delle sonorità orientaleggianti macchiate di psych-blues anni '60 di Beautiful Summer seguite dall'elettronica acida ma danzereccia di I Love You to Hurt e dalla placida ballad Over & Over (cover dei Fleetwood Mac). Tutto suona nitidamente, con le melodie ben in vista e un atteggiamento gioioso e finalizzato a coinvolgere l'ascoltatore. Tuttavia rimane anche un retrogusto spiacevole di "già sentito", le melodie sembrano pre-confezionate e derivative, non ci sono spunti granché originali o particolareggiati.
Però l'album non è affatto pesante o indigeribile e rimane sostanzialmente piacevole da ascoltare, anche se ha poca longevità e con il passare del tempo le canzoni scorrono via in maniera evanescente - col rischio anche di annoiare dopo un po'. La successiva Necro Hex Blues (in alcuni casi però il nome riferito è Viva!) incrocia stilemi un po' triti fra electro-rock anni '90 e strizzate di palpebra al rock più classico (in ciò influisce l'ospite Josh Homme alla chitarra), mentre le linee vocali sono una mezza via fra i Grand Theft Audio e i Kasabian. La versione da singolo di Glory of Love, infine, rende più rock e variopinta l'originale.
L'album finirebbe qua, ma nella versione limitata vi sono due bonus: Urban Guerrilla (brano fatto scaricare gratuitamente dal gruppo prima dell'uscita del disco) essendo una cover degli Hawkwind richiama ad alta voce il rock di fine anni '60, seppur filtrato nell'ottica del disco, mentre la conclusiva strumentale Time of the Assassins è uno dei pezzi più piacevoli del repertorio, molto più ricca nelle melodie dei vari strumenti che si intrecciano, pur non presentando molto di nuovo, con gran classe ed energia.

Chi si aspettava un lavoro differente probabilmente rimarrà deluso. Chi invece cerca un album che sia semplicemente orecchiabile, divertente e godibile senza troppe pretese rimarrà soddisfatto. Beautiful Future è ben suonato e molto melodico, ma suona fin troppo come un disco di routine, senza tante idee reali messe in cantiere.

Consigliamo il disco in particolar modo a chi non disdegnerebbe un ascolto leggero e senza pensieri per scaricare lo stress, vista la verve incalzante e immersa in assoluta spensieratezza del disco. Ciò fa inoltre presagire un ulteriore aspetto del disco: sicuramente dal vivo renderà tantissimo ed esalterà il concerto - ed in effetti ogni canzone è una perfetta hit live, ambiente in cui siamo sicuri che il lavoro sarà valorizzato e mostrerà solo i suoi lati positivi.

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