Voto: 
7.3 / 10
Autore: 
Lorenzo Iotti
Genere: 
Etichetta: 
La Casa
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Tony D’Alessio - voce
- Dario De Nicola - fisarmonica e voce
- Antonella Manzo - flauto, tin whistle e voce
- Alessandro De Marino - clarinetto
- Luca Buoninfante - batteria
- Dario Triestino - basso e chitarra

Tracklist: 

1. O’ ragaiata sagaiety
2. Dirty old town
3. Mediterraneamente parlando
4. Hard Folk Cafè
5. Demi-Monde
6. Cosa succede in città
7. Have a nice trip
8. Tg Show
9. Yasmina
10. Filosofia di un bucaniere

Pozzo di San Patrizio, Il

Hard Folk Cafè

Hard Folk Cafè è il quarto album della folk band salernitana Il Pozzo Di San Patrizio, che paradossalmente, pur cantando in italiano sembra essere più apprezzata e conosciuta all’estero che nel nostro paese. Il nome della band si rifà all’omonima struttura costruita nel XVI secolo ad Orvieto per garantire ala città l’approvigionamento di acqua, e che a causa della sua profondità venne paragonato alla misteriosa caverna frequentata dal famoso santo irlandese. Denominazione decisamente appropriata dunque, in quanto la musica della band è caratterizzata sostanzialmente dalla fusione tra folk irlandese ed elementi della tradizione mediterranea.
Come vuole la migliore tradizione folk, ognuno dei dieci pezzi che compongono Hard Folk Cafè presenta influenze differenti, trasportando l’ascoltatore in un lungo viaggio tra musiche e culture di paesi differenti.

La prima parte dell’album è infatti contraddistinta da un folk piuttosto canonico, dai ritmi frizzanti, che vede come protagonisti tin whistle, clarinetto e fisarmonica, dalla opener O’Ragaiata Sagaiety, riarrangiamento di un pezzo tradizionale dell’Italia meridionale con l’aggiunta di una spruzzata di irish folk, per proseguire con una Dirty Old Town, celeberrimo pezzo del cantautore inglese Ewan MacColl reso celebre da band come Pogues e Dubliners, rivisitato in versione ska con l’aggiunta di una corposa sezione di fiati; un esperimento interessante e divertente, che manca però della carica emotiva delle versioni più tradizionali.
Si prosegue dunque con Mediterraneamente Parlando, pezzo veloce e frizzante cantato in dialetto campano, che riprende i temi della cultura meridionale resi famosi negli ultimi anni soprattutto dalla scena salentina, per poi passare alla strumentale title-track, che ci trasporta verso ritmi di danze tzigane ed esteuropee, e a Demi-Monde, pezzo più disteso e non proprio esaltante che si inserisce nel solco della tradizione cantautoriale francese.

La cover di Vasco Rossi Cosa Succede In Città, anch’essa rivisitata con l’ottimo apporto dei fiati folkeggianti, apre la seconda parte del disco, caratterizzata da un sound più rockeggiante, fino a spingersi verso orizzonti noise, alternative ed elettronici nei pezzi successivi: Have A Nice Trip, che unisce con ottimo gusto il suono di flauto e fisarmonica ad una base elettronica e un intermezzo reggae, la interessante Tg Show, ossessivo pezzo caratterizzato da distorsioni noise e una certa influenza del progressive italiano, o la orientaleggiante Yasmina. Chiude Filosofia Di Un Bucaniere, altro pezzo interessante e coinvolgente dove i ritmi in levare del reggae sono contaminati anche in questo caso da elementi rock e folk.

Buona prova dunque questo Hard Folk Cafè, che dimostra la vasta cultura musicale della band e la capacità di unire elementi musicali completamente diversi tra loro senza dare luogo a forzature, ad eccezione del salto eccessivamente marcato tra la prima e la seconda metà dell’album, che seppur presentando elementi di connessione sono contraddistinte da un approccio molto differente.
In ogni caso, un album molto interessante e coinvolgente, che mette in luce le qualità di un’ottima band della scena italiana.

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